Alla fine Bersani vincerà il duello con Renzi perché sarà l'unico a rottamare davvero D'Alema

Umberto Silva

Che sberla se Renzi davvero vince, anche se lui stesso sa benissimo che non basta, che la partita non finisce lì. Quello che teme è che a causa della sua vittoria il Pd si scinda e i duri e puri vadano con D’Alema per confluire in Vendola. Per questo continua a predicare che in ogni caso il perdente deve stare col vincente. Teme che gli si lasci un guscio semivuoto, che lo si costringa a passare il tempo a litigare sulla cassa sociale e sui simboli.

    Che sberla se Renzi davvero vince, anche se lui stesso sa benissimo che non basta, che la partita non finisce lì. Quello che teme è che a causa della sua vittoria il Pd si scinda e i duri e puri vadano con D’Alema per confluire in Vendola. Per questo continua a predicare che in ogni caso il perdente deve stare col vincente. Teme che gli si lasci un guscio semivuoto, che lo si costringa a passare il tempo a litigare sulla cassa sociale e sui simboli. Lui però dice che si fida, e se lo dice qualcosa deve avere in testa, si spera. Per il resto sta sotto gli occhi di tutti che quel che non accadde alla Bolognina accade ora: chi pubblicamente chi in cuor suo i Pd si vergognano di essere Pd e vogliono sentirsi liberal, o almeno essere considerati tali. Traditori, ma non Pd. Cialtroni – come ha imprecato Russo Iervolino – ma non Pd. Si vergognano d’avere amato i cattivi compagni che li hanno traviati. Se D’Alema è per Renzi il male assoluto ma anche il trampolino di lancio che gli permette di proporsi come bene relativo o male minore, per Bersani D’Alema è il male malissimo che lo può trascinare nella sconfitta solo comparendo ai comizi con il campanaccio di lebbroso. Renzi, viceversa, è per Bersani la chance; non solo per far vedere che in qualche modo gli assomiglia e quindi lui, Bersani, non assomiglia a D’Alema, ma perché un’alleanza con Renzi gli porterebbe voti alle elezioni quelle vere, permettendogli di avere le mani libere di mandare a casa D’Alema, la qualcosa è la fissazione di tutti. Ma Bindi e compagnia non ci stanno e lavorano; che lavorino per la sconfitta di Renzi significa che lavorano per la sua vittoria, più si mostrano più si mostrificano con effetti spaventosi.

    Bersani ghostbuster vorrebbe rinchiuderli in un aspirapolvere e invece no, insistono a fare balletti in suo onore, non possono ammettere d’essere dei menagramo. Ma lui non s’accontenta d’incrociare le dita. Prendendoli a male parole e spernacchiando Bindi Bersani vincerà, perché avrà fatto quel che Renzi ha solo promesso di fare: rottamare D’Alema. Sempre la stessa fissa, ma vincente perbacco! Bersani vincerà grazie anche al confluire nel ballottaggio delle truppe di Vendola, in contropartita di posti di governo. E qui davvero siamo nel grottesco: se in corsa c’è Vendola che è di un altro partito, il Sel, un giorno sì uno no addirittura all’opposizione del Pd, perché non anche il Cavaliere? Perché lo si costringe a tramacce sotterranee? Che cazzo di regole c’ha ‘sto Pd? Si fa bello togliendoti la pagliuzza dall’occhio e poi ti caccia dentro la trave? E perché Renzi non protesta e non manda a casa Vendola e la sua Legione Straniera prima di cominciare la partita? Macchè, insiste a dire che si fida. E la sfida? Quale diavoleria ha in testa? E non sa Bersani che mettersi in casa Vendola è sguinzagliare in salotto venti volpi affamate? Boh. Non vedo i progetti, non colgo i nessi. Non mentono costoro, fanno di peggio, pasticciano in modo furibondo. Se almeno mentissero ci sarebbe la speranza che un giorno possano dire non dico la verità ma qualcosa del genere, che la ricordi alla lontana. Ma così, affidarsi a ‘sta gente, è farsi fare la barba da un cieco.