Scimitarre - Le guerre nei paesi dell'Islam

L'emiro del Qatar a Gaza e come funziona un'offensiva di Putin

Daniele Raineri

A Gaza oggi si attende l’emiro del Qatar, che arriverà comodamente via terra attraverso il valico egiziano di Rafah dopo essere atterrato all’aeroporto di al Arish con una delegazione di 50 persone, compresi la moglie, alcuni ministri e businessman fidati. Ieri nella Striscia – ma più a nord – un botta e risposta con l’esercito e con l’aviazione israeliana è costato la vita a due palestinesi.

    A Gaza oggi si attende l’emiro del Qatar, che arriverà comodamente via terra attraverso il valico egiziano di Rafah dopo essere atterrato all’aeroporto di al Arish con una delegazione di 50 persone, compresi la moglie, alcuni ministri e businessman fidati. Ieri nella Striscia – ma più a nord – un botta e risposta con l’esercito e con l’aviazione israeliana è costato la vita a due palestinesi, ma le strade principali sono state ripulite, i servizi di sicurezza di Hamas sorvegliano ogni incrocio e campeggiano cartelloni di ringraziamento per lo sceicco al Thani: “Hai mantenuto la tua promessa”. L’emiro del Qatar aveva promesso investimenti edilizi a Gaza – arriveranno, per 254 milioni di dollari, e l’agenzia Mena forse per troppo entusiasmo raddoppia a mezzo miliardo di dollari – ed è il primo capo di stato a visitare il territorio palestinese e quindi a legittimare il potere di Hamas. L’agenzia Reuters ha annunciato il viaggio descrivendo il Qatar come “pro Western regime”, un regime filo occidentale. In realtà Doha è filo occidentale quando i suoi interessi coincidono interamente con quelli dell’occidente, come è successo in Libia, ma niente di più. In Siria sta appoggiando e armando le fazioni più radicali della guerriglia – fatta eccezione per al Qaida – nella rivoluzione contro il regime di Bashar el Assad, che è esattamente il contrario di quello che tentano di fare i governi occidentali. La visita a Gaza di oggi è uno schiaffo in faccia alla strategia del containment di America e Israele e del loro tentativo di dimostrare che il futuro dei palestinesi passa per il modello Cisgiordania, quindi per un’Autorità palestinese in pace con Gerusalemme, aiuti internazionali, stabilità, una tenace crescita economica. Ora Hamas può vantare una pioggia di soldi. Domenica sera l’emiro del Qatar ha telefonato al presidente dell’Autorità palestinese, Abu Mazen, per avvertirlo del viaggio a Gaza, e quello non ha potuto che abbozzare e approvare alla cornetta come un innamorato deluso. Nota a margine dei 254 milioni di investimento edilizio: sabato la marina israeliana ha fermato al largo della costa la nave Estelle che provava a forzare il blocco navale con un carico di cemento e di giocattoli, ma da più di due anni, dal luglio 2010, non ci sono più restrizioni israeliane sull’importazione di cemento e di materiali da costruzione nella Striscia.

    Da quando il presidente della Bielorussia, Alexander Lukashenka, ha detto che l’ex capo del Mossad, Meir Dagan, si è sottoposto a un trapianto di fegato in un ospedale di Minsk, il Mossad teme l’arrivo di squadre di sicari iraniani o di Hezbollah: “Sono già in viaggio”. Per questo, secondo il Sunday Times inglese, “il Mossad ha mandato a Minsk abbastanza agenti per difendere non l’ospedale, ma l’intera città”.

    Come funziona un’operazione di sicurezza russa nel Caucaso? Così. Il 2 ottobre il primo ministro russo Dmitri Medvedev va in visita nella Repubblica del Dagestan, dove i soldati russi hanno subìto metà delle perdite per mano dei ribelli islamici nel 2010-11. Il 15 arriva il ministro dell’Interno, Vladimir Kolokoltsev, che nello stesso giorno visita la base militare russa di Khankala, in Cecenia, dove c’è il comando unificato per le operazioni antiterrorismo nel Caucaso. Incontra i comandanti. A questo punto tutto è pronto e il 16 ottobre parla il presidente Putin: “Sarà un punto d’onore per forze di sicurezza e soldati speciali che le Olimpiadi invernali del 2014 si possano svolgere in un normale clima di festa”. Domenica l’offensiva coordinata contro la guerriglia, 49 morti e 10 basi distrutte.

    • Daniele Raineri
    • Di Genova. Nella redazione del Foglio mi occupo soprattutto delle notizie dall'estero. Sono stato corrispondente dal Cairo e da New York. Ho lavorato in Iraq, Siria e altri paesi. Ho studiato arabo in Yemen. Sono stato giornalista embedded con i soldati americani, con l'esercito iracheno, con i paracadutisti italiani e con i ribelli siriani durante la rivoluzione. Segui la pagina Facebook (https://www.facebook.com/news.danieleraineri/)