Lotta di genere in casa Grillo (per le nozze con Di Pietro rivolgersi al Cepu)
Beppe Grillo ieri si occupava di tutt’altro, e cioè del misterioso “furto” di “logo” al Salone del Gusto di Torino (“hanno avvistato una fantomatica ‘lista grillo cinque stelle’”, scriveva sul blog, “… attiravano le persone con vino e cibarie propinando loro questa lista da firmare e validare”, aggiungeva, invitando i gourmet simpatizzanti a “tenere gli occhi aperti”, ché la gola non può ottundere la vigilanza).
Roma. Beppe Grillo ieri si occupava di tutt’altro, e cioè del misterioso “furto” di “logo” al Salone del Gusto di Torino (“hanno avvistato una fantomatica ‘lista grillo cinque stelle’”, scriveva sul blog, “… attiravano le persone con vino e cibarie propinando loro questa lista da firmare e validare”, aggiungeva, invitando i gourmet simpatizzanti a “tenere gli occhi aperti”, ché la gola non può ottundere la vigilanza). E però intanto si consumava sulla rete un altro caso di insubordinazione (dopo quello del consigliere regionale emiliano Giovanni Favia) al Beppe Grillo “capo politico”, come si autodefinisce Grillo nella sua fase-due, fatta di occhialetti da professore, video girati in uno studio pieno di libri e nuovi “niet” ai talk-show, l’ultimo dei quali scatenato dalla partecipazione a “Ballarò” del consigliere comunale bolognese Federica Salsi: i talk sono il vostro “punto G”, ha detto Grillo, e a quel punto è scoppiata nel M5s la questione di genere: “Maschilista!”, è stato infatti il grido di Salsi, in un’intervista rilasciata ieri ad Affaritaliani, con buona pace del divieto di comparizione nelle arene mediatiche e con scarso appoggio dei colleghi bolognesi (uomini) come Massimo Bugani (mentre da Forlì un’altra consigliera comunale a Cinque Stelle, Raffaella Pirini, denunciava “il cattivo gusto” e “l’offesa alle donne” del padre fondatore). Grillo, intanto, era investito dall’altra questione, la sua candidatura di Antonio Di Pietro al Quirinale, con l’Idv a un passo dallo scioglimento e il Web scatenato sul vecchio video (del ’98) in cui un Beppe Grillo in grande forma comica prendeva in giro proprio Di Pietro che fondava l’Italia dei valori “in una sede del Cepu sotto sequestro”.
E se oggi Di Pietro sperimenta il contrappasso, accusato di non trasparenza (ciò di cui accusava), Grillo vede spuntare piccoli ammutinamenti sull’onda del “sei peggio di loro” (i partiti). Assaliti dalla realtà, i grillini mostrano infatti una doppia faccia. Da un lato Federica Salsi apre il fronte al grido di: “Grillo è stato una delusione”; la frase sul punto G è “roba da Medioevo”; “Grillo è vittima della cultura berlusconiana di questi anni”; “non c’è possibilità di un confronto alla pari quando l’altro pensa di essere dieci gradini sopra”; “mi sento tradita” dall’asse con Di Pietro dopo averlo visto a “Report”; “anche Grillo ha il suo punto G., i giornali”. Poi però Salsi dice, in altre parole, quello che dice Grillo: “Un messaggio veicolato male da chi va in televisione danneggia la sua credibilità come garante e il movimento” – e in effetti può sempre capitare un grillino con eloquio simile a quello di Giancarlo Cancelleri, il molto votato geometra e neo consigliere regionale dell’M5s Sicilia (prima candidato presidente) che in tutte le foto fa con le dita il segno della vittoria e nelle presentazioni on line scrive in italiano bislacco questa frase: “… Sono convinto nel valore dell’uomo, essere buono e capace di azioni straordinarie…”, apoteosi di ottimismo della (buona) volontà già vista alle amministrative di primavera nei candidati grillini, molti dei quali simili a Cancelleri per fisiognomica e professione (“ma sono tutti geometri?”, si chiedono ora, increduli, gli intellò romani).
“Le buone idee non sono sempre così facilmente realizzabili… la realtà è molto più complessa di come la presenta Grillo”, dice Salsi, parlando di candidature fatte “in modo chiuso”, dove “prevalgono le dinamiche amicali”. Anche Valentino Tavolazzi, consigliere comunale a Ferrara (dissidente poi espulso dall’M5s) parla di “violenza, cinismo, norme antidemocratiche, segnali inquietanti di concezione proprietaria”. Beppe Grillo la dice così: facciamo candidare chi già si è impegnato, non possiamo ritrovarci con “Totò u curtu”, poi chi se lo leva più di torno, ma è chiaro che per lui e Gianroberto Casaleggio, accusati anche su Repubblica di segrete manovre sul Web, si apre ora il dilemma di ogni demiurgo: li crei, li fai uscire nel mondo, e poi chissà se riesci a rimetterli nella scatola.
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