La magnifica ossessione di Cristiano Ronaldo
Il CR 7 è questo: abulico contro la Germania, vago e irritante contro la Danimarca, stratosferico contro l’Olanda, inarrivabile e decisivo contro la Repubblica Ceca. Stop di petto, sombrero che fa fuori i due che lo marcano e mentre la palla ricade tiro immediato di collo piede, bang e palo: ma Dio che ci stai a fare se non premi tanta armoniosa bellezza. Non bastasse, un altro palo, banale questo, su calcio di punizione: con quelli nella partita contro l’Olanda fanno quattro
“A cabeça di Ronaldo é um martelo”
Il CR 7 è questo: abulico contro la Germania, vago e irritante contro la Danimarca, stratosferico contro l’Olanda, inarrivabile e decisivo contro la Repubblica Ceca. Stop di petto, sombrero che fa fuori i due che lo marcano e mentre la palla ricade tiro immediato di collo piede, bang e palo: ma Dio che ci stai a fare se non premi tanta armoniosa bellezza. Non bastasse, un altro palo, banale questo, su calcio di punizione: con quelli nella partita contro l’Olanda fanno quattro. Si dice che un tiro sul palo è un tiro sbagliato, ma insomma. Poi dopo un’ora di assedio, il colpo di cabeça che schiaccia la palla per terra, la fa rimbalzare con maggiore velocità secondo una traiettoria non più prevedibile e buca un portiere fin lì il migliore dei suoi. “E’la migliore seleçao di questo secolo”, scrive il quotidiano sportivo ‘O Jogo, dal 2000 quattro edizioni dell’Europeo, quattro volte in semifinale, come il Portogallo nessuno mai.
Non si vince se non si tira nemmeno una volta in porta: la Repubblica Ceca, a parte la prima mezz’ora, finché cioè hanno retto gambe e polmoni di un Jiracek che evidentemente troppo ha speso contro la Polonia qualche giorno fa, voleva solo pareggiare e sfruttare il nervosismo degli avversari nel momento topico dei calci di rigore: è il supremo inveramento della crudeltà divina, la squadra che attacca, crea molto e molto sciupa, si trova in condizione mentale debole, patisce un handicap e il più delle volte è condannata all’errore e alla sconfitta. L’inzuccata di Cristiano Ronaldo ha provocato un grido liberatorio, quel eh vai che non è certo di antipatia nei confronti dei i bravissimi cechi, e ci mancherebbe, ma di resa giustizia. Cosa che non sempre accade.
Il Portogallo non è solo Ronaldo: ha giocatori che vengono da club come il Real Madrid, il Manchester United, il Chelsea, il Porto, il Benfica, lo Zenit insomma non proprio i più scaciati. E’ squadra solidale, ben messa in campo, con una difesa tosta e un centrocampo di vecchi marpioni. E poi certo c’è anche CR7. In patria lo dicono molto motivato dalla conquista del Pallone d’oro. Il premio in sé è come il Nobel: non ha alcun interesse al di fuori di chi lo riceve e di chi lo dà, il settimanale France Football, che da lustri ci campa di rendita. Da un anno però è diventato premio mondiale della Fifa: il primo ad averlo vinto nella nuova formula è Lionel Messi. Allora si può anche capire il buon Cristiano e la sua magnifica ossessione.
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