Su Facebook e senza giornali, il Censis fotografa gli italiani

Piero Vietti

Sempre più su Facebook anche se spaventati dalla mancanza di privacy in rete, sempre più connessi ma senza giornali sotto braccio, sempre più avidi di informazioni ma solo di quelle che già vogliamo conoscere. La fotografia che il Censis fa (in collaborazione con Ucsi) del rapporto tra gli italiani e la comunicazione in realtà non sorprende, se non nei numeri. Tv e radio resistono ai tempi che cambiano (rispettivamente il 98,3 e l’83,9 per cento degli italiani restano loro fedeli), e i telefoni cellulari vengono utilizzati ormai da 8 persone su 10 soprattutto nella versione smartphone.

    Sempre più su Facebook anche se spaventati dalla mancanza di privacy in rete, sempre più connessi ma senza giornali sotto braccio, sempre più avidi di informazioni ma solo di quelle che già vogliamo conoscere. La fotografia che il Censis fa (in collaborazione con Ucsi) del rapporto tra gli italiani e la comunicazione in realtà non sorprende, se non nei numeri. Tv e radio resistono ai tempi che cambiano (rispettivamente il 98,3 e l’83,9 per cento degli italiani restano loro fedeli), e i telefoni cellulari vengono utilizzati ormai da 8 persone su 10 soprattutto nella versione smartphone. L’utilizzo in costante aumento di questi ultimi, assieme ai tablet (7,8 per cento della popolazione, 13,1 per cento dei giovani), sta a dimostrare che il futuro è già presente ed è fondamentalmente mobile. Che le applicazioni di news siano state scaricate nell’ultimo anno dal 25,8 per cento dei possessori di tablet e smartphone consola in parte chi lavora nel mondo dell’informazione, alle prese con “l’emorragia di lettori della carta stampata”. I lettori di quotidiani infatti sono crollati velocemente, e in soli cinque anni sono passati dal 67 per cento degli italiani al 45,5, con un calo negli ultimi dodici mesi del 2,3 per cento. I giornali moriranno? La domanda è vecchia, si presta a molteplici risposte e deve fare i conti con una realtà in cui – dice sempre il rapporto Censis/Ucsi – gli italiani navigano molto su Internet, i giovani non leggono più giornali né libri (con percentuali rispettivamente del 33,6 e 57,9 per cento) e le informazioni si cercano su social network e preferibilmente su portali web generici e non siti di quotidiani. Quotidiani che online raggiungono comunque il 20,3 per cento degli italiani con un aumento del 2,1 per cento negli ultimi due anni. Di fornte a questi dati, il rapporto lancia un allarme, parlando di rete come “strumento nel quale si cercano le conferme delle opinioni, dei gusti, delle preferenze che già si possiedono”, grazie alla personalizzazione delle notizie che molti siti permettono. Più del 40 per cento degli italiani è su Facebook, e se si guarda la fascia tra i 14 e i 29 anni la percentuale tocca quasi l’80 per cento. “I media siamo noi”, dice il Censis/Ucsi. Se sia un bene o un male tocca ad altri dirlo. Ma la realtà è questa.

    • Piero Vietti
    • Torinese, è al Foglio dal 2007. Prima di inventarsi e curare l’inserto settimanale sportivo ha scritto (e ancora scrive) un po’ di tutto e ha seguito lo sviluppo digitale del giornale. Parafrasando José Mourinho, pensa che chi sa solo di sport non sa niente di sport. Sposato, ha tre figli. Non ha scritto nemmeno un libro.