Dopo la caduta/Secondo di una serie di articoli

“Come si possono fare le primarie in un partito che forse si scioglierà?”

Salvatore Merlo

Guido Crosetto fuma mille sigarette e ogni tiro è una piccola sentenza, ma quasi sussurrata, con fatalismo: “Vogliono usare Angelino come una foglia di fico”, dice, “lui deve ribellarsi altrimenti è finita. Non si possono imbarcare tutti, di nuovo, anche quelli che hanno sbagliato, anche quelli che hanno sprecato l’occasione di cambiare questo paese. Se il Pdl vuole sopravvivere deve fare autocritica”. 

    Roma. Guido Crosetto fuma mille sigarette e ogni tiro è una piccola sentenza, ma quasi sussurrata, con fatalismo: “Vogliono usare Angelino come una foglia di fico”, dice, “lui deve ribellarsi altrimenti è finita. Non si possono imbarcare tutti, di nuovo, anche quelli che hanno sbagliato, anche quelli che hanno sprecato l’occasione di cambiare questo paese. Se il Pdl vuole sopravvivere deve fare autocritica”. E dunque eccolo il quadro, si vede Angelino Alfano, giovane segretario in piedi sul proscenio, e dietro di lui, occultata dalle grandi tende del teatro c’è “la classe dirigente” del centrodestra, la nomenclatura, la corte, ovvero gli uomini che furono del Cavaliere e che adesso non lo sono più o che forse lo sono un po’ meno di prima. Crosetto vorrebbe strappare quelle tende e scacciare i comprimari dal teatro, o meglio vorrebbe che fosse Alfano a trovare così il suo “quid” (a proposito, ce l’ha il quid? “E’ mio amico, è diplomatico, riflessivo… Ma sì che ce l’ha il quid”). Deve tirarlo fuori. “Ci vuole coraggio”, dice Crosetto. “C’è chi è stato ministro, chi ha avuto importanti ruoli istituzionali: hanno fallito, abbiamo fallito, allora dico: facciano spazio ad altri. Bisogna saper perdere, bisogna saper ammettere gli errori, il berlusconismo ha avuto la possibilità di cambiare l’Italia e non c’è riuscito, non si può ripetere tutto con le stesse facce di prima. Alfano scelga la nave, ma scelga anche chi va imbarcato e chi no”. Chi no? “Quelli che hanno avuto un’occasione e l’hanno buttata via”. Tremonti, per esempio? “Certo pure lui. Vuole candidarsi alle primarie, ma dovrebbe fare altro, ha avuto per otto anni le leve del ministero dell’Economia e quando le ha perse ha lasciato un paese identico, se non peggiore, di quello che aveva trovato”. Se Tremonti ha sprecato la sua chance, Berlusconi che era a capo del governo che cosa ha fatto? “Lui, paradossalmente, è l’unico che ha manifestato la disponibilità a farsi da parte. L’unico. Non ho sentito dire la stessa cosa a nessun altro nel Pdl”.

    La peggiore legislatura del Dopoguerra
    Altra sigaretta, altro tiro, altra sentenza, un po’ crepuscolare: “Berlusconi ci sarà anche nella prossima legislatura, ma sarà uno dei tanti attori di una politica frantumata in un paese in ginocchio per la recessione”. Ed eccola la prossima legislatura, sembra un girone infernale nelle parole di Crosetto, “centoventi deputati di Beppe Grillo, maggioranza incerta come in Sicilia, crisi economica, la peggiore legislatura del Dopoguerra”. E voi, il Pdl, il centrodestra dove sarete? “Non la vedo bene, siamo travolti da quel genere di confusione esistenziale che di solito precede l’esplosione di un partito”. Berlusconi vuole frantumare il Pdl, Alfano tenta di tenerlo insieme. “Stiamo facendo delle primarie molto strane, aleggia nell’aria l’idea dello scioglimento del Pdl e anche Alfano, l’altro giorno, ci ha detto che mette in conto l’ipotesi di cambiare nome e simbolo. Ecco, come si fa a prendere sul serio le primarie di un partito che forse si scioglie? Se questo dibattito, in questi termini, si facesse nel Pd ora staremmo tutti a ridere, e avremmo ragione. Le primarie non possono essere uno stratagemma per prendere tempo in un momento di grave incertezza. La nostra è una gara tra due linee, quella dello sfascio e quella della responsabilità, ma gareggiamo senza che nemmeno queste due ipotesi alternative emergano esplicitamente. Io vorrei candidarmi, mi chiedo però che senso abbia in questo contesto? Non sento parlare di contenuti, di idee per l’Italia o per il centrodestra. La verità è che potrebbe succedere qualsiasi cosa, ci sono i presupposti perché la nostra parte politica esploda”. Qualcuno pensa che cinque o sei partitini di destra siano meglio di un partito solo. “Il Pdl l’ha fondato Berlusconi, riteneva fosse una buona idea. Se lo era prima a maggior ragione lo è adesso”.
    Crosetto ha quasi finito le sigarette e anche l’intervista sta per concludersi, dunque ultimo tiro, ultima sentenza: “Se falliamo le primarie possiamo chiudere bottega anche subito, e le stiamo costruendo male”. Si vota il 16 dicembre. “Chi vorrà candidarsi riceverà un modulo entro il 7 o l’8 di dicembre, a quei fogli dovranno essere allegate diecimila firme raccolte in dieci diverse regioni. Come si fa in una settimana? Io non ci riesco di sicuro. Faccio una previsione, magari sbaglio, ma arriveremo al 16 dicembre immersi fino al collo nella confusione, con un vuoto di programmi e di proposte, mentre ancora rimane sospesa pure l’ipotesi di sciogliere tutto”. A quel punto qualcuno potrebbe chiamare in soccorso il Cavaliere per salvare il partito che affoga, incapace di nuotare da solo. Come sarebbe? “Boom”. Elettorale? “Esplosivo”.

    • Salvatore Merlo
    • Milano 1982, vicedirettore del Foglio. Cresciuto a Catania, liceo classico “Galileo” a Firenze, tre lauree a Siena e una parentesi universitaria in Inghilterra. Ho vinto alcuni dei principali premi giornalistici italiani, tra cui il Premiolino (2023) e il premio Biagio Agnes (2024) per la carta stampata. Giornalista parlamentare, responsabile del servizio politico e del sito web, lavoro al Foglio dal 2007. Ho scritto per Mondadori "Fummo giovani soltanto allora", la vita spericolata del giovane Indro Montanelli.