“Ci vuole al Qaida”
Sul sito del Council on Foreign Relations, organo al livello alto dell’establishment americano, c’è un articolo firmato da Ed Husain che sostiene: “I ribelli siriani oggi sarebbero incommensurabilmente più deboli senza al Qaida. I battaglioni dell’Esercito libero siriano (Fsa) sono stanchi, divisi, confusi e inefficaci. Si sentono abbandonati dall’occidente e sempre più demoralizzati mentre affrontano la potenza di fuoco superiore e l’esercito professionista del regime di Assad.
Sul sito del Council on Foreign Relations, organo al livello alto dell’establishment americano, c’è un articolo firmato da Ed Husain che sostiene: “I ribelli siriani oggi sarebbero incommensurabilmente più deboli senza al Qaida. I battaglioni dell’Esercito libero siriano (Fsa) sono stanchi, divisi, confusi e inefficaci. Si sentono abbandonati dall’occidente e sempre più demoralizzati mentre affrontano la potenza di fuoco superiore e l’esercito professionista del regime di Assad. L’arrivo di jihadisti di al Qaida porta disciplina, fervore religioso, esperienza bellica dalle battaglie in Iraq, finanziamenti dai simpatizzanti nel Golfo e, soprattutto, risultati letali”. Conclusione del primo paragrafo: “In breve, l’Fsa ha bisogno di al Qaida ora”.
In Siria il gruppo terrorista ha scelto di chiamarsi Jahbat al Nusrah, Fronte per la protezione, e sta rapidamente incrementando il numero degli attacchi contro il governo, dai sette di marzo fino ai sessantasei dello scorso giugno. A maggio la presenza di Jahbat al Nusrah / al Qaida in Siria è stata riconosciuta dal segretario alla Difesa americano, Leon Panetta, e a luglio il capo dell’antiterrorismo al dipartimento di stato, Daniel Benjamin, ha suggerito che l’America chieda ai ribelli siriani di respingere l’alleanza tattica con gli estremisti. Scrive Husain: “Il calcolo taciuto, tra chi decide la politica, è di sbarazzarsi prima di Assad e poi di occuparsi di al Qaida”.
L’organizzazione terrorista non si è gettata nella furia della guerra civile soltanto per rovesciare il regime di Damasco (dopo decenni di collaborazione). Spera che nel dopo Assad il nuovo governo riconosca di essere indebitato con le tribù e i clan che hanno sostenuto il peso della guerra civile e che sono alleati con il Jahbat al Nusrah. Se proprio non si realizzerà l’utopia del nuovo califfato, almeno ci sarà una nuova rete di rapporti e di amicizie importanti. Per minimizzare questi rapporti di al Qaida con i combattenti, avverte Husain, il presidente americano Obama dovrebbe trovare un piano e attuarlo subito.
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