Calcioscommesse, che cosa rischiano i deferiti
Tredici società e quarantaquattro tesserati, tra giocatori, allenatori e dirigenti, rinviati a giudizio. E' questo il risultato di uno dei filoni d’inchiesta sul calcioscommesse che andrà a processo nei primi giorni d’agosto: l’1 e il 2 per il filone di Cremona, il 3 e 4 per quello di Bari; così ha deciso il presidente della Commissione Disciplinare Nazionale, Sergio Artico. Nel documento della Figc ci sono nomi, cognomi, partite e reati contestati: dall’illecito sportivo all’omessa denuncia, dalla responsabilità oggettiva a quella diretta.
Tredici società e quarantaquattro tesserati, tra giocatori, allenatori e dirigenti, rinviati a giudizio. E' questo il risultato di uno dei filoni d’inchiesta sul calcioscommesse che andrà a processo nei primi giorni d’agosto: l’1 e il 2 per il filone di Cremona, il 3 e 4 per quello di Bari; così ha deciso il presidente della Commissione Disciplinare Nazionale, Sergio Artico. Nel documento della Figc ci sono nomi, cognomi, partite e reati contestati: dall’illecito sportivo all’omessa denuncia, dalla responsabilità oggettiva a quella diretta. E se il deferimento (rinvio a giudizio nell’ordinamento sportivo) di Antonio Conte era annunciato, l’illecito sportivo contestato a Leonardo Bonucci, centrale della Juventus e della Nazionale vice campione d’Europa, fa decisamente più scalpore, anche per le implicazioni sportive.
La Juventus, infatti, suo malgrado rischia di perdere, per un tempo che solamente il processo potrà stabilire (se saranno confermate le accuse della Procura federale) due titolari (con la necessità di tornare sul mercato per un difensore) e parte dello staff tecnico con l’artefice principe della stagione monstre che ha riportato i bianconeri a vincere lo scudetto, imbattuti. “Nessuno ha sottolineato che la posizione più delicata resta quella del Lecce, deferito per responsabilità diretta. Una retrocessione dalla serie A alla Lega Pro rimetterebbe in discussione i contratti di giocatori, sponsor e diritti televisivi” ha detto al Foglio.it Marcel Vulpis, direttore dell’agenzia sporteconomy.it. Un club in vendita che rischia di scomparire come già accaduto, per motivi diversi, a storiche realtà della Lega Pro. “E' un calcio che perde i pezzi, la giustizia sportiva fa quello che può con pochi mezzi e sempre di rincorsa, tra l’omertà di tutto l’ambiente e l’incalzare dei calendari. I club sono strutturati come multinazionali, con vice presidenti, ad, uffici stampa, sarebbero società a scopo di lucro, ma il lucro dov’è?” ribadisce Vulpis, puntando ancora una volta il dito contro il management del football nostrano.
“Sono passati sei anni da Calciopoli ma la credibilità del calcio è ancora una volta al vaglio dei tribunali. I grandi numeri e gli scandali che si ripetono con inquietante regolarità puntano il dito contro l’organizzazione dell’intero sistema” sottolinea l’avvocato Mauro Messeri, esperto di diritto sportivo. Tra l’omessa denuncia e l’illecito sportivo la differenza è abissale, soprattutto nella sostanza delle eventuali condanne, da anni a mesi, solo 2-3 se si patteggia, che non significa ammettere la colpa ma scegliere una strada processuale piuttosto che un’altra. Insomma, Antonio Conte (anche se i suoi avvocati non hanno ancora impostato la strategia difensiva), potrebbe tornare in sella quanto prima, ma se dovesse essere squalificato, anche per poco tempo, c’è un problema d’immagine che la Juventus dovrà comunque affrontare.
Il Lecce, come sottolineato, e il Grosseto rischiano la retrocessione, mentre per la responsabilità oggettiva (che l’avvocato Messeri considera una barbarie giuridica) c’è la penalizzazione di punti nel campionato che andrà a iniziare.
Illecito sportivo anche per Carlo Gervasoni e Filippo Carobbio, i due grandi accusatori; il primo in particolare passerà alla storia perché durante le udienze ricorda meglio il pomeriggio piuttosto che la mattina. “Chi commette questi reati deve essere radiato” ribadisce Marcel Vulpis, “però ci devono essere seri e probanti riscontri alle accuse, altrimenti si rischia di fare dell’ingiustizia sportiva, come accaduto per il portiere Alberto Fontana, condannato sul sentito dire”. La mente dell’organizzazione internazionale, soprannominato Eng, se ne sta spaparanzato a Singapore perché lì non esiste il reato di frode sportiva. Amir Gegic, invece, ha deciso che si costituirà a settembre; secondo indiscrezioni non vorrebbe stare in carcere in Italia ad agosto.
Le scommesse sono uno dei primi introiti nelle casse dell’erario e restano sotto attacco della criminalità organizzata internazionale che rischia decisamente meno a movimentare 3 milioni di euro su partite truccate che su un carico di droga dello stesso valore. Un attacco dal quale nessuno pare abbia chiesto aiuto. “La regolarità di una partita vale più di un gol non gol, meno guardalinee e più ispettori federali, altrimenti il calcio chiude”, chiosa Vulpis.
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