Alla ricerca di un Renzi per il centrodestra / 1

Giovani e con un'idea chiara: basta tasse. E' il Tea Party Italia

Pietro Salvatori

Battono le piazze di tutta Italia. Innalzano un palchetto, invitano qualche ospite, chiedono alle gente che accorre di dire la sua. Molte voci, un solo credo: basta tasse. Dopo essere diventato un fenomeno di massa negli Stati Uniti – Paul Ryan, il candidato alla vicepresidenza di Mitt Romney ne è un deciso simpatizzante – il Tea Party è arrivato anche in Italia. “E' successo due anni fa, quando dell’eccessiva pressione fiscale non parlava nessuno, erano tutti concentrati sulle Olgettine e sulla casa di Montecarlo”, racconta Saba Zecchi, tra i fondatori del movimento.

    Battono le piazze di tutta Italia. Innalzano un palchetto, invitano qualche ospite, chiedono alle gente che accorre di dire la sua. Molte voci, un solo credo: basta tasse. Dopo essere diventato un fenomeno di massa negli Stati Uniti – Paul Ryan, il candidato alla vicepresidenza di Mitt Romney ne è un deciso simpatizzante – il Tea Party è arrivato anche in Italia. “E' successo due anni fa, quando dell’eccessiva pressione fiscale non parlava nessuno, erano tutti concentrati sulle Olgettine e sulla casa di Montecarlo”, racconta Saba Zecchi, tra i fondatori del movimento. In piena era berlusconiana, dunque, perché i ragazzi che animano la costola italiana del movimento portano avanti un’idea cara a molti tra conservatori e liberali, ma non guardano in faccia a nessuno. “Ci interessa esercitare una pressione esterna nei confronti di tutti i partiti – spiega Zecchi – chiunque abbia una buona idea in merito, lo appoggiamo”. Il primo appuntamento fu a Prato. Cento persone accorsero per ascoltare Andrea Mancia e Marco Respinti, che aprirono la strada ad una serie di ospiti illustri che hanno animato i BarCamp teapartisti: da Oscar Giannino ad Antonio Martino, da Alberto Mingardi a Fabrizio Rondolino. A metà settembre, a Busto Arsizio, anche Giampaolo Sablich, leader cittadino del Movimento 5 stelle. Uno slogan, "Meno tasse, più libertà!", immediato e facilmente condivisibile. Che gli ha conquistato sulla rete le simpatie di 2.600 followers e più di 4.000 likers e gli è valso un invito dai cugini d’oltreoceano. E le simpatie del conduttore televisivo Andrea Pezzi, storico vj di Mtv. “E' uno strano caso di giovani che dicono cose di buon senso – spiega al Foglio – Non sono ancora stato ad uno dei loro incontri, ma lo farò presto”.  Il successo del Tea Party, secondo Pezzi è che “ha un’ambizione semplice e lo comunica in modo comprensibile. Se uno ha sete, non gli fai dei bei discorsi, gli dai l’acqua. Ecco, loro dicono più o meno la stessa cosa”.

    Invece di conquistarli, la boutade di fine estate di Silvio Berlusconi di voler abolire l’Imu li ha lasciati freddi. “Una proposta che arriva da chi l’Imu l’ha votata, bisogna farle la tara”, osserva Zecchi. “Quella detta da Berlusconi è una cosa condivisibile – ammette Pezzi – Ma i politici l’hanno distrutta la politica, a forza di vuoti slogan”. Anche perché loro cancellazione dell’Imu l’hanno proposta concretamente a più di trecento comuni italiani, ottenendo qualche decina di successi. “Il prossimo passo sarà la composizione di una task force legale che ne studi l’incostituzionalità”, avverte la fondatrice, perché “una norma fiscale non può essere votata per decreto”. Naturale la sintonia con l’Istituto Bruno Leoni, storico think tank liberale, e con Fermare il declino. Il leader di quest’ultimo già due anni fa si era idealmente arruolato nel Tea Party, intervenendo nell’appuntamento di Forte dei Marmi. Una vicinanza ideale, perché “il Tea Party non ha nessuna intenzione di confluire in un partito”, assicura Zecchi. Anche se un partito che sposi le loro idee, forse, servirebbe…