A forza di ammuine si riparla di voto

Salvatore Merlo

“Chi vuole affondare il governo attacca il Quirinale e usa Elsa Fornero come un grimaldello”. Enrico Letta fa ricorso a una metafora bellica, dice che i nemici si annidano un po’ dovunque, “persino dentro casa”, dunque anche nel Pd dove per primo Stefano Fassina aveva parlato di elezioni anticipate.

    “Chi vuole affondare il governo attacca il Quirinale e usa Elsa Fornero come un grimaldello”. Enrico Letta fa ricorso a una metafora bellica, dice che i nemici si annidano un po’ dovunque, “persino dentro casa”, dunque anche nel Pd dove per primo Stefano Fassina aveva parlato di elezioni anticipate; e così mentre osserva corrucciato Antonio Di Pietro che quasi chiede la messa in stato d’accusa per Giorgio Napolitano, cioè il tentativo dell’ex pm di demolire l’architrave del governo tecnico di Mario Monti, Letta descrive un assedio “scomposto, disordinato, incoerente ma non per questo meno pericoloso”. Le intercettazioni (“i misteri del Quirinale”, “volevano scippare l’inchiesta alla procura di Palermo”) appaiono per contagiare, infettare Napolitano, e sciogliere nell’acido la sottile discriminante: il presidente è al di sopra del disdoro generale che si è abbattuto sulla classe politica. Letta indica una milizia senza bandiera, che siede un po’ tra le file del centrosinistra e un po’ tra quelle del centrodestra, che utilizza i quotidiani Vernacolieri delle procure e propalatori di intercettazioni, e che si fa forza dell’inconcludenza fatua dei “poteri economici ‘ex forti’”. “Ex forti”, dice Letta. E si riferisce, par di capire, a Confindustria e al suo presidente, Giorgio Squinzi, a quella frase fantozziana: “La riforma Fornero è una boiata”. Il Quirinale e la riforma del lavoro, obiettivi militari da colpire per abbattere il governo.

    Certo, alla fine, tira come sempre aria di ammuina, gli strepiti danno l’impressione di essere funzionali più al rumore che producono che a una compiuta manovra di destabilizzazione, insomma Fantozzi cade a proposito. Circola una battuta: “Qui non ci vuole una crisi di governo, con il caldo che fa ci vorrebbe un governo balneare”. E’ pur sempre l’Italia con il suo carattere e la sua politica arruffata e arruffona, e dunque le minacce vengono proiettate sempre più in là dagli stessi tessitori di trame occulte, gli stessi che si incontrano negli angoli bui della Camera e nelle salette private dei ristoranti, quelli che sotto promessa di anonimato annunciano sfracelli: “Quando Monti tornerà dal vertice di Bruxelles, a fine mese, vedrete…”, ma poi niente. Maurizio Gasparri fa l’eco, un po’ allude e un po’ demistifica: “Vedrete, vedrete, vedrete…”, dice, ma intanto fa anche capire che voterà “sì” alla legge Fornero. “E’ antipaticuccia, ma potremmo fare passare la sua riforma con i suoi numeri tutti sballati”.

    Mugugnando mugugnando la voterà anche il Pd. Certo, vedere Giuliano Cazzola, deputato ed economista del Pdl, che attaccando Fornero riceve applausi dai banchi dell’Idv fa impressione. Ed è evidente che qualcosa si muove. Dalla farsa alla tragedia si passa rapidamente (e viceversa), basta sbagliare un dialogo. Perché tutto ora? Perché le intercettazioni dell’ex vicepresidente del Csm Mancino e del consigliere giuridico del Quirinale Loris D’Ambrosio? “Perché questo è il governo del presidente. E perché il colpo decisivo vorrebbero darlo a luglio. E’ l’ultima occasione”, dice Stefano Ceccanti, senatore del Pd. Daniela Santanchè ci crede, ha esultato sentendo il Cav. che parla di uscita dall’euro, e con l’aria di chi la sa lunga dice di tifare “perché Monti cada ai primi di luglio”. Pare sappia qualcosa. Mistero fitto, persino buffo.

    • Salvatore Merlo
    • Milano 1982, vicedirettore del Foglio. Cresciuto a Catania, liceo classico “Galileo” a Firenze, tre lauree a Siena e una parentesi universitaria in Inghilterra. Ho vinto alcuni dei principali premi giornalistici italiani, tra cui il Premiolino (2023) e il premio Biagio Agnes (2024) per la carta stampata. Giornalista parlamentare, responsabile del servizio politico e del sito web, lavoro al Foglio dal 2007. Ho scritto per Mondadori "Fummo giovani soltanto allora", la vita spericolata del giovane Indro Montanelli.