Le tribolazioni non solo giudiziarie del capo azienda di Piazzetta Cuccia
“Lo stanno cuocendo a fuoco lento com’è successo per Alessandro Profumo in Unicredit”. Così da Milano un manager di Mediobanca descrive al Foglio la posizione di Alberto Nagel, amministratore delegato dell’Istituto di Piazzetta Cuccia. Il consiglio di amministrazione della banca d’affari che si terrà domani sarà uno degli appuntamenti che progressivamente corroderanno la sua poltrona di capo azienda di Mediobanca. Domani Nagel darà la sua versione sul patto sottoscritto in maniera riservata con Salvatore Ligresti, descritto dall’articolo del Wall Street Journal in questa stessa pagina come “affari all’italiana”.
“Lo stanno cuocendo a fuoco lento com’è successo per Alessandro Profumo in Unicredit”. Così da Milano un manager di Mediobanca descrive al Foglio la posizione di Alberto Nagel, amministratore delegato dell’Istituto di Piazzetta Cuccia. Il consiglio di amministrazione della banca d’affari che si terrà domani sarà uno degli appuntamenti che progressivamente corroderanno la sua poltrona di capo azienda di Mediobanca. Domani Nagel darà la sua versione sul patto sottoscritto in maniera riservata con Salvatore Ligresti, descritto dall’articolo del Wall Street Journal in questa stessa pagina come “affari all’italiana”.
Nagel è indagato per ostacolo alla Vigilanza per la controversa vicenda dell’accordo che garantiva ai Ligresti prebende e sinecure con l’operazione Unipol-Fonsai. Ambienti vicini all’amministratore delegato descrivono il capo azienda sereno su questo. Anche perché, fanno notare alcuni osservatori finanziari, ben difficilmente il socio di Mediobanca, Unicredit, può criticare mezzi e mezzucci di un’operazione di sistema che vede tra i beneficiari indiretti (sotto forma di crediti salvati) proprio l’istituto di credito guidato dall’amministratore delegato Federico Ghizzoni.
Sta di fatto che tutti gli azionisti di Mediobanca, a partire proprio da Unicredit, sono smaniosi di risultati per la crescita di valore anche in Borsa di Piazzetta Cuccia. E aspettano al varco Nagel, non solo su questo. Inoltre c’è chi, come con i francesi (ma non ci sono conferme ufficiali), spinge per una scissione di Piazzetta Cuccia con una holding di partecipazioni e un’area con il merchant banking e Chebanca!. Un progetto che collide con l’idea di Nagel di sfilarsi progressivamente da alcune partecipazioni clou: un’idea ben apprezzata dal mercato ai fini della creazione di valore per la banca d’affari fondata da Enrico Cuccia. E proprio sulle strategie, oltre che su prossime nomine interne, potrebbero acuirsi mugugni e tensioni latenti. Nelle prossime riunioni dei comitati interni si sonderà, e nel caso si paleserà, la volontà degli azionisti di un cambio al vertice come quello realizzato da Nagel in casa Generali, dove al posto di Giovanni Perissinotto come capo è arrivato Mario Greco.
Di certo, poi, la decisione di affidarsi a Repubblica, che in agosto ha intervistato Nagel, non ha sortito particolari vantaggi interni, soprattutto tra i soci, per il capo azienda di Piazzetta Cuccia. Anzi, dai più è stata interpretata come un segnale di debolezza. Uno dei passaggi dell’intervista che ha destato scalpore è stato il seguente: “Tra il 2009 e il 2010 c’è stato un tentativo chiaro, da parte di un gruppo di azionisti e di manager, per acquisire una posizione di forza all’interno del circuito che fa capo a Mediobanca”. Con il sostegno esplicito del Cavaliere, in quel momento capo di un governo che aveva stravinto le elezioni, Geronzi e Bolloré “hanno cercato di entrare da padroni nella Galassia attraverso la testa di ponte della famiglia Ligresti”. Di certo alcuni consiglieri di Mediobanca hanno poco gradito. Infatti ieri il sito Lettera43, diretto da Paolo Madron, ha scritto che domani “dai consiglieri più vicini a Silvio Berlusconi si attende qualche critica”. Nessuna richiesta di dimissioni, comunque, almeno finora. O almeno non ce ne sarà bisogno: in ambienti finanziari corre voce che a Londra in Goldman Sachs ci sia da poco una posizione scoperta di rilievo e che solo un banchiere-finanziere di peso potrebbe ricoprire. Sarà offerta a Nagel? Qualcuno, tra i soci di Piazzetta Cuccia, lo spera.
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