In Inghilterra c'è un calciatore anonimo che racconta il marcio della Premier League

Francesco Caremani

La Premier League messa a nudo da un giocatore anonimo che scrive sul Guardian. Nasce così “I am the secret footballer”, libro di denuncia edito da Guardian Books, che dovrebbe aprire uno squarcio profondo sul marcio che si nasconde dietro il volto patinato del campionato inglese di calcio. Pubblicato lo scorso 23 agosto il sottotitolo recita “Sollevando il coperchio sul gioco più bello”, parole che non possono non solleticare gli appassionati, noi italiani in particolare, sempre alla ricerca degli scandali altrui per pareggiare il conto, per non sentirsi gli ultimi della classe, per poter indicare il dito verso chi troppo spesso s’è sentito superiore per nascita e definizione.

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    La Premier League messa a nudo da un giocatore anonimo che scrive sul Guardian. Nasce così “I am the secret footballer”, libro di denuncia edito da Guardian Books, che dovrebbe aprire uno squarcio profondo sul marcio che si nasconde dietro il volto patinato del campionato inglese di calcio. Pubblicato lo scorso 23 agosto il sottotitolo recita “Sollevando il coperchio sul gioco più bello”, parole che non possono non solleticare gli appassionati, noi italiani in particolare, sempre alla ricerca degli scandali altrui per pareggiare il conto, per non sentirsi gli ultimi della classe, per poter indicare il dito verso chi troppo spesso s’è sentito superiore per nascita e definizione.

    Ma se da un lato l’operazione giornalistica del Guardian è stata costruita nel rispetto dell’etica anglosassone (non stiamo mica parlando di The News Of The World), dall’altra quella commerciale appare quanto mai azzeccata, in un Paese in cui l’editoria sportiva ha ben altro spessore e successo che in Italia. Il calciatore anonimo ha iniziato a scrivere sul giornale, ha un account Twitter @TSFGuardian, una maglietta commemorativa e infine un libro, in perfetto stile buzz marketing. “Oggi, come ogni mattina, grazie alla mia porzione di antidepressivi sono diverso. Ci sono sempre i momenti storti ma non mi sveglio più con la paura d’affrontare la giornata, non desidero essere lontano dal centro d’allenamento e ogni cosa che faccio non mi appare come scalare l’Everest”, scrive l’anonimo.

    Più che Carlo Petrini (ineguagliabile il suo “Nel fango del dio pallone”) un Almeyda qualsiasi, che una volta arrivato al capolinea sputa nel piatto dove ha mangiato (come direbbero calciofili italici e addetti ai lavori in carriera o squalificati), raccontando lo schifo che circonda il mondo del calcio, meno prosaico e più borghese di quanto ognuno di noi possa immaginare. “Molte wags sanno che il loro uomo non è fedele ma stanno zitte altrimenti sarebbe la fine della bella vita. Ne conosco alcune che hanno trovato il marito a letto con un’altra e hanno continuato a preparare la cena come se niente fosse. Il problema si pone solo quando i media ne parlano, ma la regola generale è nascondere la notizia il più velocemente possibile, fino a quando la signora non ha più bisogno del giocatore”: banale.

    Seguono quindi episodi, racconti, ma senza fare i nomi, una fonte anonima che racconta fatti anonimi che si presume abbiamo visto o vissuto in prima persona. Qualche nome è stato scritto ma solo per una battuta acida o riferimento, comunque, generico. Sul sito del Guardian c’è addirittura un video in cui si vede the secret footballer palleggiare e raccontarsi (la voce è di un attore) fino a tirare il pallone col piede sinistro. Un indizio su chi potrebbe essere, tanto che è stato creato un sito per cercare di scoprirne l’identità, attraverso una classifica continuamente aggiornata col voto dei tifosi (?). Ecco: Dave Kitson (svincolato), Nicky Shorey (Reading FC) e Paul Konchesky (Leicester City) sono mancini, anche se il primo è molto più alto. Ma il mistero resta e deve resistere a lungo perché tutto questo parlarne possa generare il giusto business.

    “Si dice spesso che il 95 per cento di ciò che accade nel calcio rimane chiuso dietro una porta. Molte di queste storie non ve le dovrei raccontare. Ma lo farò”. E noi sciocchi che credevamo che fosse il paradiso della sincerità e della trasparenza, mica come la politica o le nostre misere esistenze quotidiane, già. L’anonymous della Premier League ha scritto di soldi, manager, wags, verruche e altro, ma alla fine la domanda più importante, come sottolinea il Guardian, è: chi è il calciatore segreto? Altro indizio che, al di là delle verità nascoste dietro una maglia indossata alla rovescia, ci sussurra all’orecchio il lato fortemente commerciale, più che d’inchiesta, del libro. E il calcio? Per fortuna non è tutto qui.

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