Draghi di ultima istanza
La decisione di oggi della Banca centrale europea è un punto fisso nella risoluzione della crisi. Il presidente, Mario Draghi, si è messo alla guida dell’euro e ha annunciato l’atteso piano di acquisto dei titoli di stato a breve termine (da uno a tre anni) sul mercato secondario per un tempo necessario a raggiungere l'obiettivo di restaurare le distorsioni che hanno spaccato l’Eurozona. “Abbiamo messo un freno pienamente efficace per evitare scenari distruttivi e evoluzioni particolarmente gravi per la stabilità dei prezzi nell'area euro”, ha detto Draghi nella conferenza stampa successiva al Consiglio direttivo.
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La decisione di oggi della Banca centrale europea è un punto fisso nella risoluzione della crisi. Il presidente, Mario Draghi, si è messo alla guida dell’euro e ha annunciato l’atteso piano di acquisto dei titoli di stato a breve termine (da uno a tre anni) sul mercato secondario per un tempo necessario a raggiungere l'obiettivo di restaurare le distorsioni che hanno spaccato l’Eurozona. “Abbiamo messo un freno pienamente efficace per evitare scenari distruttivi e evoluzioni particolarmente gravi per la stabilità dei prezzi nell'area euro”, ha detto Draghi nella conferenza stampa successiva al Consiglio direttivo. La scelta di attivare il nuovo programma “Outright Monetary Transactions” (Omt) non va contro i trattati europei ed è “strettamente condizionale” all’impegno dei paesi membri perché assumano le misure necessarie a risanare le economie nazionali, previa attivazione dei meccanismi di stabilità Efsf/Esm. Da valutare un coinvolgimento nel monitoraggio da parte del Fondo monetario internazionale.
Gli acquisti saranno possibili anche per Portogallo, Grecia e Irlanda ma solo quando torneranno ad avere accesso ai mercati. Sul fronte più esposto della crisi c'è la Spagna che in occasione dell'Eurogruppo di metà settembre potrebbe essere il primo paese a chiedere supporto. La decisione è stata presa “quasi all'unanimità”, solo il governatore della Bundesbank, Jens Weidmann, si è opposto ed è rimasto isolato all'interno dell'Eurotower. Adesso gli sforzi di risanamento e "costruzione" della moneta unica sono in capo ai governi, come più volte sottolineato da Draghi. La Bce ha abbassato le stime di crescita del pil della zona euro: calerà dello 0,4 per cento nel 2012 e crescerà dello 0,5 nel 2013. Invariato il tasso di riferimento allo 0,75 per cento, fissato a luglio. Un ulteriore taglio sarà la prossima arma, stavolta convenzionale, di Draghi.
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