L'aura della sconfitta e il momentum finito

A dieci giorni dal voto che deciderà il prossimo presidente degli Stati Uniti, divampano le polemiche sui sondaggi. Sul New York Magazine, Jonathan Chait attacca la campagna di Romney: “Dicono che Obama sta perdendo e non è vero”. Ross Douthat del New York Times replica, ammettendo che Chait ha ragione quando dice che il presidente in carica ha un vantaggio considerevole nei battleground states (Ohio su tutti), ma aggiunge che in Obama si vede “l’aura della sconfitta”. Di che si tratta? Degli atteggiamenti mostrati nei dibattiti e negli ultimi scampoli di campagna elettorale. “Parlare di baionette ricorda tanto il Joe the Plumber cui si aggrappò un disperato John McCain nel tentativo di ribaltare la dinamica della corsa”. Non ci riuscì. Inoltre, scrive Douthat, “solitamente quando un presidente viene rieletto allarga la maggioranza conquistata quattro anni prima. Obama invece accadrà l’opposto”.

I numeri aggiornati dicono che Barack Obama recupera qualcosa in alcuni stati che sembravano ormai assegnati ai repubblicani: North Carolina e Florida. In Colorado i dati sono contrastanti, a conferma dei “sondaggi folli” che circolano da qualche settimana, come li ha definiti David Axelrod. In Nevada la partita sembra chiusa a favore dei Dems. A Romney serve vincere in Ohio, e lo sa. Per questo oggi terrà un comizio nello stato assieme al suo vice, Paul Ryan.

Il momentum a favore del Gop sembra essersi fermato, nota Nate Silver, anche se un sondaggio del Washington Post mostra che Romney ha guadagnato qualche punto tra l’elettorato femminile.

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