La nomina di un falco accelera lo strike, e Israele calcola i costi

Giulio Meotti

La nomina di Avraham Dichter al ministero della Difesa interna d’Israele, appendice del dicastero guidato da Ehud Barak, è l’ennesimo segnale di un’accelerazione nei preparativi per l’eventuale attacco alle installazioni nucleari dell’Iran. Dichter, ex capo dello Shin Bet, il servizio di sicurezza interno, da mesi sostiene la necessità per Israele di “dotarsi di mezzi di attacco militare” contro l’Iran e la stampa israeliana ha interpretato la sua nomina in chiave interventista.

Leggi L’ultimatum nucleare d’Israele di Giulio Meotti - Leggi "Così gli ebrei sono diventati un obiettivo del jihad nel mondo". Parla Whine di Manfred Gerstenfeld

    La nomina di Avraham Dichter al ministero della Difesa interna d’Israele, appendice del dicastero guidato da Ehud Barak, è l’ennesimo segnale di un’accelerazione nei preparativi per l’eventuale attacco alle installazioni nucleari dell’Iran. Dichter, ex capo dello Shin Bet, il servizio di sicurezza interno, da mesi sostiene la necessità per Israele di “dotarsi di mezzi di attacco militare” contro l’Iran e la stampa israeliana ha interpretato la sua nomina in chiave interventista. Contemporaneamente, il fatto che Dichter sia un parlamentare di Kadima, componente riottosa della coalizione di governo, rende la sua elevazione di rango una mossa voluta dal premier, Benjamin Netanyahu, per dare un segnale di stabilità politica. E accanto all’avvicendamento nell’apparato della difesa, Gerusalemme inizia a calcolare i costi di un’eventuale operazione.

    L’attacco all’Iran, di cui si parla incessantemente da giorni, dovrebbe costare allo stato ebraico circa 375 milioni di dollari al giorno, lo rivela Yedioth Ahronoth. La Banca di Israele è pronta ad attingere ai 76 miliardi di dollari in valute straniere, che andrebbero a compensare la caduta della moneta israeliana, lo shekel, causata dalla paralisi nazionale. I 34 giorni di guerra contro Hezbollah nel 2006 sono costati un miliardo di dollari soltanto per la ricostruzione delle aree colpite e un altro miliardo per rifornire l’esercito. Quali costi ci saranno stavolta per un eventuale blocco dell’economia? Si calcolano 250 milioni di dollari al giorno, secondo la Banca d’Israele. E i costi umani? Il ministero della Difesa ha appena reso nota la propria previsione di un contrattacco iraniano su Israele: circa trecento morti. Una perdita pesante per un paese di neppure otto milioni di persone, ma inferiore alle previsioni disastrose di alcuni commentatori. David Ivry, l’ex capo dell’aviazione che ha guidato l’attacco che ha distrutto il reattore nucleare iracheno di Osirak, prevede almeno dieci piloti dispersi in Iran. “Se il paese decide che la sicurezza nazionale è in gioco, sarà il prezzo che pagheremo”, ha detto Ivry. Le industrie più strategiche, come le banche e la Bezeq di telefonia, si sono attrezzate con tecnologie di sostituzione in caso di collasso. Il governo sta correndo contro il tempo per sopperire alla mancanza di maschere antigas: attualmente il quaranta per cento della popolazione non avrebbe accesso alle misure per far fronte all’uso eventuale di armi chimiche.

    Israele ha speso 250 milioni di dollari per costruire il fence che deve proteggere il sud del paese dalle infiltrazioni terroristiche egiziane. Due miliardi di dollari sono stati allocati per l’acquisto di quattro sottomarini che la Germania ha consegnato a Israele e che possono montare armi atomiche. Si attesta attorno ai 250 milioni di dollari il costo del rifugio sotterraneo che dovrà ospitare la leadership israeliana in caso di attacco su Gerusalemme. E’ un gigantesco bunker nel cuore di una montagna vicino a Gerusalemme. Lungo due chilometri e alto dieci metri, il bunker ospita uffici per centinaia di persone, politici, ministri e generali. Presto il cielo sopra Israele sarà il più costoso al mondo. Iron Dome, il sistema d’arma mobile per la difesa che intercetterebbe i razzi sparati contro i centri abitati, costerà circa un miliardo. Iron Dome respinge i missili dalla gittata di 70 chilometri, Magic Wand arriva fino a 250 chilometri, gli Arrow 2 fino a mille chilometri e i nuovi Arrow 3 hanno una portata atmosferica e sono la prima difesa balistica contro i missili iraniani. Quanto potrebbe costare il loro impiego? Lo ha calcolato il generale della riserva Zvi Shor, a capo della divisione budget del ministero della Difesa: “Dieci giorni di guerra costano 27 miliardi di dollari. Un mese di conflitto raggiunge i 50 miliardi”.

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    • Giulio Meotti
    • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.