Un'idea per il nostro Paese: Noi per l'Italia
In un videomessaggio di incoraggiamento, Phillip Blond, teorico della Big Society di David Cameron, li definisce un “think tank”. Il loro portavoce, Michele Pezzoni, preferisce descrivere Noi per l’Italia come “un’associazione di associazioni”. Un ritratto, quest’ultimo, forse più aderente alla realtà. Tra i fondatori una serie di sigle di giovani che si interessano alla politica. Tra i numerosi movimenti che si stanno iniziando a muovere nell’alveo del centrodestra, Noi per l’Italia è sicuramente quello più eterogeneo.
In un videomessaggio di incoraggiamento, Phillip Blond, teorico della Big Society di David Cameron, li definisce un “think tank”. Il loro portavoce, Michele Pezzoni, preferisce descrivere Noi per l’Italia come “un’associazione di associazioni”. Un ritratto, quest’ultimo, forse più aderente alla realtà. Tra i fondatori una serie di sigle di giovani che si interessano alla politica. Tra i numerosi movimenti che si stanno iniziando a muovere nell’alveo del centrodestra, Noi per l’Italia è sicuramente quello più eterogeneo. La startup del progetto ha visto coinvolti due ex membri dello staff di Maurizio Sacconi, Lorenzo Malagola con Nuova Generazione e Simone Bressan con il blog Right Nation, Gianpio Gravina, tra i leader dei Giovani del buongoverno di Marcello Dell’Utri, l’europarlamentare ex An Carlo Fidanza con Generazione oltre. Ai quali vanno aggiunti il consigliere provinciale azzurro di Milano Nicolò Madregan, e il coordinatore meneghino dell’Udc Alessandro Sancino. Un considerevole numero di sigle alle quali, a differenza dei Formattatori, poco importa la ristrutturazione della dirigenza del Pdl. Anzi, alla domanda se si definiscono di centrodestra, Pezzoni risponde “nì”. “È vero che alcuni politici sono coinvolti nel progetto – argomenta il portavoce – ma la maggior parte degli aderenti non ha incarichi nell’amministrazione pubblica o nei partiti”. Del resto, è proprio Blond a incoraggiarli su questa strada: “Occorre un nuovo e autentico patto, che sia fondato sulla società civile”. Tanto che a Noi per l’Italia non dispiace affatto la battaglia che Matteo Renzi sta conducendo nel Pd: “Ci sentiamo vicini alle posizioni del sindaco di Firenze - spiega Pezzoni – perché siamo disponibili a parlare con tutti gli interlocutori che ci vorranno ascoltare”. Ma la battaglia dell’associazione è condotta sui contenuti, più che sui contenitori.
E, a guardare bene, si tratta di issues proprie al variegato mondo del centrodestra italiano (ed europeo): la centralità della persona rispetto allo stato, l’importanza della famiglia come primo nucleo sociale, i temi dell’evoluzione del mercato del lavoro e delle politiche per lo sviluppo. Di questo hanno invitato a parlare Oscar Giannino, Filippo Facci e Giulio Sapelli lo scorso 24 giugno al teatro Manzoni di Milano, nel loro primo incontro pubblico. Intanto a fine luglio hanno lanciato i primi due appuntamenti di Vivi l’Italia, “un’iniziativa volta ad andare a raccontare e diffondere realtà imprenditoriali, del terzo settore e personali che sono dei punti di positività dai quali ripartire”, illustra il portavoce. Qualche mese fa, su Twitter, si sono definiti “spacciatori di ottimismo”. “Perché invece di opporci grillescamente alla politica – chiosa Pezzoni – siamo uniti dal desiderio di formulare proposte per il futuro”.
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