Il sonno della Bce e del Fondo salva stati genera mostri

C'è un montiano a Berlino

Giovanni Boggero

Quarantasei anni tra pochi giorni, direttore del Walter Eucken Institut di Friburgo, l’istituto dedicato a uno dei padri dell’ordoliberalismo tedesco, dal marzo 2011 il professor Lars Feld siede anche nel consiglio degli esperti economici dell’esecutivo, il Sachverständigenrat, la cui missione è sancita dalla Costituzione tedesca. Nominato su suggerimento dell’allora ministro dell’Economia, il liberale Rainer Brüderle, Feld non è certo tra i sostenitori più sfegatati di alchimie finanziarie per paracadutare gli stati membri in difficoltà.

    Strasburgo. Quarantasei anni tra pochi giorni, direttore del Walter Eucken Institut di Friburgo, l’istituto dedicato a uno dei padri dell’ordoliberalismo tedesco, dal marzo 2011 il professor Lars Feld siede anche nel consiglio degli esperti economici dell’esecutivo, il Sachverständigenrat, la cui missione è sancita dalla Costituzione tedesca. Nominato su suggerimento dell’allora ministro dell’Economia, il liberale Rainer Brüderle, Feld non è certo tra i sostenitori più sfegatati di alchimie finanziarie per paracadutare gli stati membri in difficoltà. Nel gennaio del 2011 fu tra i primi economisti tedeschi a sostenere che difficilmente la Grecia avrebbe potuto ripagare il suo debito, dovendo piuttosto andare incontro a una sua corposa ristrutturazione. Oggi Feld, parlando con il Foglio, non si fa scucire battute o proposte che ne potrebbero compromettere la reputazione di economista indipendente, ma sussurra suggerimenti che a Berlino, fino a qualche settimana fa, sarebbero stati bollati come fin troppo eterodossi.  “Il rapporto tra Bundesbank e governo federale non è affatto logoro, questa è un’interpretazione suggestiva che non corrisponde al vero”, dice dopo che negli ultimi giorni la Banca centrale tedesca ha lanciato un nuovo anatema contro l’acquisto di titoli di stato sul mercato secondario, di fatto sconfessando le aperture di Merkel.

    Una decina di giorni fa, con il collega keynesiano Peter Bofinger, Feld ha però firmato l’appello dell’Institute for a New Economic Thinking (Inet), fondato dal magnate americano George Soros, nel quale si mette in guardia la Germania da “una catastrofe dalle conseguenze imprevedibili” in caso di prolungata inerzia tedesca. I sottoscrittori del documento, tra i quali si annoverano economisti come Paul De Grauwe, Daniel Gros e Lucrezia Reichlin, invocano misure per ripristinare in fretta la fiducia degli investitori nell’Eurozona, tra cui un ruolo più incisivo per la Banca centrale europea o, alternativamente, per il nuovo Fondo salva stati (Esm). Al centro del dibattito l’attribuzione di una licenza bancaria all’Esm, il veicolo di salvataggio permanente: “Nel quadro di un veicolo di stabilizzazione che in futuro possa agire come un fondo monetario europeo e al quale si accompagnino regole per disciplinare l’insolvenza degli stati membri – spiega Feld – l’Esm potrebbe essere dotato di una licenza per rifinanziarsi entro certi limiti presso la Bce”. Una posizione d’avanguardia per un tedesco rigorista, che tuttavia sembra non dipendere del tutto dalla volontà dell’esecutivo federale, ma più che altro dalla volontà di Francoforte di modificare le proprie linee guida, accettando di effettuare operazioni di credito non soltanto con istituti di credito, ma anche con altri operatori di mercato.

    Il documento del pensatoio di Soros va comunque oltre la licenza e si spinge ad affermare la necessità di un prestatore di ultima istanza per l’intera Eurozona: “Idealmente questo sarebbe un compito della Bce. Ma anche l’Esm potrebbe svolgerlo una volta che, con il conferimento di una licenza bancaria, raggiungesse una dotazione finanziaria adeguata”, recita il documento. Proprio su questo punto, però, Feld frena: “La richiesta di utilizzare la Banca centrale europea come prestatore di ultima istanza per gli stati la valuto criticamente. Anche il passaggio nel documento dell’Inet è formulato in maniera aperta”. D’altra parte, ricorda Feld attingendo alla Bibbia ordoliberale, “anche Walter Eucken non vedrebbe probabilmente di cattivo occhio un ruolo di stabilizzazione finanziaria per la Bce in una crisi. Ma la funzione di prestatore di ultima istanza elimina la linea di separazione che esiste tra politica finanziaria e politica monetaria”, uno dei cardini dell’Ordnungspolitik, il breviario di principi della scuola economica ordoliberale di Friburgo. In particolare, a spaventarlo, è il rischio di un’inflazione a due cifre e lo scoppio di una bolla immobiliare, che anche in Germania si sta ingrossando, complice un forte deflusso di capitali verso Berlino.

    Ma le aperture del professor Feld vanno oltre gli interventi straordinari delle istituzioni europee. Come membro del Consiglio degli esperti economici, ha infatti redatto e condiviso la proposta di un cosiddetto Fondo di riscatto (Schuldentilgungsfonds), un surrogato di Eurobond che prevede la messa in comune dei debiti pubblici nazionali eccedenti il 60 per cento del pil. “Il Fondo è importante proprio perché non debba essere la Bce a monetizzare il debito in maniera permanente”, chiarisce Feld, che poi aggiunge: “Il fondo offre una possibilità di stabilizzare l’Eurozona nel breve periodo, visto che garantirebbe condizioni di rifinanziamento più favorevoli a Italia e Spagna e lancerebbe un segnale inequivocabile ai mercati a favore del mantenimento dell’Eurozona”.

    Ovviamente, per renderlo digeribile all’opinione pubblica, la Germania non rinuncerebbe alla condizionalità degli aiuti, visto che la proposta “contiene una serie di meccanismi di sicurezza che costringerebbero gli stati membri alla disciplina di bilancio e ad approvare riforme strutturali. Esattamente quanto oggi la Bce quando acquista titoli di stato non può fare”, conclude Feld. Per ora il governo federale ha nicchiato, definendo giuridicamente improponibile la creazione di un fondo siffatto. Non più tardi della settimana scorsa il Consiglio ha però rilanciato la proposta, corredandola di un parere giuridico. Non è escluso che la cancelliera possa ripensarci.