Oltre l'uragano Sandy

Cosa sta arrivando dopo lo scoop di Fox news sulla strage di Bengasi

Daniele Raineri

Il rumor che esce dal Pentagono è questo e non è verificabile: la notte dell’attacco al consolato americano di Bengasi, in Libia, le richieste di aiuto del personale assediato arrivano anche al generale Carter Ham, comandante di Africom, il settore militare americano che si occupa delle operazioni in Africa. Il generale fa approntare un’unità di reazione rapida e comunica a Washington che sta per intervenire, ma riceve l’ordine di fermarsi. Ham risponde qualcosa come “’fanculo gli ordini, in qualche modo devo aiutarli”.

    Roma. Il rumor che esce dal Pentagono è questo e non è verificabile: la notte dell’attacco al consolato americano di Bengasi, in Libia, le richieste di aiuto del personale assediato arrivano anche al generale Carter Ham, comandante di Africom, il settore militare americano che si occupa delle operazioni in Africa. Il generale fa approntare un’unità di reazione rapida e comunica a Washington che sta per intervenire, ma riceve l’ordine di fermarsi. Ham risponde qualcosa come “’fanculo gli ordini, in qualche modo devo aiutarli”. Meno di un minuto dopo, il suo secondo lo prende da parte e lo informa che per ordine superiore è sollevato dal comando. In effetti un mese dopo, il 18 ottobre, il Pentagono annuncia con discrezione che Ham è rimpiazzato dal generale David Rodriguez. Conferme a questa storia? Difficili da ottenere. Ham era stimato ed è stato comandante di Africom soltanto un anno e mezzo, contro i tre anni del suo predecessore. Quella notte un ex Seal che lavorava alla Cia spediva in tempo reale informazioni dal campo ad almeno otto centri operativi: l’ambasciata a Tripoli, la Casa Bianca, il Pentagono, la Cia, lo Special Operations Command, il National Ops Center e, appunto, l’Africom di Ham. La conferenza stampa del 18 ottobre al Pentagono era annunciata ai reporter come “di routine”, “priva di novità”, e invece poi è arrivato il segretario alla Difesa in persona, Leon Panetta, ad annunciare il cambio non di secondo piano. Ma non è possibile sapere di più – per adesso (Rodriguez, il nuovo comandante, è un discepolo dell’attuale direttore della Cia, Petraeus, fin da quando erano generali in Afghanistan e ora in Africa lavorerà a stretto contatto con la Cia).
    Questo rumor arriva dopo uno scoop sulla strage di Bengasi potenzialmente devastante per Obama, che la partigiana e repubblicana Fox News ha messo in rete venerdì scorso e che si basa su fonti anonime “sul campo”.

    In breve, Fox News sostiene tre cose. Che quella notte gli americani intrappolati a Bengasi chiesero aiuto militare per essere tratti in salvo. Che era in effetti possibile aiutarli, perché c’erano almeno due unità speciali a poca distanza, compreso un distaccamento della Delta Force, e c’era in volo sopra di loro anche una cannoniera volante AC130 Spectre – capace di spazzare via con precisione nemici ben più pericolosi degli aggressori del consolato – per non parlare della base aerea di Sigonella, in Sicilia, a meno di due ore di volo, per una crisi che è durata almeno sette ore. E, terzo punto di Fox News, che la Casa Bianca ordinò ai militari lo “stand down”, di starsene fermi, perché aveva paura delle possibili conseguenze dell’intervento militare (il pezzo non lo dice, ma si può fare un’ipotesi sullo scenario temuto: soldati americani che liberano gli assediati sparando, folla libica presa in mezzo, ripercussioni diplomatiche).

    Ci sono passaggi della storia di Fox che sono “damning”, ovvero che hanno il potenziale di devastare la campagna per la rielezione di Obama. Questo: in volo sul consolato c’erano almeno due droni, che filmavano tutto e trasmettevano le immagini in diretta a Washington, dando alla Casa Bianca la possibilità di decidere in tempo reale. Dal Partito repubblicano ora si levano voci che chiedono dove sono questi video e se i droni fossero armati e quindi anche capaci di intervenire. Un altro passaggio accusatorio: quando gli americani sono scappati dal consolato e si sono rifugiati in un altro edificio poco distante che la Cia usava come “casa sicura”, uno dei due ex Seal – ingaggiato come servizio di sicurezza a Bengasi – dal tetto ha detto di avere puntato un laser per “illuminare” il mortaio libico che stava facendo fuoco con precisione micidiale sul gruppo – e che infatti poco dopo ha ucciso i due. Se l’operatore inquadrava con un laser quel bersaglio, vuol dire che sopra di lui c’era sicuramente un aereo pronto a sparare. Lo Spectre, dice Fox News, ed è vero che due cannoniere volanti americane sono ancora in Libia dalla fine della guerra nel 2011. Chiunque fosse là sopra ha però ricevuto l’ordine di non agire – è la conclusione di chi legge, e il corollario aggiunto dai repubblicani è che questo prova la mancanza di risolutezza di Obama nel momento cruciale di prendere una decisione.

    Lo scoop della Fox non può essere confermato, anche perché le fonti principali – i due ex Seal che chiesero invano soccorso – sono morte. E’ stato parecchio snobbato. Non è stato ripreso dal New York Times o dal Washington Post, e nessuno dei cinque show d’informazione della domenica ne ha parlato: né “Meet the Press” sulla Nbc, o “This Week” sulla Abc, oppure “State of the Union” sulla Cnn e “Face the nation” sulla Cbs; tranne ovviamente “Fox News Sunday”. Ieri, sul sito di Newsweek, è uscito un reportage/intervista con il capo dei libici arrivati a soccorrere gli americani, che si dice certo che quella notte gli aggressori fossero guidati da una talpa dentro il comando delle forze di sicurezza libiche.

    • Daniele Raineri
    • Di Genova. Nella redazione del Foglio mi occupo soprattutto delle notizie dall'estero. Sono stato corrispondente dal Cairo e da New York. Ho lavorato in Iraq, Siria e altri paesi. Ho studiato arabo in Yemen. Sono stato giornalista embedded con i soldati americani, con l'esercito iracheno, con i paracadutisti italiani e con i ribelli siriani durante la rivoluzione. Segui la pagina Facebook (https://www.facebook.com/news.danieleraineri/)