Il Pentagono furioso
Che cosa ha fatto imbestialire Leon Panetta con il Pakistan?
Che cosa è successo alla base Salerno? Un mese fa, il primo giorno di giugno, un comunicato asciutto del Comando regionale est in Afghanistan informava che gli americani avevano “respinto con successo un attacco di quattordici guerriglieri con indosso corpetti esplosivi”. La base operativa (Fob) Salerno è la più grande e fortificata del suo settore ed è vicino al confine con il Pakistan.
Che cosa è successo alla base Salerno? Un mese fa, il primo giorno di giugno, un comunicato asciutto del Comando regionale est in Afghanistan informava che gli americani avevano “respinto con successo un attacco di quattordici guerriglieri con indosso corpetti esplosivi”. La base operativa (Fob) Salerno è la più grande e fortificata del suo settore ed è vicino al confine con il Pakistan. In realtà, si è scoperto che dimensioni ed effetti dell’assalto erano stati decisamente più gravi, più di quanto la laconicità del Comando lasciasse intendere: un camion bomba con 800 chilogrammi di esplosivo è saltato in aria e l’ufficio postale (Px in gergo militare) e la mensa (il Dfac) sono stati rasi al suolo. Le foto satellitari mostrano che le due installazioni non sono posizionate vicino al bordo della base, ma parecchio in profondità al suo interno. Anche il bilancio dell’assalto si è in seguito aggravato: sette operatori civili – di quelli che fanno andare avanti la normale attività delle basi – uccisi, due soldati americani morti e un centinaio di altri soldati con ferite minori a causa dell’esplosione. Particolare allarmante: i guerriglieri con corpetti esplosivi avevano addosso uniformi dell’esercito americano e di quello afghano e questo li ha favoriti nei momenti concitati che hanno aperto l’assalto. Insomma: l’impenetrabilità di una grande base americana è stata violata, la bolla di sicurezza che protegge le truppe all’estero non ha funzionato, è stata forata da quella che assomiglia all’incursione sofisticata di un gruppo speciale (suicida).
Il segretario alla Difesa americana, Leon Panetta, nei giorni seguenti ha sceso tutti i gironi possibili della rabbia incontrollabile contro il Pakistan, che ufficialmente è ancora considerato il secondo migliore alleato non Nato (dopo Israele) di Washington ed è il beneficiario di miliardi di dollari di assistenza americana. “L’America ha raggiunto i limiti della pazienza con il Pakistan che offre santuari sicuri ai terroristi che compiono missioni oltreconfine”, ha detto. In visita a New Delhi, arcinemica storica dei pachistani, ha risposto con un ghigno a una domanda su come l’Amministrazione avesse tenuto all’oscuro il Pakistan dell’operazione per eliminare il capo di al Qaida, Osama bin Laden (la faccenda fu molto umiliante per i pachistani). “Non sapevano nulla della nostra operazione. Quella è stata la nostra migliore pensata”, ha detto ridendo, mentre dalla platea indiana ridevano di rimando – secondo Associated Press. Ha poi sottolineato l’urgenza di un’alleanza più stretta tra America e India e di una maggiore presenza indiana in Afghanistan – altri due argomenti scelti per far perdere le staffe ai pachistani. Ha rincarato la dose sui droni: “Continueremo a lanciare attacchi con i droni anche se il governo di Islamabad si lamenta per la violazione della propria sovranità. Ci dobbiamo difendere da al Qaida, è in questione anche la nostra, di sovranità”. Ha infine detto che il Pakistan non riceverà mai le scuse per il bombardamento erroneo di Salala, che a novembre 2011 è costato la vita a 24 soldati pachistani sul confine. Quest’ultima questione, quella delle scuse, è centrale nei rapporti fra i due paesi: niente scuse, niente riapertura delle cosiddette Gloc, linee di terra di rifornimento, ovvero i camion con le vettovaglie che arrivano in Afghanistan percorrendo le strade del Pakistan. Il governo pachistano le ha chiuse in segno di protesta per le mancate scuse, gli americani per ora si stanno arrangiando con un’altra rotta che passa da nord, ma costa loro 100 milioni di dollari in più ogni mese ed è chiaro che devono riaprire quelle di prima, soprattutto in vista del grande ritiro con uomini e mezzi.
La coincidenza tra l’assalto a Fob Salerno e la rottura diplomatica non è casuale, ha notato anche il Los Angeles Times. Gli americani hanno i mezzi di sorveglianza per “beccare con le mani nella marmellata” i gruppi terroristi che vanno e vengono dal Pakistan e che spesso agiscono con la complicità operativa dei servizi segreti pachistani. Cosa ha saputo il segretario?
“La crisi peggiore finora”
Il tifone Panetta ha avuto conseguenze. A giugno i negoziati sulle Gloc, che erano ormai quasi conclusi, sono stati rotti, la squadra dei negoziatori al lavoro da due mesi è stata rispedita in America, l’incontro tra l’inviato Peter Lavoy e il capo delle Forze armate pachistane Ashfaq Pervez Kayani è saltato e persino il senatore John McCain ha criticato la rottura delle relazioni. Da due giorni il segretario alla Difesa ha toni più concilianti, segno che vuole fare rientrare la “peggiore crisi finora”, secondo la definizione di un anonimo funzionario.
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