Il tato

Annalena Benini

Al posto della divisa da Mary Poppins, il “manny” indossa una sobria giacca di tweed con cravatta marrone, che infila velocemente dentro la camicia quando deve cambiare il pannolino al neonato di cui si occupa. “Sono una tata”, dice con orgoglio il ragazzo iscritto all’antica Università delle bambinaie, a Bath, in Inghilterra, da dove escono le donne più qualificate al mondo per prendersi cura di figli di banchieri, avvocati, celebrità e nobili di campagna.

    Al posto della divisa da Mary Poppins, il “manny” indossa una sobria giacca di tweed con cravatta marrone, che infila velocemente dentro la camicia quando deve cambiare il pannolino al neonato di cui si occupa. “Sono una tata”, dice con orgoglio il ragazzo iscritto all’antica Università delle bambinaie, a Bath, in Inghilterra, da dove escono le donne più qualificate al mondo per prendersi cura di figli di banchieri, avvocati, celebrità e nobili di campagna. Suona ancora un po’ strano, ma nelle agenzie di baby sitting c’è molta richiesta di uomini per portare al parco i bambini e preparare loro la cena mentre i genitori sono al lavoro. Madri esaurite che hanno licenziato la quarantesima baby sitter (“tornavo a casa e mi mettevo in cucina a girare il sugo, mentre lei raccontava a mio marito, sbattendo le ciglia, come era andata la giornata”) a causa di quella competizione snervante che spesso si crea fra due signore nella stessa casa per stabilire chi è la migliore, chi cucina meglio, chi è la più amata; mogli che assieme alla baby sitter hanno cacciato il marito; donne che si sentono più sicure se la sera è un uomo a portare a casa dalla piscina il loro bambino, oppure vogliono che si giochi a calcio invece che con le pentoline.

    Un uomo semplifica molte cose, secondo i sostenitori della balia maschio, nuova frontiera del passaggio di testimone fra uomini e donne, e del mescolamento felice dei ruoli: azzera le possibilità di nuove generazioni di maschi abituati a essere serviti dalle femmine, elimina lo spettegolio costante delle bambinaie sui litigi e i segreti dei datori di lavoro e offre una grande possibilità di ripicca: ribalta il cliché abusato ma sempre di moda della baby sitter da scegliere, secondo le regole non scritte di molte, il più bruttina possibile. E non, come Jane Eyre, solo fintamente bruttina, di quelle che poi sciolgono lo chignon o si mettono in costume da bagno e il bambino piccolo dice: come sei bella, più bella di mamma. Una tata maschio, magari ex giocatore di rugby, potrebbe vendicare millenni stereotipati di uomini che non sanno resistere alla comodità dell’amore a domicilio, o comunque nei paraggi, sempre con un occhio ai bambini, ché non si facciano male giocando. Il manny è in grado, senza sforzo, di infilare il passeggino nell’automobile, di caricarsi in spalla il bambino che si rifiuta di camminare, di incutere timore, se necessario, ai bulletti della scuola. Di far sentire in colpa il padre assente.

    In una vecchia puntata di “Friends”, Jennifer Aniston era estasiata dai modi gentili e creativi del baby sitter di sua figlia, mentre il padre era molto infastidito: il baby sitter cucinava biscotti alla cannella, suonava il flauto, cantava dolci ninnenanne per fare addormentare la bambina. Alla fine venne licenziato, per eccessiva bravura. Ma era la fine degli anni Novanta, gli uomini non avevano ancora provocato l’enorme crisi economica, Hanna Rosin non aveva ancora deciso che la fine degli uomini era arrivata, a causa della loro incapacità di adattarsi, alla mancanza di intelligenza sociale. Adesso, che viene generosamente data loro la possibilità di reinventarsi come tate, potranno dimostrare che tanta fiducia nella loro intelligenza sociale è invece ben riposta, e che i vestitini dei bambini non sono mai stati così perfettamente stirati.

    • Annalena Benini
    • Annalena Benini, nata a Ferrara nel 1975, vive a Roma. Giornalista e scrittrice, è al Foglio dal 2001 e scrive di cultura, persone, storie. Dirige Review, la rivista mensile del Foglio. La rubrica di libri Lettere rubate esce ogni sabato, l’inserto Il Figlio esce ogni venerdì ed è anche un podcast. Ha scritto e condotto il programma tivù “Romanzo italiano” per Rai3. Il suo ultimo libro è “I racconti delle donne”. E’ sposata e ha due figli.