Libé, ma belle

Annalena Benini

Da due giorni Libération sembra tornata ai fasti del passato, quando una copertina era un tesoro, una cartolina da collezione, una carezza dello spirito. Quando rideva, leggera, di destra e sinistra, allegramente anarchica, molto snob, scatenata e feroce, libertaria e senza livore, sempre un po’ volgare, sempre molto elegante. Su un quotidiano così sofisticato trovarono quasi subito posto anche gli annunci per cuori solitari, gente che si era incrociata in metropolitana e, turbata, voleva ritrovarsi, signori della gauche che non avevano tempo di cercare l’anima gemella, richieste a volte più pornografiche che matrimoniali.

    Da due giorni Libération sembra tornata ai fasti del passato, quando una copertina era un tesoro, una cartolina da collezione, una carezza dello spirito. Quando rideva, leggera, di destra e sinistra, allegramente anarchica, molto snob, scatenata e feroce, libertaria e senza livore, sempre un po’ volgare, sempre molto elegante. Su un quotidiano così sofisticato trovarono quasi subito posto anche gli annunci per cuori solitari, gente che si era incrociata in metropolitana e, turbata, voleva ritrovarsi, signori della gauche che non avevano tempo di cercare l’anima gemella, richieste a volte più pornografiche che matrimoniali. Ma il tempo passa e ci scoraggia, ed era troppo che mancava il colpo di genio, la boutade vecchio stile: invece ecco la battaglia, da un giornale proprietà di un milionario aristocratico, Edouard de Rothschild, contro il milionario proprietario di tutto il lusso più luccicante esistente in commercio, Bernard Arnault: le borse, lo champagne, le grandi profumerie, gli orologi, Louis Vuitton, Christian Dior, Marc Jacobs, Fendi, Bulgari, quasi ogni simbolo di ricchezza appartiene a lui. E insomma, forse Arnault scappa in Belgio per evitare la tassazione promessa da François Hollande, adducendo ragioni di affetto, forse invece resta e si consola con la causa a Libération. Che martedì scorso ha messo in prima pagina Arnault con una valigia in mano (a prima vista non sembra una valigia di Vuitton, perché non vi lampeggiano loghi), e sotto la scritta: “Casse-toi riche con”. Levati dai piedi ricco coglione.

    Spiegare le battute è mortificante per le battute stesse, ma bisogna dire che questa è una citazione dagli aforismi di Nicolas Sarkozy, il quale, durante una visita alla fiera dell’Agricoltura, venne contestato da un tizio e gli disse a mezza bocca: levati dai piedi povero coglione. Annunci di querela, allegria generale, scandalo, dichiarazioni sulla volgarità dell’attacco e conti in tasca a Libé, che da questo coup de théâtre, o atto eroico, o sberleffo snob potrebbe, secondo l’Express, perdere almeno cinquecentomila euro di pubblicità (ieri comunque aveva in prima pagina un enorme Yves Saint Laurent, appartenente a milionari rivali). Anche breve riflessione sui casi della vita: il proprietario di Libération, che ha consigliato al riche con di togliersi di mezzo, da un paio d’anni ha scelto di trasferirsi, cuore e portafoglio, in Israele, fiscalmente anche meglio del Belgio. A questo punto, a Libé potevano sedersi ad aspettare. Invece hanno raddoppiato. Ieri nuova copertina: “Bernard, se torni, annulliamo tutto!”. Ecco di nuovo la necessaria didascalia, di cui comunque ci si scusa: è un’altra citazione storica, tratta dai pettegolezzi attorno a Sarkozy (querelerà anche lui oppure si starà divertendo?), buon amico di Arnault: si narra che otto giorni prima di sposarsi con Carla Bruni, Sarkozy mandò questo sms da ultima chance alla ex moglie Cécilia, di cui era ancora innamorato: “Se torni, annullo tutto”. Messaggio senza risposta, come è noto. Chissà quanto si divertono, in riunione di redazione, a contare le contraddizioni, le snobberie, i milionari buoni e i milionari cattivi, le borsette ammesse e le borsette proibite. Alla fine, comunque, nulla, nemmeno un’idea giusta, colpisce più di una bella battuta, di una copertina riuscita.

    • Annalena Benini
    • Annalena Benini, nata a Ferrara nel 1975, vive a Roma. Giornalista e scrittrice, è al Foglio dal 2001 e scrive di cultura, persone, storie. Dirige Review, la rivista mensile del Foglio. La rubrica di libri Lettere rubate esce ogni sabato, l’inserto Il Figlio esce ogni venerdì ed è anche un podcast. Ha scritto e condotto il programma tivù “Romanzo italiano” per Rai3. Il suo ultimo libro è “I racconti delle donne”. E’ sposata e ha due figli.