Minetti non si dimetta, continui a sventolare il suo magnifico tanga

Umberto Silva

 

Se il Cavaliere risorto sbaglia la prima mossa, depone la sua audacia e scende nel campo dei tartufi, tocca cavalcare il mio ronzinante per correre in soccorso della fanciulla oltraggiata. Perché deve dimettersi proprio e solo la Nicole Minetti, di cui in realtà sappiamo solo quel che l’assordante gossip giudiziario ci vuole far sapere, e non piuttosto certi tetri conclamati ladroni, incapaci deputati, sindaci, presidenti di regioni ed enti, parenti e amici di costoro?

Leggi Il caso Minetti di Annalena Benini

     

    Se il Cavaliere risorto sbaglia la prima mossa, depone la sua audacia e scende nel campo dei tartufi, tocca cavalcare il mio ronzinante per correre in soccorso della fanciulla oltraggiata. Perché deve dimettersi proprio e solo la Nicole Minetti, di cui in realtà sappiamo solo quel che l’assordante gossip giudiziario ci vuole far sapere, e non piuttosto certi tetri conclamati ladroni, incapaci deputati, sindaci, presidenti di regioni ed enti, parenti e amici di costoro? Che un uovo sodo come Alfano chieda insistentemente le dimissioni della ragazza, suona ridicolo; e la Santanchè fa l’indignada! Che volgarità eliminare la volgare Minetti, alla pari di Giovanna d’Arco accusata d’aver stregato il suo re e d’averne armato la… mano. Rea confessa d’averlo virilizzato spingendolo a riconquistare la nazione, Nicole è da tempo indagata in un processo di stregoneria e avrebbe bisogno di un sostegno, invece ecco una pugnalata alle spalle. Il grido “dimissioni” che tocca i vertici del Partito della libertà mi lascia esterrefatto. E’ ridicolo oltre che controproducente, un segnale di debolezza di cui i pm lesti approfitteranno. Che succede? Il Partito della libertà si è alleato con quello degli inquisitori e gli dà in pasto alcuni suoi esponenti per saziarne l’appetito e rifarsi il look? Un calcolo, sbagliato perché immorale come ogni calcolo: per la prima volta si cede sulla questione della giustizia e dell’etica, si fa un vago mea culpa, si promette di diventare buoni e intanto si compie una cattiveria. La tradizione libertaria va cancellata come una macchia, quando invece è stato il meglio del ventennio berlusconiano; non per la sua indubbia fatuità ma per avere magistralmente stanato quella altrui, assai più consistente e feroce. Mai più col Pdl, dice la Lega, mai più col Pdl le fa eco il Pdl. Come si chiamerà il nuovo partito? Smg, corre voce, Santa Maria Goretti.

    Non la Minetti infanga il Pdl, sono i nuovi ridicoli giustizieri a sputtanarlo. Signorina Minetti salvi il partito, non se ne vada o se ne vada quando ne avrà voglia. Resti a costo di dare un dispiacere all’amato Cavaliere. A costo di rinunciare a una forte prebenda. A costo di fare arrabbiare ancora di più i giudici. A costo di essere odiata e disprezzata da tutti. A costo di dover continuare a fare il consigliere regionale non si dimetta ma faccia sventolare il suo magnifico tanga, bandiera della presunzione d’innocenza e del diritto di fare quel po’ di casino che San Jovanotti cantò come un dovere di ciascuno.

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