L'odissea olimpica della Corea del nord

Giulia Pompili

Ci sono voluti quaranta minuti per calmare la squadra femminile nordcoreana e il suo direttore tecnico e finalmente far iniziare la prima partita di calcio femminile delle Olimpiadi di Londra 2012. Contro la Colombia le ragazze di Pyongyang hanno vinto due a zero, e probabilmente hanno trovato l’ardire agonistico dopo la gaffe combinata dagli organizzatori.

    Ci sono voluti quaranta minuti per calmare la squadra femminile nordcoreana e il suo direttore tecnico e finalmente far iniziare la prima partita di calcio femminile delle Olimpiadi di Londra 2012. Contro la Colombia le ragazze di Pyongyang hanno vinto due a zero, e probabilmente hanno trovato l’ardire agonistico dopo la gaffe combinata dagli organizzatori. Mentre presentavano le squadre, infatti, con le giocatrici già pronte nel tunnel tra gli spogliatoi e l’erba dello stadio di Glasgow, sul maxischermo hanno proiettato la bandiera della Corea del sud. A quel punto le ragazze di Pyongyang hanno fatto marcia indietro, offese da una tale provocazione. Non si gioca, diceva Son Kwang Ho, direttore tecnico. Che poi la presenza del calcio femminile nordcoreano è appesa a un filo, come ha denunciato sul Japan Post l’allenatore dell’Australia Tom Sermanni. Perché le ragazze sono escluse fino al 2015 da qualunque altra gara internazionale, visto che per tre di loro era stato accertato l’uso di sostanze dopanti.

    Si è rischiata la rissa anche qualche giorno fa, durante gli allenamenti di ping pong. Un ragazzo del team sudcoreano è stato beccato mentre tentava di rubare qualche scatto della nazionale nordcoreana: apriti cielo. E scintille ci saranno il prossimo 3 agosto, quando Corea del nord e Corea del sud si sfideranno proprio col tennis da tavolo. Pensare che nel 2000, durante la cerimonia d’apertura dell’edizione delle Olimpiadi di Sydney, Corea del nord e Corea del sud avevano sfilato insieme. Ma erano altri tempi, quelli con Kim Jong-il.

    O forse no. Suo figlio, Kim Jong-un, sta trasmettendo segnali di apertura notevoli, a partire dalla conferma del matrimonio con la cantante Ri Sol-ju (contratto per la verità nel 2009) e la sua frequente presenza ai parchi di divertimento. Giorni fa ha accolto a Pyongyang il capo del Coni asiatico per parlare della trasmissione in diretta delle Olimpiadi in Corea del nord (mai avvenuta finora – si trasmettono solo i successi della Nazionale). E poi c’è il licenziamento del gerarca militare Ri Yong-ho che sarebbe dovuto, secondo l’intelligence sudcoreana, a “dissidi nella gestione del paese”: Kim Jong-un vorrebbe infatti togliere il settore agricolo dalle grinfie dei militari e farlo tornare civile.

    • Giulia Pompili
    • È nata il 4 luglio. Giornalista del Foglio da più di un decennio, scrive soprattutto di Asia orientale, di Giappone e Coree, di Cina e dei suoi rapporti con il resto del mondo, ma anche di sicurezza, Difesa e politica internazionale. È autrice della newsletter settimanale Katane, la prima in italiano sull’area dell’Indo-Pacifico, e ha scritto tre libri: "Sotto lo stesso cielo. Giappone, Taiwan e Corea, i rivali di Pechino che stanno facendo grande l'Asia", “Al cuore dell’Italia. Come Russia e Cina stanno cercando di conquistare il paese” con Valerio Valentini (entrambi per Mondadori), e “Belli da morire. Il lato oscuro del K-pop” (Rizzoli Lizard). È terzo dan di kendo.