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La grande vigilia

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Tra poco più di ventiquattro l’America andrà alle urne per scegliere il presidente: confermare quello uscente, il democratico Barack Obama, o dare fiducia al repubblicano Mitt Romney? I candidati continuano nei tour in giro per il paese, specie nei battleground states, quelli incerti fino all’ultimo. I sondaggi, anche in queste ultime ore prima del voto, non si fermano: nel voto popolare Obama sembra allungare, anche se di mezzo punto e quindi ampiamente entro il margine d’errore. Negli stati chiave, quelli dove si deciderà tutto, la partita sembra essere più agevole per l’attuale inquilino della Casa Bianca (qui la mappa).

    Tra poco più di ventiquattro l’America andrà alle urne per scegliere il presidente: confermare quello uscente, il democratico Barack Obama, o dare fiducia al repubblicano Mitt Romney? I candidati continuano nei tour in giro per il paese, specie nei battleground states, quelli incerti fino all’ultimo. I sondaggi, anche in queste ultime ore prima del voto, non si fermano: nel voto popolare Obama sembra allungare, anche se di mezzo punto e quindi ampiamente entro il margine d’errore. Negli stati chiave, quelli dove si deciderà tutto, la partita sembra essere più agevole per l’attuale inquilino della Casa Bianca (qui la mappa).

    Qualche sussulto, ieri, l’ha dato la Pennsylvania: un sondaggio di un istituto locale (che nel 2008 e alle mid-term del 2010 si è rivelato quasi perfetto) ha dato i due sfidanti in perfetta parità. Se così fosse, Romney sarebbe probabilmente eletto agevolmente nuovo presidente. David Plouffe – uno che di campagne elettorali se ne intende – dice che una vittoria repubblicana in Pennsylvania non è credibile, che la mossa dell’ex governatore del Massachusetts di andare lì per un blitz è frutto di “disperazione”. Probabilmente, Romney ha già capito di non poter conquistare l’Ohio, e quindi tenta il tutto per tutto (all’ultimo) in uno stato tradizionalmente democratico.

    Intanto Joe Biden si diverte e fa divertire a folla che è andata ad ascoltarlo a Cleveland, Ohio. Il vicepresidente scherza sugli spot di Romney che accusano Obama di aver svenduto la Fiat agli italiani e cita più volte Bill Clinton, che da queste parti si è fatto vedere più di una volta per sostenere la campagna del presidente in cerca di riconferma. Ieri, Clinton ha accompagnato Obama nell’ultimo tour elettorale, introducendolo sul palco e spiegando perché bisogna scegliere lui e non Romney.

    I commentatori schierati lanciano gli ultimi appelli: il conservatore Micheal Barone – dopo aver profetizzato una vittoria a valanga di Romney (che si prenderebbe anche Iowa, Colorado, Pennsylvania e Wisconsin oltre a Ohio, Florida e North Carolian) – torna sulla frase pronunciata da Obama venerdì durante un comizio: “Non fischiate (Romney, ndr), ma vendicatevi nell’urna”. Revenge è la parola più usata dai repubblicani egli ultimi tre giorni: Romney ha chiesto agli elettori di pensarci due volte prima di votare un presidente che vuole “una vendetta contro di me anziché presentare un programma serio”. Sul Daily Beast, invece, Terry McMillan spiega perché Romney è l’uomo sbagliato per l’America.