Batman alle primarie del Pd
La questione l’ha riaperta Matteo Renzi con l’appello agli elettori del centrodestra, la caccia dichiarata al voto trasversale. Occasione irresistibile per la maggioranza bersaniana (allargata agli altri e numerosi avversari del rottamatore) di trasformarla in sospetto e buttarla in morale: Renzi è spregiudicato, punta a vincere le primarie con i voti “impuri” del centrodestra, consente al Pdl di condizionare le primarie del Pd, è l’assunto più o meno esplicito. E ovviamente condannato. Eppure, a sentire gli esperti di sistemi elettorali, Renzi fa più che bene a corteggiare quell’area.
Roma. La questione l’ha riaperta Matteo Renzi con l’appello agli elettori del centrodestra, la caccia dichiarata al voto trasversale. Occasione irresistibile per la maggioranza bersaniana (allargata agli altri e numerosi avversari del rottamatore) di trasformarla in sospetto e buttarla in morale: Renzi è spregiudicato, punta a vincere le primarie con i voti “impuri” del centrodestra, consente al Pdl di condizionare le primarie del Pd, è l’assunto più o meno esplicito. E ovviamente condannato. Eppure, a sentire gli esperti di sistemi elettorali, Renzi fa più che bene a corteggiare quell’area. “E’ qualcosa di più semplice del panachage – spiega al Foglio Roberto D’Alimonte, politologo della Luiss – in Italia sta accadendo quello che accade da tempo negli Stati Uniti dove è diminuito l’elettorato che si identifica con i repubblicani o con i democratici ed è aumentato quello indipendente. Da noi l’elettorato deluso, a me piace definirlo disancorato – dal Pdl quanto dal Pd – corrisponde secondo i sondaggi più o meno al 50 per cento, una cifra altissima. Prima non era così, l’elettorato italiano era molto più legato alle appartenenze”. Secondo D’Alimonte questi sono voti disponibili per chi sa intercettarli, sono voti legati al candidato “un po’ come accadde nel ’93- ‘94”, aggiunge. “Alle ultime politiche ha votato l’80 per cento degli elettori, ma le variazioni nell’affluenza non sono mai state superiori ai quattro punti percentuali. Anche ammettendo un tracollo di sei sette punti arriveremmo ad un 23 per cento di indecisi: sono quasi otto milioni di voti non pochi. Renzi – come Grillo certo – punta in quella direzione”.
Gianfranco Pasquino, professore di scienze politiche all’Università di Bologna, guarda alla Francia e ritiene che la migliore garanzia per la “libertà di movimento degli elettori” un fattore a suo avviso positivo sia il doppio turno. “E’ il doppio turno a garantire la possibilità di un voto strategico o tattico, cioè di scegliere il meno peggio quando si sappia in partenza per esempio che il candidato teoricamente preferito ha poche chance di vittoria”, dice . “Il doppio turno istituzionalizza la libertà di movimento, da noi del resto nel caso dei sindaci funziona”. Pasquino mette però in guardia nel caso delle primarie a doppio turno: “Non vorrei che qualche furbetto pensasse di blindare il doppio turno consentendo di partecipare al ballottaggio delle primarie per esempio fra Bersani e Renzi solo a chi ha votato al primo turno…”. Secondo Pasquino, insomma, la caccia al voto trasversale è più che legittima e anzi deve essere incoraggiata o almeno assicurata. Nessun timore che possa produrre inquinamento nel voto del centrosinistra: “Non vedo nel centrodestra generali che possano mobilitare infiltrati nei gazebo del centrosinistra”, osserva. “Senza contare che gli elettori del centrodestra hanno scarsa propensione al voto per le primarie”. Chi è decisamente ostile ad ogni forma di trasversalismo nel dilemma Bersani vs Renzi è Giovanni Sartori: “Sarebbe scorrettissimo, il panachage non c’entra”, taglia corto. Arturo Parisi, interpellato come esperto di sistemi elettorali ovviamente d’area, considera non praticabile il panachage in Italia. “Dovrebbe esserci un sistema maggioritario, la possibilità di indicare se non eleggere direttamente il premier e le primarie anche per il centrodestra … troppa roba!”, spiega al Foglio. Ma insieme precisa che Renzi fa bene a puntare ai voti del centrodestra: “Quelli che significano riconoscimento degli errori del passato, non sono trucchi. In questo senso Renzi può e anzi deve fare appello al massimo di partecipazione alle primarie”.
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