Fidanzarsi fisso non conviene
Come sanno i lettori del Foglio che da anni leggono la sua rubrica, Maurizio Milani ha una capacità rara di osservare la realtà: stralunati e al contempo realisti, i suoi brevi racconti hanno la stessa surrealtà della vita quotidiana, la stessa assurdità e al contempo profonda verità delle vicende che ci capitano ogni giorno. Il vertice probabilmente lo tocca quando racconta il rapporto uomo-donna, che nella sua penna diventa un mondo di fidanzate improbabili e probabilissime, di scuse incredibili per lasciarsi, di innamoramenti e disamoramenti nel breve volgere di qualche riga.
Come sanno i lettori del Foglio che da anni leggono la sua rubrica, Maurizio Milani ha una capacità rara di osservare la realtà: stralunati e al contempo realisti, i suoi brevi racconti hanno la stessa surrealtà della vita quotidiana, la stessa assurdità e al contempo profonda verità delle vicende che ci capitano ogni giorno. Il vertice probabilmente lo tocca quando racconta il rapporto uomo-donna, che nella sua penna diventa un mondo di fidanzate improbabili e probabilissime, di scuse incredibili per lasciarsi, di innamoramenti e disamoramenti nel breve volgere di qualche riga. La pagina con cui inizia il suo ultimo libro, “Fidanzarsi non conviene” (Barbera editore, uscito in questi giorni) dice tutto: “Ghiande sul cuscino è un bellissimo racconto che nessuno vuole pubblicare. Parla di due morosi. Lei fa trovare a lui delle ghiande sul cuscino. Lui si offende e la lascia dopo 5 anni che stavano insieme. Si fidanza con un’altra (187 cm per 87 kg). Un giorno la nuova morosa gli fa: ‘E’ vero che hai lasciato la tua ex perché ti ha fatto trovare ghiande sul cuscino?’. Lui: ‘No’. Lei: ‘Ti lascio!’. Se anche lui avesse detto ‘sì’ era uguale. Quando la donna decide, decide”. Milani è anche quello che nei suoi racconti incontra Monti sul tram a Milano che gli chiede come mai versi sul proprio conto 2.500 euro al giorno risultando disoccupato. “Presidente! Gioco fisso alle macchinette di videopoker a tutti i bar di Lorenteggio”. “E vince sempre?”. “Sempre”. Monti: “E allora perché non compra l’Atm?”. Milani: “Il Comune la vuole vendere al maestro Abbado”. Monti: “Ha fatto bene a dirmelo! Metto il veto”. Milani attraversa in bici la bassa tra Piacenza e Codogno, entra nei bar, si ferma a pranzare nelle trattorie per i camionisti, parla con la gente e legge i giornali. Ogni pezzo di realtà diventa spunto per raccontare qualcosa, con protagonisti personaggi che sembrano uscire dal tendone di un circo, uno dei luoghi per eccellenza delle sue storie: l’uomo più piccolo del mondo, l’uomo tombino, il fissatore di ghiande, l’uomo bauxite, ubriaconi, pederasti, grandi obesi, uomini anziani che si fidanzano con donne giovani, il direttore della Banca centrale dei boscimani (“Ieri ero sul metrò. Vicino a me c’erano un uomo alto 230 centimetri, un grandissimo obeso (attorno ai 400 kg) e un altro signore così piccolo, ma così piccolo che non mi era mai capitato. Più un ragazzo con la testa a forma di pera. Mi è venuto spontaneo dire: ‘Cosa c’è in città, il circo?’. Non l’avessi mai detto. Pur essendo estranei tra loro, i 4 mi hanno denunciato”).
Ma soprattutto le donne, che Milani cerca di fare innamorare continuamente: “Come far starnutire un orso. Andate a Yellowstone. Quando tornate, se l’impiegata della vostra ditta vi chiede spiegazioni, rispondete ‘Sono andato a Yellowstone a far starnutire un orso’. Di solito s’innamora. PS. Non è più sicuro come negli anni 80. Tante donne hanno capito il trucco”. Come un capro espiatorio surreale, Milani diventa tutto ciò che racconta: frequentatore abusivo della mensa pubblica, esecutore di canti da orinatoio, truffatore, truffato, delinquente, pittore di ghiande (“All’Accademia delle belle arti, chi dipingeva meglio le ghiande ero io. Quello che le dipingeva peggio era mio suocero. Be’, sembrerà strano, ma come pittori facciamo pena. Siamo quotati pochissimo. Pur essendo diplomati a pieni voti. Un mio quadro costa 1 euro. Quello di mio suocero – che poi non è nemmeno mio suocero – 1 euro”), esperto di animali (“Parliamo dell’animale più stimato del pianeta: la rana toro. In Italia ne esistono 800.000 esemplari tra Idroscalo Milano, Parco Adda sud e Navigli. La rana toro è una rana normale, più bella, più completa, più onesta. Non trova il moroso. Come le donne culturiste. Che parliamoci chiaro: per me sono belle. L’estinzione della rana toro non è a rischio. Anzi è l’animale più sicuro del pianeta”), esperto di improbabili istituti scolastici (“La peggior scuola di cantanti lirici al mondo è in Costa Rica. I diplomati presso questa scuola non li vuole nessuno a cantare. Da quando è nata nel 1950 a oggi ha sfornato duemila tra: tenori, soprani, baritoni, mezzi soprani ecc. Nessuno ha mai cantato in un teatro in Europa, tranne due raccomandati che hanno aperto i mondiali di ciclismo del 1986 cantando ‘Gelato al cioccolato’ di Pupo”). Ma sempre innamorato fisso: “Fidanzarsi non conviene. A meno che non si presenta Shakira. Ma è difficile. Però con qualcuno dovrà pur fidanzarsi”.
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