Inizia la Champions League, e i soldi fanno sempre più la differenza
Tre giorni, sei partite, un solo telecomando, a seconda della piattaforma preferita. Si riparte così, con quell’aria un po’ vintage stile anni Ottanta e Novanta, ma è solo una suggestione dettata dalla spalmatura televisiva. E se vogliamo dirla tutta, Milan-Anderlecht non è il modo migliore per ripartire nelle coppe europee, visto lo stato confusionale dei rossoneri e di un calcio italiano a cui in troppi hanno già cantato il de profundis. Le sfide più suggestive si giocheranno a Londra: Chelsea-Juventus e Tottenham Hotspur-Lazio.
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Tre giorni, sei partite, un solo telecomando, a seconda della piattaforma preferita. Si riparte così, con quell’aria un po’ vintage stile anni Ottanta e Novanta, ma è solo una suggestione dettata dalla spalmatura televisiva. E se vogliamo dirla tutta, Milan-Anderlecht non è il modo migliore per ripartire nelle coppe europee, visto lo stato confusionale dei rossoneri e di un calcio italiano a cui in troppi hanno già cantato il de profundis. Le sfide più suggestive si giocheranno a Londra: Chelsea-Juventus e Tottenham Hotspur-Lazio.
In questi giorni futebolfinance.com ha pubblicato la classifica dei club che hanno guadagnato di più nell’ultimo triennio europeo, 2009-12, tra premi e diritti televisivi Uefa. Chelsea, Manchester United e Barcellona occupano il podio di questa graduatoria. Inghilterra, Spagna e Germania quello delle nazioni. L’Italia è quarta e in media ha diviso quasi 30 milioni a testa per 10 club diversi, l’Inghilterra oltre 49 per 11, la Spagna addirittura 48,7 per sole 8 squadre, con Inter, Chelsea e Barcellona a fare la parte del leone. Il Chelsea di Di Matteo, in prima posizione, dal 2009 a oggi ha speso 136.625.000 euro: 10 milioni in più di quanto abbia fatto nella sola campagna acquisti 2010-11 (quasi 59 milioni di euro per Torres). La Juventus è al 41° posto con poco più di 24 milioni, ma a pesare è soprattutto il gap d’esperienza tra un gruppo che ha fatto della Champions il proprio giardino e chi s’è dovuto accontentare d’altro. Vedremo quanto peserà la fame bianconera al netto di un blasone ribaltato.
Le due squadre italiane che resistono nella top ten della classifica di futebolfinance.com sono l’Inter (5°, grazie al triplete del 2010) con 118.310.000 euro e il Milan (8°) con poco più di 89 milioni. Se dovessimo guardare a queste cifre né Rubin Kazan (27° con 31.677.000 euro) né tanto meno l’Anderlecht (76° con quasi 6 milioni) dovrebbero impensierire le milanesi, ma i russi rappresentano, anche economicamente, il nuovo che avanza, mentre il calcio belga non è mai stato di facile digestione per il Diavolo. L’ultima volta che si sono incontrate nel girone di Champions, però, il Milan ha vinto sia all’andata che al ritorno e poi s’è portato a casa la settima coppa. Cinque anni fa, un’altra squadra, un’altra storia. Stesso discorso vale per i cugini che hanno incontrato i russi nel girone prima di vincere al Santiago Bernabeu contro il Bayern Monaco.
Netto il divario che, in Europa League, separa la Lazio dal Tottenham: quasi una trentina di milioni (tra premi e diritti) e un destino simile, promettente all’inizio quanto avaro alla fine della stagione. Petkovic contro Villas Boas che cercherà di dimostrare che lui è unico e non il Mourinho de noantri. Miroslav Klose in stato di grazia potrebbe azzerare in un attimo blasone ed economie.
L’Anzhi di Guus Hiddink e Samuel Eto’o ha speso nell’ultimo quinquennio quello che l’Udinese è riuscita a incassare, ma non compare nella classifica di futebolfinance.com: club in ascesa ma con scarsa esperienza europea. I friulani, invece sono all’88° posizione con 3.137.000 euro e il grosso rammarico di aver perso per due anni consecutivi il treno per la Champions. In questa partita si confrontano due modelli di calcio (forse anche di gioco) completamente diversi e chissà che il fair play finanziario alla fine non premi come merita la famiglia Pozzo. Per il Napoli i 30 milioni guadagnati sono la cifra di una crescita internazionale che ha toccato l’apice nella scorsa stagione e gli svedesi dell’AIK non dovrebbero essere un problema per la lanciatissima squadra di Mazzarri che, però, deve imparare ad avere più aplomb sui palcoscenici continentali. Non è Mourinho, non ha vinto quanto lui, scimmiottarlo nei comportamenti non gli giova.
Inutile raccontarsela, i soldi oggi più di ieri fanno la differenza anche in campo. Pochi o tanti, servono a far quadrare i bilanci e poter comprare i giocatori più forti. Sognate pure a occhi aperti notti di coppe e di campioni, ma l’unica cosa che conta davvero è riprendersi quel maledetto terzo posto nel ranking Uefa che adesso occupa la Germania e un 4-3 ai supplementari non basta più.
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