Embarras à Beirut

Daniele Raineri

L’ex ministro dell’Informazione libanese, Michel Samaha, dal 9 agosto è chiuso in una cella del carcere di Rihaniyeh, a Baabda, est di Beirut. E’ stato arrestato assieme al suo segretario, all’autista e a due guardie del corpo per i legami – non ancora spiegati – con il ritrovamento di venti bombe “molto potenti e pronte a essere azionate con un ordine via telecomando” in varie parti del Libano. Samaha è un libanese fedele al presidente siriano Bashar el Assad e prima lo è stato a suo padre, Hafez, quand’era vivo.

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    L’ex ministro dell’Informazione libanese, Michel Samaha, dal 9 agosto è chiuso in una cella del carcere di Rihaniyeh, a Baabda, est di Beirut. E’ stato arrestato assieme al suo segretario, all’autista e a due guardie del corpo per i legami – non ancora spiegati – con il ritrovamento di venti bombe “molto potenti e pronte a essere azionate con un ordine via telecomando” in varie parti del Libano.
    Samaha è un libanese fedele al presidente siriano Bashar el Assad e prima lo è stato a suo padre, Hafez, quand’era vivo. Fu uno dei principali architetti della breve “entente cordiale” fra il governo francese e il governo siriano tra il 2007 e il 2010. Assieme all’ex attaché militare dell’ambasciata francese di Damasco facilitava le visite in Siria di Claude Guéant, ex segretario generale dell’ufficio presidenziale quando all’Eliseo c’era Nicolas Sarkozy. Samaha ebbe anche un ruolo nel tentativo – durato poco – di riallacciare i contatti tra Washington e Damasco nel 2008 e 2009. E’ quel periodo in cui, come ha detto il ministro degli Esteri, Laurent Fabius, a inizio agosto, “l’unico ricordo che ho riguardo a Sarkozy nei confronti di Assad è il suo invito a partecipare alle cerimonie del 14 luglio nel 2008”.

    Fabius dice così per reagire alle accuse di Sarkozy, che è risorto dall’oblio post elezioni accusando il presidente François Hollande di non fare nulla contro il regime di Damasco e firmando un comunicato congiunto assieme ad Abdel Basset Sayda, capo del Consiglio nazionale siriano, la principale opposizione politica contro Assad, ora definito “un assassino”.
    L’intelligence del Libano sta passando al vaglio il materiale sequestrato a casa di Samaha. Il direttore, Wissam el Hassan, sta con la famiglia Hariri, quindi con i sunniti, ed è ostile ai siriani, cosa che ha scatenato proteste dall’Alleanza dell’8 marzo, il fronte politico dominante in Libano che invece sta con Assad. Durante la guerra civile, negli anni Ottanta, Samaha fu capo dell’intelligence dei cristiani falangisti: è uno coriaceo e accorto, non si fa imbrogliare. Ma è anche un tesoro d’informazioni.

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    • Daniele Raineri
    • Di Genova. Nella redazione del Foglio mi occupo soprattutto delle notizie dall'estero. Sono stato corrispondente dal Cairo e da New York. Ho lavorato in Iraq, Siria e altri paesi. Ho studiato arabo in Yemen. Sono stato giornalista embedded con i soldati americani, con l'esercito iracheno, con i paracadutisti italiani e con i ribelli siriani durante la rivoluzione. Segui la pagina Facebook (https://www.facebook.com/news.danieleraineri/)