L'inarrestabile ascesa di un prodotto che sfrutta la crisi: il botulino

Annalena Benini

In anni di crisi economica si fa attenzione un po’ a tutto: ai pantaloni dei bambini si mettono le toppe sulle ginocchia, si mangia lo yogurt anche se è un po’ vecchiotto (in “Un sapore di ruggine e ossa” le cassiere del supermercato si portano a casa tutti i prodotti scaduti e li mettono in frigorifero dal più vecchio al più giovane, perché sono buoni per almeno un’altra settimana dalla data di scadenza), non si comprano più automobili e, secondo un’inchiesta di Newsweek, ci si rifà di meno il seno.

    In anni di crisi economica si fa attenzione un po’ a tutto: ai pantaloni dei bambini si mettono le toppe sulle ginocchia, si mangia lo yogurt anche se è un po’ vecchiotto (in “Un sapore di ruggine e ossa” le cassiere del supermercato si portano a casa tutti i prodotti scaduti e li mettono in frigorifero dal più vecchio al più giovane, perché sono buoni per almeno un’altra settimana dalla data di scadenza), non si comprano più automobili e, secondo un’inchiesta di Newsweek, ci si rifà di meno il seno, non solo a causa del prezzo dell’operazione, ma anche perché significherebbe prendere qualche giorno di ferie per l’intervento e in periodolicenziamenti non è consigliabile. Si rinuncia a molto superfluo ma si comprano più rossetti (piccola consolazione con piccola spesa, un classico dal 1929) e si cerca di eliminare l’aria preoccupata dal volto, optando per quell’effetto di sorpresa perenne, come se si avesse appena incontrato un unicorno parlante, che solo il botulino è in grado di offrire.

    L’inarrestabile ascesa del botox come bene di consumo ha levigato per la soddisfazione anche la faccia dell’amministratore delegato della società farmaceutica Allergan, che produce il botox e solo nell’ultimo trimestre ha guadagnato duecentonovantasei milioni di dollari. Anche nel 2009, annus horribilis per l’economia americana, le vendite di liquido paralizzante non sono crollate, e nel 2010 erano già in netta ripresa, mentre adesso è previsto il raddoppio, e l’esplosione in India e Cina (dove il botox assume la desiderabilità di una borsa di Hermès). L’Europa dà grandi soddisfazioni, dicono i lisci signori Allergan, “nonostante la debole economia: si infila nel bisogno prioritario di vestirsi bene, mangiare bene, essere belli”. Tutto ristagna, barcolla, si inceppa, ma senza più rughe sulla fronte e con un gonfiore diffuso e lucido sul viso che potrebbe essere scambiato per benessere e mancanza di pensieri cupi (a volte di pensieri in generale).

    Fa parte di una strategia: apparire smaglianti e ringiovaniti per fare buona impressione, per sembrare ricchi e pieni di possibilità, per farsi assumere o sposare. Per rispettare lo standard alto della cura di sé. Un’iniezione di botox non manderà sul lastrico (anche se il prezzo di un trattamento è di circa duecento dollari), ma offrirà, a chi lo desidera e si trova bene con l’aria stupefatta e immobile, la veloce possibilità di soddisfazione e la voglia di rifarlo, quando ci si sente giù. E ora che hanno provato che il botox può cancellare l’emicrania come le rughe, con un’iniezione forte in trenta punti diversi della testa, in caso di invasioni di cavallette, eruzioni, alluvioni e altre sciagure riempiremo i rifugi di cibo in scatola e flaconi di botulino.

    • Annalena Benini
    • Annalena Benini, nata a Ferrara nel 1975, vive a Roma. Giornalista e scrittrice, è al Foglio dal 2001 e scrive di cultura, persone, storie. Dirige Review, la rivista mensile del Foglio. La rubrica di libri Lettere rubate esce ogni sabato, l’inserto Il Figlio esce ogni venerdì ed è anche un podcast. Ha scritto e condotto il programma tivù “Romanzo italiano” per Rai3. Il suo ultimo libro è “I racconti delle donne”. E’ sposata e ha due figli.