Il patriarca

Annalena Benini

C'è qualcosa del finire degli anni Ottanta nell'aria (purtroppo non ha a che fare con il benessere economico), qualcosa di familiare nella nuova apparente calma di Silvio Berlusconi, circondato dai figli a Macherio, con un numero altissimo di nipoti biondi, e altra discendenza in arrivo. Sembra quasi la foto con le caprette, i bambini e Veronica, molti capelli e molte palpebre fa, quando i sogni erano ancora tutti interi e lui e la moglie bisticciavano per le magnolie.

     

    C’è qualcosa del finire degli anni Ottanta nell’aria (purtroppo non ha a che fare con il benessere economico), qualcosa di familiare nella nuova apparente calma di Silvio Berlusconi, circondato dai figli a Macherio, con un numero altissimo di nipoti biondi, e altra discendenza in arrivo. Sembra quasi la foto con le caprette, i bambini e Veronica, molti capelli e molte palpebre fa, quando i sogni erano ancora tutti interi e lui e la moglie bisticciavano per le magnolie (lui voleva piante lineari, siepi ben tagliate, lei spontanee cascate di rose, lei andava in giro a piedi nudi a raccogliere funghi, lui dava gli ultimi geometrici ritocchi alle divise blu che avrebbe indossato nei successivi vent’anni). Ora Berlusconi pensa di ricominciare con Forza Italia, sente di avere alle spalle le burrasche, si sente saggio, più vicino all’immagine (aggiornata, diciamo rivisitata) di un tempo, quella di geniale imprenditore con zie suore e, adesso, nipoti ovunque (dentro le pance, nelle piscine, sui pony, in braccio alla nonna), calciatori brasiliani, modelli inglesi, ballerini classici come generi, uno scenario colorato, un po’ Pedro Almodóvar un po’ Mulino Bianco, essendo i figli cresciuti col metodo steineriano, l’orto e gli animali, e niente tivù che fa male al cuore. Berlusconi, già marito di Veronica, e speranzoso di farla di nuovo sorridere, va agli incontri di economisti con il figlio Luigi, rifiuta l’idea di vacanza, si impone un nuovo calvinismo, spiega che quella di Forza Italia è una proposta e non un’imposizione, ha una parola carina per tutti (non più per Nicole Minetti: va detto che queste dimissioni, così auspicate e purificanti, così falso-mariegorettiane, non sono il massimo dell’eleganza, del coraggio e dell’equilibrio psichico maschile). Il Cav. avrà fatto pace con l’idea di vecchiaia luminosa? Avrà incontrato anche lui, in segreto, il Dalai Lama? Si sarà commosso a guardare i bambini che giocano a calcio nell’erba con Pato? Come un ultimo “Cocoon”, ma più pacificato, giunto al superamento delle voluttà. Un signore ottimista, al centro di una famiglia molto allargata e molto benevola: come quando nei film il patriarca guarda il tramonto seduto sotto il portico, e qualcuno si siede accanto a lui, gli passa un plaid e si accende una sigaretta, prima di chiedergli consiglio. E il patriarca ascolta, senza muovere gli occhi, continuando a fissare l’orizzonte e a fumare (massì, Cav., fatti una sigaretta, e anche un whisky), poi insieme al fumo soffia fuori poche parole definitive che sbloccano il film. Il nuovo Berlusconi sarebbe perfetto per la parte, e avrebbe anche la scusa per il cerone.

    • Annalena Benini
    • Annalena Benini, nata a Ferrara nel 1975, vive a Roma. Giornalista e scrittrice, è al Foglio dal 2001 e scrive di cultura, persone, storie. Dirige Review, la rivista mensile del Foglio. La rubrica di libri Lettere rubate esce ogni sabato, l’inserto Il Figlio esce ogni venerdì ed è anche un podcast. Ha scritto e condotto il programma tivù “Romanzo italiano” per Rai3. Il suo ultimo libro è “I racconti delle donne”. E’ sposata e ha due figli.