Solo erbivoro mai, amo troppo la carne che ci prescrive il Vangelo

Camillo Langone

Soprattutto non vorrei scrivere il solito articoletto ironico. L’ironia ci scappa sempre quando l’argomento è il mangiare o il bere e di pezzi che vorrebbero essere spiritosi ne leggo troppi: qualcuno magari è scritto bene, qualcuno magari l’ho perfino scritto io, ma non arrivano mai al cuore della questione, che è un cuore religioso. Quindi serissimo. Lo Stockholm International Water Institute, riscuotendo il plauso locale di Repubblica e di Umberto Veronesi, dice che nel 2050 diventeremo tutti vegetariani.

Leggi Vegetariani per forza nel 2050, anatomia di una boiata pazzesca di Nicoletta Tiliacos - Leggi Rinunciare a uccidere per mangiare, pure Leonardo ci ha creduto di Stefano Di Michele

    Soprattutto non vorrei scrivere il solito articoletto ironico. L’ironia ci scappa sempre quando l’argomento è il mangiare o il bere e di pezzi che vorrebbero essere spiritosi ne leggo troppi: qualcuno magari è scritto bene, qualcuno magari l’ho perfino scritto io, ma non arrivano mai al cuore della questione, che è un cuore religioso. Quindi serissimo. Lo Stockholm International Water Institute, riscuotendo il plauso locale di Repubblica e di Umberto Veronesi, dice che nel 2050 diventeremo tutti vegetariani. Semmai, tanto per cominciare, “diventeranno”. Fra trentotto anni Veronesi sarà all’inferno (non so dire di preciso in quale girone solo perché non ho tempo di riaprire Dante), Repubblica sarà in libri di storia del giornalismo che non leggerà nessuno, io soggiornerò in qualche luogo intermedio che spero tranquillo ma dove, temo, non si mangerà carne. Che è la mia passione di goloso oltre che la mia certezza di cristiano.

    Nella Bibbia il carnivorismo è promosso in lungo e in largo, dall’Antico Testamento al Nuovo, con un crescendo di partecipazione. Se nella Genesi la carne compare in un ordine di Dio agli uomini (“Quanto si muove e ha vita vi servirà di cibo”), nel Vangelo diventa dieta divina. Secondo l’esegeta José Miguel García nel Vangelo di Luca dove si legge “Ho desiderato ardentemente di mangiare questa Pasqua con voi” bisogna leggere “Ho desiderato ardentemente di mangiare questo agnello pasquale…”. Qualcuno non è d’accordo perché García lavora su un’ipotesi di originale aramaico ancora irreperibile. Vabbe’, poniamo pure che Gesù abbia fatto preparare una sala “grande e addobbata” solo per qualche cucchiaiata di passato di fave… La prova che non si può non accogliere del suo personale carnivorismo la troviamo poco dopo, nella cena di Emmaus: “Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro”. L’episodio conferma la moltiplicazione dei pani e dei pesci: il Figlio di Dio, onnisciente, sapeva incompleta una dieta priva di proteine animali e anziché limitarsi alle pagnotte provvide anche al companatico. Quindi chi rifiuta la carne in nome della pietà verso gli animali dovrebbe prima prendersi la briga di dire che Gesù è cattivo. Ovviamente questo non accade e, profittando del silenzio omissivo dei pastori, tanti chiacchieroni possono dirsi al contempo vegetariani e cattolici.

    Gli svedesi dell’istituto internazionale eccetera fingono di prenderla molto più bassa e si limitano a parlare di efficienza alimentare: bisogna smettere di mangiare animali perché gli animali consumano, direttamente o indirettamente, eccessive quantità di quel bene scarso che è l’acqua. Li potrei anche ascoltare se la malafede degli anticarnivoristi pseudoambientalisti non fosse almeno triplice: 1) non propongono mai di sostituire, negli allevamenti, gli inefficienti polli con i superefficienti maiali (fors’anche per non turbare qualche imam?); 2) non dicono mai che degli animali bisogna tornare a mangiare tutto e non solo il filetto o il petto (forse perché gli schifiltosi aborrono fegati e rognoni?); 3) non spiegano mai che la soppressione delle chianine, nutrite a erba, darebbe un minor risparmio ambientale rispetto alla soppressione dei gatti domestici, nutriti a scatolette di carne.

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    • Camillo Langone
    • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).