Trovato il mandante di Sandy

Piero Vietti

Con prevedibile tempismo è stato trovato il mandante di Sandy, l’uragano che ha colpito gli Stati Uniti nei giorni scorsi: il riscaldamento globale. “It’s global warming, stupid”, titola Bloomberg Businessweek (serio, senza ironia). Il settimanale americano elenca i danni provocati da Sandy per far capire la sua forza e, dopo avere citato una dichiarazione su Twitter e il post su un blog di un paio di scienziati, una ricerca tedesca e una americana, la butta in politica in vista delle presidenziali. Mediaticamente il discorso funziona, dal punto di vista scientifico non molto. Innanzitutto, quando Sandy ha toccato la costa orientale degli Stati Uniti non era più un uragano, ma una tempesta. Da record, certo, ma una tempesta.

    Con prevedibile tempismo è stato trovato il mandante di Sandy, l’uragano che ha colpito gli Stati Uniti nei giorni scorsi: il riscaldamento globale. “It’s global warming, stupid”, titola Bloomberg Businessweek (serio, senza ironia). Il settimanale americano elenca i danni provocati da Sandy per far capire la sua forza e, dopo avere citato una dichiarazione su Twitter e il post su un blog di un paio di scienziati, una ricerca tedesca e una americana, la butta in politica in vista delle presidenziali. Mediaticamente il discorso funziona, dal punto di vista scientifico non molto. Innanzitutto, quando Sandy ha toccato la costa orientale degli Stati Uniti non era più un uragano, ma una tempesta. Da record, certo, ma una tempesta. La differenza non è banale: nel 1938, ad esempio (quando il global warming non c’era ancora), un uragano di categoria 3 colpì la costa del New England facendo 600 morti.

    Da allora il progresso ha permesso di ridurre le vittime di fronte a eventi simili, ma sono anche aumentate le infrastrutture esposte al danneggiamento. Di qui l’aumento dei danni. La traiettoria di Sandy, poi, ha seguito con precisione la traccia delle traiettorie più probabili per questo genere di eventi, ed è all’incirca l’ottantesima depressione di questo tipo che nella storia ha interessato quella zona. Nulla di anormale, sembrerebbe. A chi restano dubbi si consiglia di leggere l’ultimo report dell’Ipcc (panel di scienziati che studia i cambiamenti climatici, poco incline al negazionismo): spiega bene che ci sono pochissime certezze su un’eventuale correlazione tra cicloni e il riscladamento causato dalle attività umane.

    • Piero Vietti
    • Torinese, è al Foglio dal 2007. Prima di inventarsi e curare l’inserto settimanale sportivo ha scritto (e ancora scrive) un po’ di tutto e ha seguito lo sviluppo digitale del giornale. Parafrasando José Mourinho, pensa che chi sa solo di sport non sa niente di sport. Sposato, ha tre figli. Non ha scritto nemmeno un libro.