Non basta il giudice Garzón per salvare Assange, ci pensa la mamma

Maurizio Stefanini

Anche Assange è bello a mamma sua, anche lui è un piezz’ e’core, eccetera. Bloccato dal 19 giugno nell’ambasciata ecuadoriana di Londra, con Scotland Yard pronta a arrestarlo se esce e il governo di Quito che, pur provando per lui simpatia, non si dice disposto a concedergli l’asilo né a negarglielo, Julian Assange ha per prima cosa cercato di ricorrere all’ex-giudice Garzón.

    Anche Assange è bello a mamma sua, anche lui è un piezz’ e’core, eccetera. Bloccato dal 19 giugno nell’ambasciata ecuadoriana di Londra, con Scotland Yard pronta a arrestarlo se esce e il governo di Quito che, pur provando per lui simpatia, non si dice disposto a concedergli l’asilo né a negarglielo, Julian Assange ha per prima cosa cercato di ricorrere all’ex-giudice Garzón. Dopo essere stato sospeso per 11 anni dalla magistratura spagnola per abuso di intercettazioni, Garzón mantiene infatti un incarico di consulente giuridico presso il governo ecuadoriano e ha accettato l’incarico del fondatore di Wikileaks per promuovere la sua richiesta. Anche di lui il ministro degli esteri ecuadoriano Patiño dice che “ne hanno stima”, ma senza dare la sospirata risposta. Risposta che, ha anticipato, verrà “dopo la fine delle Olimpiadi”. E così si è mossa la mamma: la 61enne signora Christine Ann, volata in Ecuador a chiedere a Patiño di salvare il suo cucciolo.

    Figlia di due accademici, senza arrivare al livello del pirata cantonese Ah Sang i cui discendenti avrebbero anglicizzato il loro nome in Assange, anche lei dà all’albero genealogico del grande svelatore di segreti una nota di colore: la signora infatti avrebbe concepito Julian appena 17enne, durante una manifestazione contro la guerra in Vietnam. Insomma, Julian l’anti-imperialismo anti-Usa lo ha succhiato col latte. Prima di incontrarsi col ministro degli Esteri ecuadoriano la coraggiosa mamma ha detto alla stampa di temere che suo figlio possa finire in un carcere americano rischiando “la pena di morte o moltissimi anni di prigione con torture, come stanno ora facendo a Bradley Manning”, il soldato da due anni in carcere per aver passato a Assange i dispacci diplomatici Usa. In realtà, Assange per il momento non è ricercato dagli Usa ma deve solo affrontare una richiesta d’interrogatorio in Svezia per una doppia accusa di stupro. Secondo il Guardian, il governo ecuadoriano per decidere avrebbe chiesto conferma a Washington sulle sue intenzioni circa l’eventuale richiesta di estradizione dopo l’arrivo di Assange a Stoccolma.