L'Italia va ai quarti, ma non dobbiamo più fare come ieri
Manca un minuto, aspettiamo notizie da Danzica. Che magari le diamo a Prandelli, che così lo facciamo felice. Marchisio, dicci che hai pensato in questo minuto? Buffon, ti faccio fare i complimenti da George Clooney, (Marco Mazzocchi passandogli Francesco Pannofino, doppiatore dell’attore americano e ospite d’onore in quanto portafortuna). Presidente Abete, che sofferenza (nell’intervallo). Non è più un biscottificio: è un saponificio, la vittoria con passaggio del turno vale, omnia munda mundi e alleluia.
Leggi Scoop: un fuorionda dallo spogliatoio della Grecia di Jack O'Malley
Manca un minuto, aspettiamo notizie da Danzica. Che magari le diamo a Prandelli, che così lo facciamo felice. Marchisio, dicci che hai pensato in questo minuto? Buffon, ti faccio fare i complimenti da George Clooney, (Marco Mazzocchi passandogli Francesco Pannofino, doppiatore dell’attore americano e ospite d’onore in quanto portafortuna). Presidente Abete, che sofferenza (nell’intervallo).
Non è più un biscottificio: è un saponificio, la vittoria con passaggio del turno vale, omnia munda mundi e alleluia. E’ la sera del gran perdono. Perdonati i biscottari senza nemmeno che chiedano scusa per aver offeso la decenza e la dignità del pallone e della nazione tutta e per averceli triturati a noi per una settimana, con toni ansiosi e ansiogeni. Perdonati per averci fatto fare una figura di merda con la Spagna. E dire che Buffon insiste e persiste, “ricordiamoci che in futuro le dovremo un bonus”, ma come ha fatto solo il suo dovere, ha vinto, come da sensato pronostico, contro una squadra mediocre allenata da un megalomane che solo il biscottificio poteva definire pericolosa. Hanno vinto alla spagnola: la Croazia avrà pure sfiorato il colpaccio a qualche minuto dalla fine ma ha tenuto la palla tra i piedi sì e no per venti minuti.
Gran perdono anche per la Nazionale azzurra che contro l’Irlanda è partita nel modo peggiore: ho ancora i sudori freddi, tre strizze in fila, Doyle e Keane entrano da noi come nel burro. Siamo in evidente affanno, la difesa a quattro balla che è un piacere. Abate, Balzaretti e Barzagli sono le new entry, Totò Di Natale gioca dal primo minuto, Thiago Motta è lì per una terza, esoterica presenza. Pirlo gira, De Rossi pure ma restiamo stitici. Da temere non è il biscotto, sono da temere invece, il vorrei ma non posso, il braccino corto, l’ansia che ci assale nei momenti topici, la mente che vacilla, le gambe che ballano. Robaccia da tradizione genetica che pensavamo di aver interrotto per sempre, la sera del 2006 in cui umiliammo i tedeschi anche sul piano fisico, ricordiamoci cosa fecero Pirlo e Del Piero, abatini sì ma post moderni, nel secondo tempo supplementare.
E’ tempo di mandare a memoria quella lezione e di non scordala mai più: dobbiamo sempre giocare da grande squadra, perché siamo una grande squadra anche quando non lo siamo, perciò va bene vincere, va bene anche perdere ma sempre tacendo. Non fare più come ieri: giocare da incubo per mezz’ora, subire e lamentarsi, con l’arbitro, con il pubblico. Non fare come Balotelli, che per aver fatto il secondo gol, bello per altro, con la maglia della nazionale, avrebbe subito insultato non si sa bene chi, se i compagni non gli avessero tappato la bocca. Non ha nemmeno esultato, sembrava che ci avesse fatto un favore. E non fare nemmeno come gli altri, come i Pirlo o i De Rossi, l’anima della squadra, sorpresi a guardare in alto come se cercassero notizie sui maxi schermi.
Tutti gli altri si astengano nel futuro immediato dall’aggravare la situazione e diffondere ansia. Spagna, Italia, Francia, Inghilterra, Portogallo, Grecia. E Germania. Qui è in ballo l’onore ferito del sud del mondo Non dimentichiamolo.
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