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L'America riparte? Halloween sembra dire di sì
A una settimana e un giorno dal voto per le presidenziali americane (con l’uragano-tempesta Sandy che costringe Obama e Romney a cancellare i comizi previsti nei battleground states), a dare una mano al presidente in carica arrivano i dati dell’economia. L’American Recovery Act sembra funzionare, il crollo del settore immobiliare sembra essere finito, i costi sanitari non sono più esorbitanti, il tasso di disoccupazione è sceso sotto l’otto per cento. E, scrive David Leonhardt sul New York Times, “la fiducia dei consumatori è in crescita”.
A una settimana e un giorno dal voto per le presidenziali americane (con l’uragano-tempesta Sandy che costringe Obama e Romney a cancellare i comizi previsti nei battleground states), a dare una mano al presidente in carica arrivano i dati dell’economia. L’American Recovery Act sembra funzionare, il crollo del settore immobiliare sembra essere finito, i costi sanitari non sono più esorbitanti, il tasso di disoccupazione è sceso sotto l’otto per cento. E, scrive David Leonhardt sul New York Times, “la fiducia dei consumatori è in crescita”.
Un esempio? Prendete Halloween: secondo le stime, quest’anno la spesa totale prevista sarà di 8 miliardi di dollari, più di quanto speso per l’elezione presidenziale (più o meno 5,8 miliardi di dollari).
Mai come ora le prospettive di ripresa sono state così alte, e chiunque vincerà il 6 novembre si prenderà il merito di aver portato l’America fuori dalla crisi.
L’andamento dell’economia conta, i presidenti che cercano la rielezione lo sanno: “E’ su quel campo che gli americani giudicano se un presidente è debole o no”, dice Michael Gerson, ex speechwriter di George W. Bush.
Intanto i sondaggi continuano a essere folli, come ha detto la scorsa settimana David Axelrod. Negli stati incerti, come l’Ohio, Obama sembra mantenere un saldo vantaggio, mentre Romney perde qualcosa in Florida e Virginia. Tutto è però incerto e qualcuno inizia a chiedersi se i grandi sondaggisti non stiano facendo lo stesso errore di due anni fa, quando alle mid-term sottostimarono il voto dei latinos (e il Nevada confermò Harry Reid al Senato quando tutte le previsioni lo vedevano già pensionato dalla paladina del Tea Party Sharron Angle).
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