Alla ricerca di un Renzi per il centrodestra / 2

Le tre parole d'ordine dei formattatori: primarie, primarie e primarie

Pietro Salvatori

Nel corso degli ultimi mesi hanno incassato molte critiche, dagli avversari politici come dall’interno del partito. Ma il merito dei “formattatori” è stato quello di aver lanciato una nuova stagione movimentista nell’ambito del centrodestra. “Perché un movimento? Perché nel partito non c’è nessuno strumento per portare avanti un dialogo”, spiega Andrea Di Sorte, che ha coniato il nome. Formattiamo il Pdl è partito da Twitter. Prima con un hashtag il 9 gennaio scorso, poi con un account. Perfino a precedere la testata del sito hanno inserito un cancelletto, che contraddistingue le parole chiave di Twitter.

    Nel corso degli ultimi mesi hanno incassato molte critiche, dagli avversari politici come dall’interno del partito. Ma il merito dei “formattatori” è stato quello di aver lanciato una nuova stagione movimentista nell’ambito del centrodestra. “Perché un movimento? Perché nel partito non c’è nessuno strumento per portare avanti un dialogo”, spiega Andrea Di Sorte, che ha coniato il nome. Formattiamo il Pdl è partito da Twitter. Prima con un hashtag il 9 gennaio scorso, poi con un account. Perfino a precedere la testata del sito hanno inserito un cancelletto, che contraddistingue le parole chiave di Twitter. Tanto giovani da aver snobbato l’attempato Facebook, dove hanno raggranellato poco più di 200 simpatizzanti. Ma oltre che sul web, i formattatori hanno provato a muoversi prima dell’estate anche sul territorio. “Non si può fare politica solo su Twitter”, osserva Di Sorte. Così  sono riuniti il 25 maggio a Pavia (lo slogan del convegno? “Chi non tweetta non entra”, ovviamente). Il capoluogo è amministrato dal leader del movimento, Alessandro Cattaneo, il paradigma degli animatori del gruppo. Eletto nel 2009 quando aveva solo 29 anni, fa parte di quella generazione di amministratori locali troppo giovane per aver vissuto in prima persona il tentativo di rivoluzione liberale sognato nel ’94, ma che accusano i vertici azzurri di non aver saputo dare un’adeguata risposta alla crisi del quarto governo di Silvio Berlusconi. A Pavia ha accolto Angelino Alfano di fronte ad un’assemblea che ha tributato all’ex Guardasigilli un’ovazione. I formattatori mirano a rivoluzionare il partito a partire da un cambiamento della selezione della classe dirigente, prima che dai contenuti. Ma preservando il ruolo di Silvio Berlusconi e del suo segretario politico. Un appiattimento sul vertice che gli ha attirato numerose critiche.

    Il sospetto, di molti coetanei come di alcuni parlamentari azzurri, è che Formattiamo il Pdl sia solo un trampolino di lancio per i capi del movimento, in cerca di un posto in Parlamento. “Alfano ci aveva promesso le primarie, e aveva assicurato che Cattaneo avrebbe fatto parte del suo staff. Come potevamo non applaudirlo? Era lui il nostro Matteo Renzi”, spiega Di Sorte. Una luna di miele durata poche settimane. Nelle pagelle che hanno assegnato ai dirigenti, la bocciatura dell’ex segretario è stata sonora: “7 per le idee, 2 per la segreteria politica. Media 4,5”. È bruciato il passo indietro sulle primarie, e nulla è cambiato nei quadri alla guida del partito. Dunque che fare? A sentire Cattaneo, quella dei formattatori potrebbe essere una parentesi definitivamente archiviata: “Oggi stiamo pensando al passo successivo, mettendo in rete una serie di amministratori locali”. Per il sindaco di Pavia “bisogna passare da una rete virtuale ad una reale”. Difficile spuntargli qualcosa in più, salvo che “abbiamo in mente un nuovo progetto politico”. Si è incrinato il rapporto con il Pdl, dopo che “ha rinunciato alle primarie per la discesa in campo di Berlusconi”. “Il Cavaliere – chiosa – è il padre nobile del Pdl. Ma per fare un partito moderno era quella la strada da intraprendere”.