Primarie del Pd, candidati mezze porzioni con parmigiana di melanzane

Stefano Di Michele

Sempre ottima l’intenzione, si capisce. Per esempio, quella di Pippo Civati, “rottamator cortese” rispetto ai botti e mortaretti dell’antico sodale Renzi (entrambi stazionavano sui binari della Leopolda) che avendo visto “un effetto formicaio impazzito” ha deciso che è giunto il momento di dare il suo personale contributo. Così ha lanciato “Occupy primarie per costruire il Pd e il centrosinistra” – così che, candidandosi anche Pippo, “un fronte unitario” potrebbe miracolosamente risultare più a portata di mano. S’intende che pure ci si candida, ma non contro qualcuno, dio ne scampi.

    Sempre ottima l’intenzione, si capisce. Per esempio, quella di Pippo Civati, “rottamator cortese” rispetto ai botti e mortaretti dell’antico sodale Renzi (entrambi stazionavano sui binari della Leopolda) che avendo visto “un effetto formicaio impazzito” ha deciso che è giunto il momento di dare il suo personale contributo. Così ha lanciato “Occupy primarie per costruire il Pd e il centrosinistra” – così che, candidandosi anche Pippo, “un fronte unitario” potrebbe miracolosamente risultare più a portata di mano. S’intende che pure ci si candida, ma non contro qualcuno, dio ne scampi. Così Laura Puppato (lanciata da Concita De Gregorio su Repubblica e con vigore difesa sul Fatto da Lidia Ravera, che denuncia aria di complotto attorno al poco clamore che la sua candidatura suscita: “Silenzio bulgaro, totalitario, innaturale”, cribbio!, direbbe il Cav., noto bulgaro di suo), che ha elaborato la singolare teoria – “se serve un’anima bella ho deciso: io ci sono”, ma volendo scendere in competizione con Bersani e Renzi, mica lo fa contro Bersani e Renzi, anzi tutti e due come il pane servono, “l’energia di Renzi, la competenza di Bersani”, piuttosto in pista “ma non contro Bersani o contro Renzi, per un’idea di futuro possibile”. Almeno un punto certo – di indiscussa, consolante chiarezza – in questo essere ma non essere, contro ma non contro, a favore ma non a favore, c’è – e alla De Gregorio la nuova antagonista ma non antagonista di Bersani lo confida “davanti a una parmigiana di melanzane”, ed è il seguente: “Ché anche questa storia che la magrezza è bellezza è una bufala”. Almeno, come candidata, non è una sorta di mortificante “re della mezza porzione” come Renzi, riapparso per le primarie sfinato e imbellito che manco il Cav. dopo il soggiorno in Kenya, issato sulla “Divina” (che altro?) con ai remi quelli del Giornale.

    Saranno almeno un divertente parapiglia, se il futuro si conformerà al presente, le primarie che verranno. Che forse potrebbero riservare qualche consolazione – finora, pochine – al candidato Bersani, visto che sorprendentemente Vendola fa capire che potrebbe farsi da parte, intenzionato a correre solo se “immacolato” – giudiziariamente parlando, mica altro, visto “qualche problema da affrontare”, come ha spiegato (sempre alla De Gregorio, vero coach di questo impressionante assembramento, dibattito c/o Fiom). Perché poi, qui non è finita – anzi, come per il signor Bonaventura è qui che comincia l’avventura. Perché se quasi nessuno aveva fatto mente alla compagna Puppato e si era inopinatamente trascurato il compagno Pippo, premono alle porte i candidati più squisitamente socialisti. Ed essendo la tradizione nobile ma il presente magro, ecco che almeno due (per il momento) si profilano all’orizzonte: il compagno Valdo Spini – che sta a Firenze come Renzi, ma Renzi osserva in cagnesco – dato “l’intensificarsi degli appelli per scendere in campo”, un pensierino forse ce lo sta facendo, anche se per il momento, si legge nelle cronache – che peraltro e a ragione notano nel forse candidato “un portamento quasi british” – “l’ex ministro non prende posizione, non dando per certa la sua partecipazione ma neppure negandola recisamente”. Ma c’è pure da tener conto del segretario del Psi, Riccardo Nencini, che volendo fare “un ragionamento alla Catalano” (così ottimisticamente lo definisce) spiega: “Alle primarie di coalizione credo che mi candiderò”. Crede. E comunque, nientemeno pare che della questione si potrebbe occupare il congresso dell’Internazionale socialista a Bruxelles – solo a spiegare per esteso la faccenda sarà cosa lunga. Finito? Mica tanto. Qualche rimostranza ha da presentare anche Enrico Morando, capo dell’ala liberal del Pd bersaniano. E anche qui un complesso rovello: “Se l’alternativa si restringe a Bersani o Renzi, meglio Renzi”. Fatto, allora? Per niente: “Ma se il metodo delle primarie sarà quello del doppio turno non escludo che l’area liberal potrà avere un suo candidato”. Decisamente troppo giusto.