Gingrich in Italia: "Troppe Ferrari, siete evasori fiscali"
Terminata la corsa per la nomination repubblicana alla Casa Bianca, l’ex speaker della Camera Newt Gingric ha fatto i bagagli e si è rilassato (assieme alla moglie Callista) in un lungo viaggio che l’ha portato prima a Singapore, quindi in Francia e infine in Italia. Prima di ammirare allo zoo di Roma i bisonti e “gli armadilli pelosi nativi dell’Argentina”, definiti sul proprio profilo twitter “molto attivi”, Newt è stato a Firenze.
Terminata la corsa per la nomination repubblicana alla Casa Bianca, l’ex speaker della Camera Newt Gingric ha fatto i bagagli e si è rilassato (assieme alla moglie Callista) in un lungo viaggio che l’ha portato prima a Singapore, quindi in Francia e infine in Italia. Prima di ammirare allo zoo di Roma i bisonti e “gli armadilli pelosi nativi dell’Argentina”, definiti sul proprio profilo twitter “molto attivi”, Newt è stato a Firenze. Proprio nel capoluogo toscano Gingrich si è fatto un’idea di come va l’economia in Italia. “Davanti a Palazzo Medici erano parcheggiate 80 Ferrari che prima avevano preso parte a una gara automobilistica su strada. Ognuna di queste auto costa tra i 229 mila e i 429 dollari, dipende dal modello”.
A questo punto, l’ex candidato alle primarie repubblicane americane si chiede come tutto questo sfarzo sia possibile se “l’Italia si posiziona subito dopo la Grecia e la Spagna nella lista dei paesi dall’economia disastrata”. La soluzione, spiega Newt ai “fedeli conservatori” è semplice: “tasse non pagate”. D’altronde, aggiunge, “l’evasione fiscale è una routine nella lunga storia italiana”. Per arginare il male endemico di noi italiani, la soluzione non è Mario Monti, “tecnocrate che non ha mai vinto un’elezione e che allarga il divario tra cittadini e istituzioni”, ma fermare i conducenti di automobili costose e controllare se hanno pagato regolarmente le tasse. Il problema, però, è che “così si deprime il mercato nazionale delle auto di lusso”.
Gli italiani – spiega Gingrich ai propri connazionali – sono poveri, sempre di più: costretti a vendere le automoboli lussuose o a portarle “nelle case di vacanza all’estero”, guidano in patria macchine modeste. Un po’ come in Grecia. Talmente poveri sono diventati gli italiani che “addirittura al Palio di Siena c’era il 20 per cento di presenze in meno a causa della forte crisi”. Tutt’altra musica rispetto a Singapore, la città “preferita dai banchieri dove si lavora per le grandi conquiste economiche”.
Il Foglio sportivo - in corpore sano