Hillary scagiona Obama

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A poche ore dal secondo dibattito tra Barack Obama e Mitt Romney (l’appuntamento è per le ore 3 italiane all’Hofstra University di Long Island) il segretario di stato americano Hillary Clinton, in visita ufficiale a Lima, si assume la piena responsabilità per quanto accaduto nel consolato di Bengasi lo scorso 11 settembre, quando l’ambasciatore Chris Stevens e tre funzionari di Washington sono stati uccisi nell’assalto alla sede diplomatica degli Stati Uniti.

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    A poche ore dal secondo dibattito tra Barack Obama e Mitt Romney (l’appuntamento è per le ore 3 italiane all’Hofstra University di Long Island) il segretario di stato americano Hillary Clinton, in visita ufficiale a Lima, si assume la piena responsabilità per quanto accaduto nel consolato di Bengasi lo scorso 11 settembre, quando l’ambasciatore Chris Stevens e tre funzionari di Washington sono stati uccisi nell’assalto alla sede diplomatica degli Stati Uniti.  “Alla guida del dipartimento di stato ci sono io, e sono io ad avere la responsabilità delle 60 mila persone che lavorano nel mondo, in 275 sedi diverse”, ha detto Clinton.

    Nelle scorse settimane, i repubblicani avevano attaccato la Casa Bianca per le incertezze manifestate dall’Amministrazione dopo l’attacco al consolato. Il senatore Lindsey Graham ha accusato  Barack Obama di “aver intenzionalmente mentito al popolo americano” sull’uccisione di Stevens, preferendo definire quanto accaduto “un episodio non prevedibile, conseguenza della diffusione del film sul profeta Maometto”. In realtà, ha detto Graham, Obama non ha voluto dire agli americani che si è trattato di terrorismo, e che al Qaida è ancora una minaccia. Il segretario di stato era stato chiamato in causa dal presidente della commissione Esteri della Camera, la repubblicana Ileana Ros Lehtinen, che aveva chiesto a Clinton di chiarire se i funzionari di Washington in Libia lavorassero in condizioni di sicurezza nelle settimane precedenti l’assalto.
     
    Da Lima, Hillary Clinton ha voluto anche togliere ogni responsabilità al presidente Obama e al suo vice Joe Biden, accusato da Paul Ryan durante il dibattito della scorsa settimana in Kentucky di essere stato poco chiaro su quanto accaduto a Bengasi: “Il presidente e il vicepresidente non sono coinvolti nelle decisioni che riguardano la sicurezza dei funzionari del dipartimento di stato”, aggiungendo di voler “evitare ogni tipo di strumentalizzazione politica”.

    Intanto il New York Times rivela che il Pentagono e il dipartimento di stato stanno aiutando il governo libico a creare una forza speciale di sicurezza il cui compito sarà quello di combattere l’estremismo islamico. L’Amministrazione Obama avrebbe ottenuto dal Congresso il via libera al trasferimento alla Libia di 8 milioni di dollari inizialmente destinati alle operazioni antiterrorismo in Pakistan. Entro la fine del 2013 le nuove forze speciali di Tripoli dovrebbero essere formate da circa 500 soldati, anche se una decisione in tal senso non è stata ancora presa.

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