Lo strano caso della Bbc, che doveva curare se stessa e attaccava il Vaticano

Nicoletta Tiliacos

La star televisiva Jimmy Savile, ex idolo pop britannico ora trasformato – post mortem, con un processo al cadavere degno di quello a Papa Formoso prima dell’anno Mille – in un mostro pedofilo di proporzioni planetarie, sarà stato certamente un maiale di prima categoria. Certo, va notato che alla Bbc non si erano mai accorti di nulla, in tanti anni di orrori indicibili; strano, vista la spasmodica attenzione alla pedofilia applicata a sedi che non fossero i propri camerini e i propri studi, e a persone che non fossero i propri intrattenitori di punta.

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    La star televisiva Jimmy Savile, ex idolo pop britannico ora trasformato – post mortem, con un processo al cadavere degno di quello a Papa Formoso prima dell’anno Mille – in un mostro pedofilo di proporzioni planetarie, sarà stato certamente un maiale di prima categoria. Certo, va notato che alla Bbc non si erano mai accorti di nulla, in tanti anni di orrori indicibili; strano, vista la spasmodica attenzione alla pedofilia applicata a sedi che non fossero i propri camerini e i propri studi, e a persone che non fossero i propri intrattenitori di punta. Come dimenticare il famoso filmato della Bbc intitolato “Sex Crimes and the Vatican”, 38 minuti e 57 secondi di accuse al Vaticano di aver coperto i preti pedofili, trasmesso nel 2006 e ritrasmesso in Italia da Michele Santoro ad “Anno Zero”? Le pur tardive indagini ora ci racconteranno se, quando e come Jimmy Savile abbia davvero abusato di ragazzine e ragazzini, in alcuni casi addirittura minorati psichici, all’interno degli stessi ospedali che, da filantropo, finanziava, con la benedizione della real casa britannica.

    Nel frattempo, in rete circolano alcuni video che documenterebbero abusi e molestie. In uno, su YouTube, il dj brancica alcune adolescenti un po’ perplesse, di fronte alle telecamere del suo show, mentre in studio appare anche il cantante Gary Glitter: già idolo rock, ora degradato a compagno di merende di Savile, per questo finito in manette qualche giorno fa e liberato su cauzione. Come pure è toccato in sorte a Freddie Starr, un altro amico di Savile, comico e cantante noto negli anni Settanta e Ottanta, pure lui arrestato e libero su cauzione. C’è anche un secondo filmato, in cui Savile allunga una mano a sfiorare una scollatura, ammiccando a favor di telecamera. Mah. A guardare quei video, non si può fare a meno di pensare che i tempi sono davvero cambiati. L’era di “sesso, droga e rock’n’roll” è costellata di storie (storiacce, se si vuole) di groupie giovanissime, spesso minorenni, apparecchiate come in un fast food per pop e rockstar. Tanto consolidata era quella figura, che ha meritato una voce su Wikipedia. Testualmente: “Le groupie erano delle fan molto giovani (anche minorenni: la loro età andava dai quattordici-quindici anni in su, solitamente fino ai venti, tranne rare eccezioni che arrivavano ai venticinque anni) le quali, oltre ad amare particolarmente la musica di un certo rocker o addirittura di diversi, seguivano gli artisti in questione nei loro tour, irresistibilmente attratte dal loro carisma, diventandone infatuate sostenitrici e intime amiche. Oltre a questo, le groupie erano ben riconoscibili rispetto alle semplici fan grazie a un look più curato e spesse volte molto sexy, oltre che, nella maggior parte dei casi, a una bella presenza”.

    Le star in questione dovevano, effettivamente, solo allungare le mani e prendere ciò di cui avevano voglia. Il problema, per loro, era semmai di difendersi dall’eccesso di offerta. L’assedio ai camerini delle ragazzine scatenate era pittoresca routine, guardata con sufficienza, ma in fondo con benevolenza, dagli adulti. Così come la voracità sessuale indiscriminata dei divi musicali degli anni Sessanta e Settanta (e Ottanta, se ci vogliamo mettere l’intrattenitore Savile) è stata ed è tuttora materia di leggenda, prima di diventare, almeno in alcuni casi, storia da tribunali. Ma anche senza dover andare oltremanica od oltreoceano, le quindicenni romane si accalcavano fuori dal Piper o anche negli studi di “Bandiera gialla”, pure loro – almeno in teoria – pronte a tutto. E se il buon giorno si vede dal mattino, vorrà pur dire qualcosa se uno dei padri nobili del rock’n’roll, l’americano Jerry Lee Lewis (ancora sulla breccia e sul palco, nonostante i settantasette anni suonati) pensò bene di scegliersi come terza moglie, quando lui aveva ventitré anni, una sua lontana cugina tredicenne. Dalla quale ha poi divorziato, visto che si è risposato da poco per la quarta volta.

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