La questione morale investe l'Europa per via del tabacco da sputacchiare
Robinson Crusoe per combattere la febbre maltese masticava tabacco, “all’uso dei brasiliani”. Il tabacco da masticare ha ora provocato alla Commissione europea una sorta di febbre maltese. Il peggiore scandalo dell’organismo dai tempi in cui la ex premier francese Edith Cresson, commissaria alla Ricerca, fece assumere come consulente il suo dentista e amante, costringendo nel 1999 alle dimissioni l’intera Commissione Santer.
Roma. Robinson Crusoe per combattere la febbre maltese masticava tabacco, “all’uso dei brasiliani”. Il tabacco da masticare ha ora provocato alla Commissione europea una sorta di febbre maltese. Il peggiore scandalo dell’organismo dai tempi in cui la ex premier francese Edith Cresson, commissaria alla Ricerca, fece assumere come consulente il suo dentista e amante, costringendo nel 1999 alle dimissioni l’intera Commissione Santer. Responsabile per la Salute e la Politica dei consumatori, il maltese John Dalli è stato infatti costretto a lasciare l’europoltrona con l’accusa di aver cercato di estorcere denaro a una società svedese: appunto per permettere agli europei di tornare a masticare le cicche. O “snus”, come le chiamano in Svezia.
Sebbene gli indios lo avessero sempre fumato con pipe o sigari, quando Jean Nicot portò il tabacco in Europa alla corte di Caterina de’ Medici fu proprio in forma di tabacco da masticare che lo consigliò, come rimedio al mal di testa. Più o meno l’uso medicinale che ne faceva Robinson Crusoe. Tradizionalmente associato ai marinai, il tabacco da masticare fu via via soppiantato in popolarità dalla pipa, poi nel ’700 dal tabacco da fiuto, infine da sigari e sigarette. Ma l’antico e rude modo marinaresco ha mantenuto alcune ridotte di affezionati in varie aree del mondo. Una in Asia, tra Iran, Afghanistan, Pakistan e India. Una tra Stati Uniti e Canada, dove i cultori si dividono però in due scuole di pensiero, tra tabacco secco o umido. E la terza è infine la Scandinavia, dove il tradizionale snus è appunto con tabacco umido (gli emigranti svedesi lo portarono appunto in nord America). Un costume tradizionale, ma di recente è tornato di moda come alternativa al fumo e addirittura come metodo per smettere di fumare. L’idea propagandata dalla Swedish Match, colosso svedese del settore, è che faccia meno male, dal momento che non contiene catrame.
Idea esattamente opposta a quella dell’Unione europea, che invece nel 1992 mise il tabacco da masticare al bando perché ritenuto “altamente cancerogeno”. Così nel 1994 la questione fu cruciale nei negoziati per l’adesione della Svezia all’Unione, e il governo di Stoccolma ottenne una deroga sulle cicche, spiegando che altrimenti c’era il rischio che il referendum desse un risultato negativo. L’elettorato della Norvegia, altro paese di masticatori di snus, decise peraltro di reiterare un secondo no all’Europa, a 22 anni di distanza dal primo. Quanto alle Aland, arcipelago autonomo di lingua e cultura svedese ma appartenente alla Finlandia, tra 2006 e 2008 hanno intrapreso una dura battaglia contro Bruxelles per farsi estendere l’esenzione da tabacco, ma sotto la minaccia di multe salatissime ci hanno infine rinunciato. Una cosa che irrita particolarmente gli svedesi è che in ogni parte del mondo frequentata da turisti scandinavi lo snus si trova, eccetto che nell’Ue. Ma per la fine di quest’anno era attesa una nuova direttiva sul tabacco, e così un “imprenditore maltese” si sarebbe presentato alla Swedish Match assicurando che, col versamento di una “cospicua somma”, lo snus avrebbe potuto finalmente uscire dal ghetto. Ma la Swedish Match anziché pagare ha sporto denuncia, il 24 maggio il servizio antifrode europeo ha iniziato l’indagine e le conclusioni sono state le dimissioni di Dalli. Sebbene secondo lo stesso servizio il “processo decisionale sulla direttiva del tabacco non sia stato minimamente intaccato”, tuttavia il commissario starebbe stato consapevole delle azioni del faccendiere. Per ora anonimo: ma i media maltesi insistono su Silvio Zammit, compagno di Dalli nel Partito nazionalista.
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