Guerriglia fredda
L'Europa ora ha uno scudo, ma tanti veti da superare per goderselo
E’ cominciata l’ennesima “settimana cruciale” per la salvezza dell’euro. Ma stavolta, nonostante l’entrata in vigore del nuovo Fondo salva stati (Esm), l’equilibrio diplomatico da raggiungere tra i rappresentati delle ventisette cancellerie europee appare ancora più complesso. Sulla strada verso il Consiglio Ue del 18-19 ottobre c’è già un veto britannico: Londra ha chiesto la separazione dei budget tra paesi dell’euro e dell’Ue.
Roma. E’ cominciata l’ennesima “settimana cruciale” per la salvezza dell’euro. Ma stavolta, nonostante l’entrata in vigore del nuovo Fondo salva stati (Esm), l’equilibrio diplomatico da raggiungere tra i rappresentati delle ventisette cancellerie europee appare ancora più complesso. Sulla strada verso il Consiglio Ue del 18-19 ottobre c’è già un veto britannico: Londra ha chiesto la separazione dei budget tra paesi dell’euro e dell’Ue. Poi c’è l’attendismo italiano sulla Tobin tax: manca solo Roma alla conta per raggiungere il “quorum” dei consensi necessari per l’approvazione dell’imposta sulle transazioni finanziarie che confluirà nel bilancio comunitario. Oggi il ministro dell’Economia, Vittorio Grilli, scioglierà la riserva. Ma la novità assoluta è appunto il lancio del Meccanismo europeo di stabilità (Esm), inaugurato ieri in Lussemburgo dai ministri delle Finanze dell’Eurozona, che ne compongono il direttivo. E’ diventato operativo a due anni dalla sua creazione, dopo l’atteso vaglio di legittimità della Corte costituzionale tedesca. L’Esm raggiungerà gradualmente il pieno regime nel 2014, quando avrà una capacità di prestito da 500 miliardi di euro: “Una tappa storica”, secondo il presidente dell’Eurogruppo Jean-Claude Juncker: “La zona euro è fornita di una barriera anti contagio finanziario permanente ed efficace”. Le principali funzioni dell’Esm sono prestiti in denaro ai paesi membri (non più solo garanzie come l’attuale Efsf), raccolta di fondi sul mercato, interventi in asta per acquistare titoli di stato (in tandem con la Banca centrale europea che lo farà sul mercato secondario) e ricapitalizzazione delle banche. Le prime due funzioni sono attive da subito, e rese più credibili dal fatto che al momento l’Esm gode del giudizio massimo (AAA) da parte delle agenzie di rating. Le altre sono da chiarire nei dettagli e saranno le questioni più importanti da affrontare nei prossimi vertici europei.
“E’ un passaggio positivo”, dice al Foglio Benedicta Marzinotto, resident fellow di Bruegel, think tank europeo con sede a Bruxelles. “La principale novità, rispetto al predecessore Efsf che si esaurirà l’anno prossimo, è che l’Esm ha carattere permanente. E soprattutto dà la possibilità alla Bce di intevenire a sostegno dei paesi che ne faranno richiesta come annunciato da Draghi”. “Eppure”, aggiunge Marzinotto, “la costituzione dell’Esm costringe la Bce a svelare le modalità di intervento, mentre sullo sfondo si dovrà trovare un accordo sulla creazione dell’unione bancaria”. Il primo esame per l’effettiva operatività dell’Esm sarà un’eventuale richiesta di aiuti spagnola, domani in discussione tra i 27 ministri delle Finanze dell’Ue all’Ecofin. Ed è sempre Madrid a dovere ricapitalizzare le proprie banche, colpite dalla crisi immobiliare, tramite l’Esm, operazione che richiederebbe la vigilanza bancaria unica della Bce. “Ci vorrà un po’ di tempo”, forse a novembre, ha detto il direttore dell’Esm, Klaus Regling. Aprire alla supervisione sugli istituti considerati sistemici è però ancora un tabù per la Germania in difesa delle casse locali, Sparkasse. L’ennesimo veto sulla strada per risolvere la crisi.
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