Oltre Germania-Italia

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Qui si aspetta la sfida epica con la Germania agli Europei di calcio, rievochiamo partite in bianco e nero e studiamo ogni forma di scaramanzia possibile (se leggiamo ancora qualche articolo di geopolitica calcistica abbiamo deciso che ci faremo esplodere per protesta), ma poi non facciamo che parlare della Corte suprema e della decisione imminente sull’Obamacare: promossa o affossata la legge tanto cara al presidente Obama? Andrew Martin e Kevin Quinn, docenti americani di diritto, hanno incrociato migliaia di dati statistici sull’attività della Corte nell’ultimo secolo per provare a intuire cosa diranno domani le motivazioni della sentenza.

    Qui si aspetta la sfida epica con la Germania agli Europei di calcio, rievochiamo partite in bianco e nero e studiamo ogni forma di scaramanzia possibile (se leggiamo ancora qualche articolo di geopolitica calcistica abbiamo deciso che ci faremo esplodere per protesta), ma poi non facciamo che parlare della Corte suprema e della decisione imminente sull’Obamacare: promossa o affossata la legge tanto cara al presidente Obama? Andrew Martin e Kevin Quinn, docenti americani di diritto, hanno incrociato migliaia di dati statistici sull’attività della Corte nell’ultimo secolo per provare a intuire cosa diranno domani le motivazioni della sentenza.

    Un primo dato di fatto: se l’Obamacare sarà bocciata (in toto o parzialmente), la Corte presieduta da John Roberts si confermerà come la più conservatrice dai primi anni Settanta, quando al posto del liberal Warren Earl, Richard Nixon scelse Warren Burger come nuovo Chief Justice. Da allora, la più alta magistratura americana è sempre stata sbilanciata a destra (soprattutto nel ventennio di presidenza Rehnquist, considerato un falco). La differenza rispetto a quarant’anni fa, spiega lo studio di Martin e Quinn riportato su Mother Jones, è che i conservatori di oggi sono più conservatori di quelli di allora (un nome su tutti, Clarence Thomas) e i più liberal di oggi (Ruth Bader Ginsburg) sono molto meno liberal di quelli dei primi anni Settanta. Inoltre, dal 2005 (quando Roberts è stato nominato presidente) la Corte si è spostata lentamente ma inesorabilmente verso destra, anche perché ai progressisti John Paul Stevens e David Souter si sono sostituite Sonia Sotomayor ed Elena Kagan, che pur essendo liberal lo sono meno dei due ritiratisi. “Negli ultimi sette anni”, si legge su Mother Jones, “quando i nove giudici attuali hanno votato all’unanimità, la sentenza è stata sempre compromissoria, mentre nei casi in cui si è deciso a maggioranza hanno prevalso i conservatori”.

    Sulla base di tutto ciò, gli osservatori più attenti immaginano una doppia soluzione sull’Obamacare: se la legge sarà respinta, il verdetto sarà verosimilmente 5-4. Se invece i togati decideranno di dichiarare costituzionale il provvedimento, è possibile un netto 6-3 (con Roberts e Kennedy che si schiererebbero con i progressisti). Va detto, però, che il 6-3 sotto la presidenza Roberts è raro: solo il 10 per cento dei casi su cui la Corte si è espressa. E se il Chief Justice dovesse votare a favore, andrebbero riscritte tonnellate di articoli e di saggi che nel 2005 lo descrivevano come un cinquantenne iperconservatore seguace di William Rehnquist imposto da un declinante George W. Bush.