Il fattore T. nella rifondazione del Pdl

Salvatore Merlo

Adesso dicono che il suo sponsor è Diego Della Valle e che il signor Tod’s ne asseconda la diffidenza, al confine con l’ostilità, nei confronti di Berlusconi. E in effetti a Giulio Tremonti un’offerta berlusconiana è già arrivata: ma l’ex ministro dell’Economia ha declinato. “Il Cavaliere se lo riprenderebbe anche domattina”, dice Daniela Santanchè. Poi però aggiunge: “Malgrado tutto, o forse sarebbe meglio dire malgrado tutti”. E quei tutti sono gli uomini di Berlusconi, gli ex ministri, i capigruppo, gli ex sottosegretari.

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    Roma. Adesso dicono che il suo sponsor è Diego Della Valle e che il signor Tod’s ne asseconda la diffidenza, al confine con l’ostilità, nei confronti di Berlusconi. E in effetti a Giulio Tremonti un’offerta berlusconiana è già arrivata: ma l’ex ministro dell’Economia ha declinato. “Il Cavaliere se lo riprenderebbe anche domattina”, dice Daniela Santanchè. Poi però aggiunge: “Malgrado tutto, o forse sarebbe meglio dire malgrado tutti”. E quei tutti sono gli uomini di Berlusconi, gli ex ministri, i capigruppo, gli ex sottosegretari: tra i generali del berlusconismo l’atteggiamento nei confronti di Tremonti è, diciamo così, liquidatorio. “Torna di nuovo il genio di Sondrio?”, si chiede Giancarlo Galan: “Se ricominciamo da Giulio, il rinnovamento di cui si parla in queste ore dov’è?”. Non lo amano, e lui non ha mai fatto nulla per essere riamato. Raffaele Fitto, per esempio, ricorda ancora il primo Consiglio dei ministri dell’ultimo governo: lo sguardo di Tremonti (“un sadico”, rievoca Antonio Martino) che abbraccia il tavolo del governo; poi queste parole: “Cari colleghi, non esistono ministri con il portafoglio e ministri senza portafoglio. Qui siete tutti senza portafoglio”. Ma per il Cavaliere è diverso. “Berlusconi è animato da una logica inclusiva, oggi più che mai”, conferma Gaetano Quagliariello. E infatti pare che mercoledì notte, a cena, Berlusconi abbia accennato all’ipotesi di “recuperare Giulio, anche se lui per adesso non vuole”.

    “Tremonti? E’ intelligente, ma noi parliamo con i partiti, non con le persone”, dice Roberto Maroni, il leader della Lega, che così confina l’ex ministro dell’Economia, che pure un partito suo lo ha appena lanciato, tra le persone fisiche, secondo un gergo quasi da fiscalista (e dunque affine a Tremonti). Come dire: “Anche a capo di una lista, lui vale sempre per uno”. Ma l’ex superministro non sembra guardare agli alleati di un tempo, alla Lega di Bossi e di Calderoli che gli fu più che amica, anzi sorella; e nemmeno al partito del Cavaliere, di cui pure ha ancora la tessera. Tremonti si attrezza alle fatiche della politica, un uomo della sua intelligenza costretto – come ha raccontato al Corriere della Sera – a piegarsi alla logica burocratica della raccolta di firme per la candidatura alle elezioni. Dice infatti di voler “partire dal basso”, come ha riportato Aldo Cazzullo. E malgrado sappia quanto è dura la salita, specie in solitaria, Tremonti sembra orientato proprio verso questo coraggioso orizzonte: ma quanto vale sul mercato elettorale? Dice Alessandra Ghisleri di Euromedia Research: “Sarebbe interessante scoprire se la gente gli riconosce il merito di avere tenuto i conti pubblici in ordine. E’ stato a lungo ministro dell’Economia, in un momento in cui l’economia non andava benissimo”.

    Eppure Berlusconi se lo riprenderebbe. Il Cavaliere amletico in queste ore pensa alla rifondazione del suo Centrodestra, che in questi anni ha perso per strada prima Casini, poi Fini e per ultimo anche Bossi: come allargare il più possibile, adesso? Ieri ne ha parlato per un’ora e mezza con Renato Schifani. E il presidente del Senato, a quanto sembra, lo esortava a decidere prima di dicembre, prima della data che il Cavaliere ha individuato per lanciare un nuovo prodotto politico chiamato “centrodestra italiano”. L’ex presidente del Consiglio vorrebbe una grande federazione, e come dice la pasionaria Santanchè: “Tremonti è un uomo del centrodestra. Dunque è naturale che venga con noi, più siamo meglio è. Anche se stavolta ci si deve tutti confrontare con il consenso, e sia chiaro: non ci saranno rendite di posizione”. D’altra parte il fu ministro dell’Economia, di cui il Foglio pubblica oggi un manifesto politico, per Berlusconi resta pur sempre un serbatoio di propellente ideologico, utile per una difficile campagna elettorale presa di rincorsa, e tutta da giocare, come ha detto il Cavaliere ai suoi uomini “non contro Monti, ma contro l’Europa della Merkel”.

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    • Salvatore Merlo
    • Milano 1982, vicedirettore del Foglio. Cresciuto a Catania, liceo classico “Galileo” a Firenze, tre lauree a Siena e una parentesi universitaria in Inghilterra. Ho vinto alcuni dei principali premi giornalistici italiani, tra cui il Premiolino (2023) e il premio Biagio Agnes (2024) per la carta stampata. Giornalista parlamentare, responsabile del servizio politico e del sito web, lavoro al Foglio dal 2007. Ho scritto per Mondadori "Fummo giovani soltanto allora", la vita spericolata del giovane Indro Montanelli.