Scontri istituzionali

Così l'autocrate Obama sgambetta il Congresso per salvare il ministro

Paola Peduzzi

Here we go again, Barack Obama irrompe sul Congresso esercitando per la prima volta un “executive privilege” per salvare il suo ministro della Giustizia, il sempre più debole Eric Holder, dalle grinfie dei repubblicani. La sfida tra la Casa Bianca e il Congresso è uno degli elementi distintivi della presidenza Obama, partita con un mieloso e necessario spirito bipartisan e finita in un dispetto istituzionale via l’altro.

    Here we go again, Barack Obama irrompe sul Congresso esercitando per la prima volta un “executive privilege” per salvare il suo ministro della Giustizia, il sempre più debole Eric Holder, dalle grinfie dei repubblicani. La sfida tra la Casa Bianca e il Congresso è uno degli elementi distintivi della presidenza Obama, partita con un mieloso e necessario spirito bipartisan e finita in un dispetto istituzionale via l’altro. Sullo sfondo, ma nemmeno tanto, c’è Holder, signore inanellato e baffuto, diventato la faccia triste dell’America: su di lui pesano fallimenti grandiosi come la mancata chiusura di Guantanamo e i processi agli stragisti qaidisti dell’11 settembre, ma anche una rissa con un peso massimo dell’obamismo, lo stratega David Axelrod (un corpo a corpo, “it was like a school yard fight”, hanno dovuto separarli).

    La questione sottostante a quest’ultimo scontro è l’operazione “Fast and Furious”, una missione di intelligence sul traffico di armi in Messico, armi dirette ai cartelli della droga, durante la quale duemila pistole arrivate dall’Arizona sono state perse. Cento sono state ritrovate, ma assieme c’era anche il cadavere di un agente americano, ucciso durante una sparatoria. Un disastro.
    Holder ha fornito al severo Committee on Oversight and Government Reform 7.600 documenti, ma ne ha trattenuti un altro migliaio: quando mercoledì si stava per votare una procedura contro di lui, accusato di ostruzionismo nei confronti del Congresso, è piombata la lettera con cui Obama annunciava di voler esercitare i suoi poteri esecutivi straordinari per evitare il comissariamento di Holder e la pubblicazione di quei documenti. Il comitato, guidato dal mastino repubblicano Darrell Issa, ha votato comunque contro il ministro, in sfregio simbolico a Obama. L’ira dei deputati è l’istantanea di un Congresso che si sente maltrattato, che ha subito l’onta di non essere informato della guerra in Libia e la beffa di sentirsi dire, con un paio d’anni di ritardo, che sì, in Somalia e Yemen, l’America sta combattendo due guerre. Da un presidente che aveva criticato Bush jr per l’uso eccessivo di “executive privilege” (6 volte, Clinton 14), da un presidente che ribadisce che si tratta della prima volta, ignorando il fatto che non è una questione di quantità, ma di giustificazione legale. E se c’entra la sicurezza nazionale, che cosa si nasconde dietro “Fast and Furious”?

    • Paola Peduzzi
    • Scrive di politica estera, in particolare di politica europea, inglese e americana. Tiene sul Foglio una rubrica, “Cosmopolitics”, che è un esperimento: raccontare la geopolitica come se fosse una storia d'amore - corteggiamenti e separazioni, confessioni e segreti, guerra e pace. Di recente la storia d'amore di cui si è occupata con cadenza settimanale è quella con l'Europa, con la newsletter e la rubrica “EuPorn – Il lato sexy dell'Europa”. Sposata, ha due figli, Anita e Ferrante. @paolapeduzzi