Il buono e il cattivo
Così El Shaarawy sta facendo al Milan quello che Destro non riesce a fare a Roma
Grandi momenti di difficoltà richiedono grandi assunzioni di responsabilità. E nel Milan tocca a un ragazzo di vent'anni diventare punto di riferimento dopo l'eclissi dei vecchi leoni e il sacrificio dei gioielli di famiglia. El Shaarawy è stato uno degli ultimi investimenti possibili ad Adriano Galliani: 10 milioni al Genoa dell'amico Enrico Preziosi, che in estate aveva tentato di dirottare al Milan anche Mattia Destro, salvo poi obbligare la Roma a mettere sul piatto 19 milioni da dividere con il Siena.
Grandi momenti di difficoltà richiedono grandi assunzioni di responsabilità. E nel Milan tocca a un ragazzo di vent'anni diventare punto di riferimento dopo l'eclissi dei vecchi leoni e il sacrificio dei gioielli di famiglia. Stephan El Shaarawy sarà forse destinato a essere uno dei prossimi addii a breve giro di posta, per il momento si prende sulle spalle una realtà che, nella galassia berlusconiana, è superata in confusione soltanto dal Popolo delle libertà. Lo ha fatto con la forza del talento e con la sfrontatezza dell'età. Già nella prima stagione in rossonero aveva lasciato intuire la dimensione della sua personalità quando accettava panchine e utilizzi a singhiozzo sbuffando un po': mai visto in casa milanista, da parte di un ultimo arrivato. Che avesse una qualche ragione, lo sta dimostrando nel deserto rossonero attuale: sei reti in campionato, una “presenza” in campo con le stimmate del campione, la capacità di essere sempre al centro delle situazioni che contano. Al punto che i tifosi gli perdonano tutto, sicuri che prima o poi El Shaarawy tirerà fuori un coniglio dal cilindro. Lui è stato uno degli ultimi investimenti possibili ad Adriano Galliani: 10 milioni al Genoa dell'amico Enrico Preziosi, pronto a correre in soccorso di Berlusconi nel pallone come l'aveva fatto con i carichi pubblicitari nelle tv dei ragazzi. La cresta aveva fatto storcere il naso al gran capo rossonero, poco accondiscendente verso look estrosi. Poi Berlusconi ha dovuto ricredersi e oggi El Shaarawy è l'unico motivo che possa trascinarlo a Milano. Finalmente un egiziano che non lo imbarazza.
E lo stesso Preziosi, in estate, aveva tentato di dirottare al Milan anche Mattia Destro, salvo poi obbligare la Roma a mettere sul piatto 19 milioni da dividere con il Siena. Da tutti era stato considerato il colpo del mercato, per via delle dodici reti realizzate con i toscani e di un ruolo da protagonista nell'Under 21. Ma non solo, perché Destro era disegnato come il prototipo dell'attaccante moderno: duttile, mobile, agile. L'uomo ideale da consegnare a una squadra allenata da Zdenek Zeman, immaginando scenari impetuosi. Tutte definizioni da adoperare – per l'appunto – all'imperfetto. Perché quello che veniva descritto come il matrimonio perfetto si sta invece rivelando l'inatteso inganno. Se Destro, ancora un mese e mezzo fa, raccontava che avere Zeman come allenatore è l'ideale per ogni attaccante, questo sentimento non viene ricambiato dal tecnico boemo, che lo ha bocciato proprio in quella che sembrava la sua posizione ideale in un tridente micidiale offensivo: a destra, insieme con Osvaldo e Totti. Un'ipotesi vagliata anche da Cesare Prandelli in Nazionale, con tanto di rete nella partita contro Malta. Un'ipotesi invece bocciata senza appello da Zeman, che a destra piazza Lamela, considerando Destro un'alternativa agli altri due componenti della linea offensiva. Una scelta che vuol dire panchina sicura, vista l'intoccabilità del Pupone e la fisicità dell'italo-argentino. Oggi restano disponibili soltanto alcune manciate di minuti a partita mentre il gol in campionato è un ricordo legato al 6 maggio. Magari la colpa non è unicamente di Destro, magari i tempi cambieranno. Ma oggi il colpo del mercato assomiglia maledettamente a una bufala.
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