Uno scandalo franco-tedesco

Mancavano due gemelli indistinguibili a portare guai tra Parigi e Berlino

Paola Peduzzi

I fratelli Proglio sono due gemelli omozigoti, indistinguibili, interscambiabili, affiatatissimi. Originari di una famiglia piemontese, a 63 anni Henri e René sono anche due degli uomini più potenti di Francia: Henri è capo di Edf, primo produttore mondiale di elettricità (è anche nel board di Edison, controllata da Edf); René è il numero uno di Morgan Stanley in Francia. Non amano farsi ritrarre assieme: si concessero al Monde, nel 2009, e quell’immagine dei gemelli è di fatto l’unica che circola nelle redazioni.

    Milano. I fratelli Proglio sono due gemelli omozigoti, indistinguibili, interscambiabili, affiatatissimi. Originari di una famiglia piemontese, a 63 anni Henri e René sono anche due degli uomini più potenti di Francia: Henri è capo di Edf, primo produttore mondiale di elettricità (è anche nel board di Edison, controllata da Edf); René è il numero uno di Morgan Stanley in Francia. Non amano farsi ritrarre assieme: si concessero al Monde, nel 2009, e quell’immagine dei gemelli è di fatto l’unica che circola nelle redazioni. Ma lavorano spesso fianco a fianco, cercando la mimetizzazione: René va spesso a trovare Henri nel suo ufficio (scatenando crisi di identità nei dipendenti: perché oggi il capo non mi ha salutato?, si disperano, ma probabilmente si trattava del fratello) e lo porta a mangiare all’Etoile 1903, una brasserie dell’avenue de Wagram. Henri è il gemello più politicizzato, amico degli ex presidenti Jacques Chirac e Nicolas Sarkozy (si dice che sia lui il padre della figlia dell’ex sarkozette Rachida Dati), ma anche compagno di scuola di Dominique Strauss-Kahn, ex capo del Fmi, e amico dell’attuale premier socialista Jean-Marc Ayrault. C’è un odio poco cordiale invece con Michel Sapin, ministro del Lavoro di stretta fede hollandiana, che ha già detto che prima o poi si dovrà “parlare di un cambio di potere a Edf”.

    Capire gli equilibri tra i Proglio e la nuova dirigenza socialista della Francia è oggi piuttosto importante, perché “i formidabili gemelli”, come sono stati definiti non senza malizia dal tedesco Handelsblatt, sono finiti in uno scandalo politico-finanziario che va dritto agli uomini della cancelliera di Berlino, Angela Merkel. Poiché nessuno vuole aggiungere tensioni alla già tesa alleanza franco-tedesca alle prese con il salvataggio dell’Europa, la questione è stata tenuta sotto traccia, ma il Nouvel Observateur in edicola da due giorni la rilancia con una certa prepotenza. I fatti risalgono al 2010, quando Henri Proglio fa sapere alla tedesca EnBW (Energie Baden-Württemberg), terza produttrice di elettricità in Germania, di cui Edf detiene il 45 per cento, di non essere soddisfatto: si lamenta di non avere alcun potere sulla sua filiale.

    Proglio fa così sapere a Stefan Mappus, ministro-presidente del Baden-Württemberg in quota Cdu, partito della Merkel, che vuole prendere il controllo dell’azienda o vendere la sua quota. Mappus, che si stava facendo strada nei ranghi della Cdu ma aveva le regionali alle porte, si lascia tentare dall’acquisto (vendere tutto ai francesi era fuori discussione): il 26 novembre del 2010, Proglio e Mappus si mettono d’accordo sul prezzo, 40 euro ad azione, ma il 4 dicembre il valore è già salito a 41,50. Per Mappus si tratta di una spesa di 4,7 miliardi di euro, e vorrebbe consultare il suo Parlamento, ma Proglio gli dice di far presto, e il 6 dicembre l’esecutivo del Baden-Württemberg approva l’acquisto. Proglio vorrebbe inserire una clausola che prevede il via libera dal ministero dell’Economia (Edf è di proprietà dello stato francese), ma è Mappus che fa valere la logica della fretta. Il 6 dicembre Proglio esulta, scrive il Nouvel Obs: “Ho fatto l’affare del secolo!”.

    Mappus celebra il riacquisto con orgoglio, ma nel giro di poco tempo gli crolla tutto addosso: la catastrofe di Fukushima fa cambiare strategia energetica a Merkel rendendo meno appetibile l’EnBW; subito dopo, l’opposizione rosso-verde vince nel Land, manda a casa Mappus e istituisce una commissione d’inchiesta per far luce sull’accordo con Edf. Anche la Corte dei conti regionale indaga, nel luglio del 2011 la casa di Mappus viene perquisita e l’ex governatore viene accusato di truffa: ha contrattato un prezzo troppo alto (18 per cento in più del valore di allora), non ha consultato il Parlamento e non ha fatto una gara per selezionare la banca d’affari che gestisse l’acquisizione. Mappus scelse Morgan Stanley, guidata in Germania da Dirk Notheis, amico d’infanzia e membro della Cdu. Durante le trattative, era stato proprio Notheis a inviare un’email a Edf: se c’è bisogno, “Angela chiama l’Eliseo” (è un caso tra l’altro che scriva “Angela” perché di solito cita la cancelliera chiamandola “mamma”). Non è naturalmente irrilevante il fatto che a dirigere Morgan Stanley in Francia ci sia il gemello René Proglio (la banca ha incassato 16,3 milioni di euro). Il Baden-Württemberg, a guida rosso-verde, chiede a Edf un risarcimento di 840 milioni di euro e usa lo scandalo per indebolire Merkel in vista delle elezioni del 2013.

    In Francia i socialisti affilano i coltelli soprattutto contro Henri Proglio, il quale dichiara che si tratta di una questione tutta tedesca, rifiuta l’accusa di conflitto d’interesse, e dice ridendo: “Ora manca solo che René non possa più lavorare per un’azienda in cui mi trovo io!”.

    • Paola Peduzzi
    • Scrive di politica estera, in particolare di politica europea, inglese e americana. Tiene sul Foglio una rubrica, “Cosmopolitics”, che è un esperimento: raccontare la geopolitica come se fosse una storia d'amore - corteggiamenti e separazioni, confessioni e segreti, guerra e pace. Di recente la storia d'amore di cui si è occupata con cadenza settimanale è quella con l'Europa, con la newsletter e la rubrica “EuPorn – Il lato sexy dell'Europa”. Sposata, ha due figli, Anita e Ferrante. @paolapeduzzi