Come si dice donna disperata in cinese?
Giovedì inizia il processo per omicidio alla dama nera di Cina, la temibile Gu Kailai, moglie dell’ex astro della politica falca di Cina, Bo Xilai. Gli inglesi, che sono coinvolti nella vicenda formalmente perché la vittima assassinata – pare – col veleno è di cittadinanza britannica, avranno accesso all’aula di tribunale, concessione inaudita per le autorità cinesi. Tanto che si è già sparsa la voce che la dama nera non sarà comunque condannata a morte, sorte che tocca a quattromila persone l’anno per reati come traffico di droga o corruzione, perché i cinesi vogliono mostrarsi moderni in questo grandissimo processo che li riguarda da vicino.
Giovedì inizia il processo per omicidio alla dama nera di Cina, la temibile Gu Kailai, moglie dell’ex astro della politica falca di Cina, Bo Xilai. Gli inglesi, che sono coinvolti nella vicenda formalmente perché la vittima assassinata – pare – col veleno è di cittadinanza britannica, avranno accesso all’aula di tribunale, concessione inaudita per le autorità cinesi. Tanto che si è già sparsa la voce che la dama nera non sarà comunque condannata a morte, sorte che tocca a quattromila persone l’anno per reati come traffico di droga o corruzione, perché i cinesi vogliono mostrarsi moderni in questo grandissimo processo che li riguarda da vicino. Il presidente, Hu Jintao, adotta l’occidentalissimo motto “business as usual” e resuscita una tradizione sospesa, quella del conclave a Beidhaie, dal quale emergerà il nuovo standing committee del Politburo, pare ridotto da nove a sette membri (bottom line: tutti pezzi grossi del Partito in fila, per il grande rinnovamento di cui si blatera da tempo si aspetterà il 2017).
Per tutti la dama nera è colpevole, e forse lo è veramente, ma per la maggior parte dei media si merita pure la massima pena, lei che non ha mai avuto grande senso dello stato di diritto (nel suo libro del 1998, la signora Gu scrisse: “As long as it is known that you, John Doe, killed someone, you will be arrested, tried and shot to death”, ricorda la Reuters). Il garantismo non è di questo mondo, figurarsi di quello cinese, ma vale la pena ricordare un paio di cose sulla signora Gu (senza per questo voler giustificare un omicidio, sia chiaro). La moglie di Bo Xilai – che molti chiamano “Bogu”, l’unione dei due cognomi – ha poco della dama nera e molto della donna disperata. Avvocato di un certo successo, Bogu avrebbe ammazzato la spia britannica Neil Heywood somministrandole del veleno grazie alla collaborazione di Zhang Xiaojun, coimputato, perché: Heywood stava minacciando il figlio, che studia all’estero (versione Xinhua); Heywood stava per rivelare al mondo i traffici sui trasferimenti all’estero di soldi (versione Reuters).
Secondo la ricostruzione degli attendibili magazine di Hong Kong (da seguire è Qianshao, che ha molte fonti nel partito comunista cinese), che si basa pare anche sulla testimonianza di Wang Lijun, il superpoliziotto “pentito” che si è infilato nel consolato americano e ha spifferato tutto, la vicenda della spia e di Bogu è più complicata. Bogu era cornuta, molto cornuta, pare che suo marito, quel Bo Xilai che ci è parso un martire collassato sotto i giochi di potere della politica cinese, avesse relazioni con chiunque fosse di sesso femminile. Ci sono i nomi, si tratta di attrici, segretarie, una modella, una presentatrice televisiva. Allora Bo era a Dailan, e Gu decise di scappare, perché non ne poteva più di quella vita, e di quel marito. Scappò con la spia inglese, che era amica della coppia, e andò in Inghilterra assieme al figliolo. “Allora Gu aveva 40 anni – avrebbe detto il “pentito” – un’età in cui le donne hanno un appetito per il sesso degno di un lupo” (giudicate voi il pentito) e così la spia e la signora divennero amanti. Più che altro Bogu si sentiva sola, e abbandonata, e voleva punire il marito. Quando Bo fu promosso, richiamò la moglie: gli serviva, anche nella remota Cina lo status familiare conta, non soltanto nelle serie tv sulla politica americana. Bogu tornò, prensentò alla spia una ragazza cinese, lo fece sposare con lei e ricominciò a fare la moglie. Soltanto che nel frattempo la spia si era innamorata di Bogu, voleva averla sempre con sé, o almeno voleva che fosse la sua amante e così cominciò a fare pressioni sulla signora, che comunque non è che fosse molto felice del suo matrimonio (a questo punto entrano in scena anche le pressioni dei servizi britannici che avrebbero detto a Heywood di fingersi innamorato per continuare ad avere informazioni fresche sulla leadership cinese).
La paura di essere scoperta, la paura di cedere alle pressioni di Heywood, la paura che quell’adulterio venisse alla luce e condannasse il marito all’infamia (quando lui aveva avuto chissà quante amanti, ma si sa che in Cina le femmine non se la passano bene) hanno portato Bogu all’assassinio della spia, ma dicono che in realtà lei, Bogu, avesse trovato in Heywood quel che non aveva mai trovato in Bo. Una tragedia amorosa mischiata alla ragion di stato. Se vi sembra una dama nera, questa, vedete voi.
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