La strategia sbagliata della Juventus nel patteggiamento di Conte
Tre mesi di squalifica e 200.000 euro di multa per Antonio Conte rinviato a giudizio per omessa denuncia? Poco secondo la Commissione disciplinare, presieduta da Sergio Artico, che ha definito “non congrua” la pena che i legali della Juventus avevano concordato, patteggiando, con la Procura federale, cioè con Stefano Palazzi. Un colpo di scena che riporta tutta l’attenzione mediatica sui filoni processuali del calcioscommesse e mette la società di Corso Galileo Ferraris di fronte a un problema che non è più solo d’immagine ma anche di sostanza
Tre mesi di squalifica e 200.000 euro di multa per Antonio Conte rinviato a giudizio per omessa denuncia? Poco secondo la Commissione disciplinare, presieduta da Sergio Artico, che ha definito “non congrua” la pena che i legali della Juventus avevano concordato, patteggiando, con la Procura federale, cioè con Stefano Palazzi. Un colpo di scena che riporta tutta l’attenzione mediatica sui filoni processuali del calcioscommesse e mette la società di Corso Galileo Ferraris di fronte a un problema che non è più solo d’immagine ma anche di sostanza, perché rischia di perdere il tecnico dello scudetto per più di metà campionato e tutto il girone di Champions, un periodo che difficilmente sarà gestito dall’allenatore della Primavera.
Gli avvocati del club bianconero Michele Briamonte e Luigi Chiappero hanno risposto ricusando i giudici componenti la Commissione disciplinare, poiché rifiutando il patteggiamento sarebbero entrati nel merito esprimendo un proprio giudizio, insieme allo stralcio della posizione del proprio assistito. Richiesta che Stefano Palazzi ha definito infondata. E a questo punto cosa succederà? Antonio Conte, attraverso i legali, può fare una nuova proposta di patteggiamento (con pena più alta) oppure decidere di difendersi in ogni grado processuale, fino al tribunale nazionale di arbitrato per lo sport.
Ma cosa significa patteggiare nella giustizia sportiva? Lo spiegano bene gli articoli 23 e 24 del relativo Codice: il primo è un’applicazione delle sanzioni (ridotte) su richiesta delle parti; il secondo una riduzione delle stesse dopo ammissione di colpa o collaborazione con la Procura federale. Come ci ha spiegato l’avvocato Mauro Messeri, nominato difensore di Marco Savorani (allenatore portieri del Siena) insieme al collega Roberto Turchini che difende Giorgio D’Urbano (preparatore atletico della squadra toscana), posizioni entrambe legate a quella di Antonio Conte. Stesso destino per Angelo Alessio (secondo di Conte), Mirko Paoloni, Dario Passoni e il Siena, che in totale fanno 7 patteggiamenti respinti su 16 richiesti. “La Procura spingeva per patteggiare, Conte non aveva intenzione di farlo, si espone e si cambiano le carte in tavola, trasformando la via processuale in una corsa ad handicap. Be’, questi contorni puzzano di trappolone”, ha detto al Foglio.it Simone Stenti, collaboratore dall’Italia di FourFourTwo e juventinologo. “Secondo me la Juventus avrebbe dovuto combattere la battaglia politica contro la Federazione fino in fondo, invece è caduta nel tranello, rimettendoci in immagine, rischiando di perdere il grande motivatore dello scudetto, alzando le mani di fronte a un sistema calcio malato e a una giustizia sportiva che così com’è non funziona”, ribadisce Stenti. Senza considerare la pubblica gogna web 2.0 che la Juventus, completamente estranea ai fatti contestati, in quanto Antonio Conte e gli altri all’epoca erano tesserati del Siena, è costretta a subire.
Apertamente critico verso Antonio Conte, ma anche verso Federazione e giustizia sportiva è Marcel Vulpis (direttore dell’agenzia sporteconomy.it): “Mi pare che si stia cercando di rimediare a una situazione imbarazzante perché in questo Paese, nella giustizia sportiva come in quella ordinaria, stava passando il principio del va bene così, del patteggiamento facile, del pentitismo d’urgenza. Se uno è innocente dovrebbe affrontare il processo fino all’ultimo grado di giudizio. E' ovvio che in questa situazione l’immagine di Antonio Conte (e della Juventus) ne esce danneggiata, non mi pare che abbiano fatto la scelta migliore. La risposta della Commissione disciplinare? Secondo me è anche un messaggio al sistema, ai club, ai giocatori, un modo per dire di finirla e un richiamo etico alle regole: chi sbaglia paga, sempre se viene dimostrato al 101 per cento che è colpevole”. “I buchi della giustizia sportiva (Fontana e Shala, n.d.r.) dimostrano che deve essere riformata e che ci deve essere più armonia con quella ordinaria”, sottolinea Vulpis invocando gli Stati generali del calcio italiano per una riforma dell’intero settore a partire dal management federale e salvando Andrea Abodi, presidente della Lega di B: “L’unico con il carattere e le competenze per portarci fuori dal guado”. E mentre Antonio Conte si prepara a un agosto di battaglie legali si avvicina l’inizio di una stagione triste e grigia, con calendari provvisori, squadre a rischio retrocessione e penalizzazioni ancora tutte da individuare. Niente di nuovo per il calcio italiano e per un giornalismo sportivo che si nasconde dietro il dito del gioco (scommesse legali comprese) per salvare un business che si sta sbriciolando dall’interno e che sopravvive solamente quando becero e schierato.
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