La ricetta di Hollande per uscire dalla crisi? Meno treni per tutti

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C’è la crisi, è tempo di stringere i cordoni della borsa e anche a Parigi non è il momento più opportuno per le spese folli. Sono bastati due mesi di governo socialista per rimettere in discussione tutto il faraonico piano di infrastrutture che governi di vario colore hanno promesso e promosso per decenni. Stavolta, scrive il Figaro, a finire sotto la scure dei tagli sono finiti i progetti delle linee ferroviarie ad alta velocità, tra cui la celebre Torino-Lione (o, per dirla alla francese, la Lione-Torino).

    C’è la crisi, è tempo di stringere i cordoni della borsa e anche a Parigi non è il momento più opportuno per le spese folli. Sono bastati due mesi di governo socialista per rimettere in discussione tutto il faraonico piano di infrastrutture che governi di vario colore hanno promesso e promosso per decenni. Stavolta, scrive il Figaro, a finire sotto la scure dei tagli sono finiti i progetti delle linee ferroviarie ad alta velocità, tra cui la celebre Torino-Lione (o, per dirla alla francese, la Lione-Torino). E’ la fine dell’epopea megalomane di Nicolas Sarkozy, pronto ad annunciare nel 2007 “la costruzione di 14 linee ad alta velocità entro il 2020”. Ed è proprio all’ex inquilino dell’Eliseo che il ministro del Bilancio, Jerome Cahuzac, ha rimproverato di aver “varato una moltitudine di progetti senza sapere come reperire i fondi necessari”. Ecco perché è necessario rivedere al ribasso i piani.

    La Francia metterà da parte, almeno sul piano dei trasporti, la sua proverbiale grandeur: taglio alle linee ferroviarie internazionali, con i ricchi transalpini che non potranno andare a Torino (ammesso che ci volessero realmente andare) con la loro amata TGV (la Tav di noi italiani). Negli anni, il treno ad alta velocità è diventato per i francesi un oggetto di culto: ci vanno dappertutto, da Parigi a Lille, da Londra a Bruxelles. E proprio nella capitale belga si era recato, in treno, l’appena eletto presidente François Hollande. Questione di risparmio, si disse allora: meglio usare l’automobile o il comodo treno piuttosto che l’aereo. Neppure due mesi dopo, però, il presidente amante delle locomotive cancella le nuove linee ferroviarie in cantiere.